Banlieues in rivolta e fascino della barbarie

 BANLIEUES IN RIVOLTA E FASCINO DELLA BARBARIE


“… La sera, attraversando Place Clichy, per raggiungere il Cinema des Cinéastes o la Brasserie Weppler, incontro stormi di giovani arabi che sprigionano le loro frustrate energie. Non passeggiano, corrono, galoppano. Consumano la loro forza inutilizzata gesticolando, urtandosi, gridando. Nella calca, quando sfioro le loro spalle o sono investito dal loro vocìo frastornante, ho l’impressione di scontrarmi con una massa rovente.

Non è certo la folla soffice, educata o esangue, che, scendendo verso la Senna, incontro nel Faubourg – Saint – Honoré, su cui si affacciano le vetrine di Hermès e il Palazzo presidenziale dell’Eliseo, dove abita Chirac, il vecchio monarca repubblicano, Quei giovani, figli o nipoti di immigrati, in cui mi imbatto ai piedi di Montmartre o nella non lontana Barbès, garantiscono la crescita demografica della Francia, altrimenti condannata all’invecchiamento.

(…) Adesso è esplosa la loro collera. La quale non sembra una rivolta contro lo Stato, ma contro la condizione cui sono condannati. È rabbia. Qualcosa di molto vicino alla disperazione. Una collera che non è islamica. L’Islam non c’entra. Né c’entrano altre ideologie.

(…) La loro è una rabbia nuda, cruda, che non investe la società benestante delle città.

È una collera che resta, perlomeno a questo stadio, confinata nelle periferie. Le masse di giovani che il sabato sera e la domenica invadono il mio arrondissement parigino per ora non hanno appiccato il fuoco neppure a una bicicletta. Usciti dalle loro periferie cessano di essere piromani. Non so fino a quando rispetteranno questa regola. Nell’era del terrorismo i Beurs rappresentano una preda molto ghiotta per i gruppi estremisti” . Da : BERNARDO VALLI – La collera degli esclusi Repubblica

A proposito dell’articolo di Valli così commenta opportunamente Luigi de Marchi :

"…Valli esordisce col solito pianto greco sui "poveri immigrati o figli d’immigrati" che, pur avendo un passaporto francese, "non si sentono accettati come veri cittadini". (…)

Valli ci descrive anche il suo turbamento da Dama di S.Vincenzo a contatto con questi giovanotti affascinanti. "La sera – scrive – incontro stormi di giovani arabi che sprigionano le loro frustrate energie. Non passeggiano: corrono, anzi galoppano, gesticolando, urtandosi, gridando. Quando sfioro le loro spalle ho l’impressione di scontrarmi con una massa rovente. La loro non è certo la folla soffice, educata ed esangue che incontro al Faubourg Saint-Honoré."

Che importa se questi bei ragazzoni bruciano a migliaia le automobili dei vicini di casa, spesso emarginati come loro, se colpiscono i poveri (o gli handicappati, come hanno fatto con la vecchia invalida cosparsa di benzina e bruciata) e se hanno abbandonato i banchi di scuola, come ci dice Valli con la solita indulgenza plenaria, "per rifiuto o per disattenzione" ?

Quel che importa, ai nostri giornalisti "intelligenti" ed ai loro finanziatori della stampa confindustriale, è che questi bei giovanottoni non sono "esangui" e che, ricorda Valli, "garantiscono la crescita demografica della Francia, altrimenti condannata all’invecchiamento". Qui, in poche righe, mi sembra davvero racchiusa tutta l’ottusità dell’attuale cultura radical-chic che sta distruggendo l’Occidente liberale. Anzitutto, va segnalata la mentalità fascista che affiora in questo linguaggio, in cui i popoli europei "vecchi ed esangui", come diceva l’indimenticabile Benito, sono contrapposti ai giovanottoni virili e sanguigni che, nella loro odierna versione islamica, andando in bianco da un anno all’altro finiscono magari per farsi esplodere pur di realizzare una scopata almeno nell’aldilà.” ( Cfr. Luigi De Marchi, Banlieu in rivolta e litanie imbecilli segnalato da Le Guerre Civili ) .

 Anonymous

Adesso sappiamo che l’antropos moderno è affascinato, e non da oggi, dalla barbarie; e che è un piacere per “vecchi, soffici ed esangui” letterati radical-chic europei essere traditi, derubati e inculati da “stormi di giovani arabi che sprigionano le loro frustrate energie”. Perché ? Con le parole di Georges Steiner : “ Quali sono i legami, per ora assai poco compresi, tra gli schemi mentali e psicologici della cultura superiore e le tentazioni del disumano? Matura forse nella civiltà letterata un gran senso di noia e di sazietà che la predispone allo sfogo della barbarie?" ( (George Steiner , dalla Prefazione a «Linguaggio e silenzio», Garzanti, Saggi blu , traduzione di Ruggero Bianchi, 1967).

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