EROS E THANATOS

HO TROVATO UN COMMENTO

 

in uno dei post qui sotto, Il pesce morte ( post sull’esaltazione della delinquenza islamista e dei suoi fiancheggiatori, portatori borderline del disprezzo per la storia e per la vita) . E’ un commento puntuale dello psicoanalista professor Iakov Levi che riprendo per intero:

Vorrei aggiungere un commento a conferma di quelli di Gianni De Martino. Infatti, il tutto è strettamente connesso.

Riporto qui nuovamente la citazione da Citati [ Cfr. “ Aureola islamica” qui  ].

"Una cosa che amo molto nell’Islam – scrive Citati – è la vastità del suo mondo, assai più esteso di quello ebraico e di quello cristiano. Il Corano parla di due creazioni, quella di Adamo nell’Eden e quella di un mondo stellare dove non esiste colpa, non esiste sesso, non esiste storia, esiste solo una beatitudine infinita. Per ebrei e cristiani il peccato e l’uscita dall’Eden significano l’ingresso nella storia. Il mondo astrale islamico non ha, invece, contatti con quello umano, anche se la tradizione vuole che Maometto vi sia asceso, in sella al suo meraviglioso cavallo, per portarvi la notizia dell’Islam”.

L’infatuazione di molti occidentali per l’islam nella sua ultima versione, deriva dunque dalla proposta di annullare tutte le tensioni. Senza più pulsioni sessuali verrebbero dunque a mancare le motivazioni di base per qualsiasi conflitto, esterno e interno.

Freud (e prima di lui Schopenhauer) ha contrapposto le pulsioni dell’Eros a quelle di morte. L’Eros, sinonimo di vita, è l’unica forza che si oppone alle pulsioni di morte, ovvero alla tendenza naturale della materia organica di ritornare al suo stato precedente. Questa tendenza regressiva viene inconsciamente interpretata dalla nostra psiche come una regressione intrauterina, in quanto nell’utero era cominciato il nostro percorso di individui. Ma siccome quella di morte è una pulsione, ovvero un bisogno, quello che a prima vista sembra un desiderio di annullare le pulsioni, nasconde il bisogno di soddisfare la pulsione che è quella primaria, e la più forte di tutte. Come ci ha detto Nietzsche: “ il desiderio di rinunciare a una passione nasconde il desiderio di soddisfare un’altra passione”, ovviamente percepita come ancora più impellente.

Quando l’Islam odierno ci propone “un mondo stellare dove non esiste colpa, non esiste sesso, non esiste storia, esiste solo una beatitudine infinita”, ci propone di rinunciare alle pulsioni di vita (Eros), che sono quelle che ostacolano la pulsione di morte, in nome del soddisfacimento di quest’ultima. Da qui, l’estrema attrazione della proposta. Dopotutto, la pulsione di morte, alla fine, trionferà in ogni caso. Quando le pulsioni dell’Eros, stremate, si esauriscono, noi tutti moriamo.

Freud ha chiamato l’istinto di conservazione la forza che impedisce un corto circuito verso la pulsione di morte. Ovvero, ogni organismo deve morire, ma deve morire “alla propria maniera”. Quello che l’Islam ci propone è proprio questo corto circuito. E’ l’ideologia del corto circuito, che viene adottata da coloro che, sotto la pressione di un malessere esistenziale, alla base del quale esiste un incontrollabile senso di colpa per le proprie pulsioni vitali, rinunciano alla vita stessa, per non subire lo stress inerente al conflitto tra Eros e pulsione di morte, da questa rappresentato.

Iakov  Levi


Eros et Thanatos sont au rendez-vous”, carton de Dominique Deghetto

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