Della umiliazione e dei musulmani

 LA MINACCIA DEI FEDELI AD OLTRANZA

DELLA "UMILIAZIONE" E DEI MUSULMANI

Il Vaticano si pronuncia con molta prudenza sulle vignette danesi: libertà di pensiero non porti a offesa della religione e il vero spirito di ogni religione non venga meno con deplorevoli azioni violenti. Per timore di infiammare uno scontro con il terrorismo islamico, che, di fatto, già esiste * , non si evidenzia troppo, benché si capisca benissimo, che fare satira non equivale  a sgozzare la gente.

D’altra parte, si tratta, mi pare, di valutare se è proprio vero che quelle vignette satiriche, blandamente umoristiche, ma ritenute dai gruppi fondamentalisti addirittura “sataniche”, costituissero una irrisione dei simboli religiosi dell’Islam, o non piuttosto un’irrisione del terrorismo di matrice islamica.

Di fatto, il maometto con in testa un turbante a forma di bomba, o che dice ai kamikaze che in paradiso le vergini sono finite, si riferiva all’islam politico che, sull’onda regressiva del ritorno all’ iconoclastia e al deserto dell’origine mitizzata dell’Islam, abolisce secoli di storia della civilizzazione islamica e fabbrica l’uomo-bomba sacralizzandolo, chiamandolo shaid con linguaggio religioso, e manda i video con gli ostaggi occidentali mentre vengono sgozzati "nel nome dell’islam".

Possiamo essere contrari all’abitudine (piccolo borghese, avrebbe detto Pasolini) di ridere sempre e comunque di tutto e di tutti, riduttivamente. Ma non per questo occorre rinunciare alla sana capacità di non prenderci troppo sul serio in ogni cosa, e anche d’ironia , che come l’arte, l’umorismo, la satira ( di origini latine ), è un modo per scongiurare e per aggirare le follie e le assurdità, ricorrendo anche, al limite, alla franca e diretta irrisione di quanto ci opprime. Nel caso delle vignette umoristiche danesi, la blanda irrisione era un modo per ribellarsi all’oppressione dei fondamentalismi e dei millenarismi e terrorismi dell’islam politico, che abusano di un vocabolario religioso e pretendono di sequestrare globalmente e in maniera spettacolare la multiforme realtà della civilizzazione islamica.

Non possiamo, mi pare ( a meno di non introdurre la sharia’h anche in Europa, cosa di cui sarebbero per primi i musulmani a soffrire ) rinunciare alle nostre fragili e discutibili libertà , cedere – per paura o per stanchezza – al nuovo e sfolgorante oscurantismo sacralizzato dalla bestialità dell’islam politico, e lasciare i musulmani più sensibili e riflessivi in balìa dei barbuti.

Non è giusto che i fondamentalisti, i jihadisti e i sinistri collaborazionisti offendano sia l’islam come religione di salute e di pace sia l’Islam come civilizzazione prismatica e plurale. D’altra parte è anche vero che a parlare “in nome dell’Islam” è, oggi, chi fa la voce più grossa, come ad esempio l’ineffabile sceicco al Qaradawi, uno dei più tonitruanti predicatori “in nome dell’islam”, imbonitore sulla TV di Al Jazira, quella che i nostri commentatori si ostinano a definire "Tv laica". Altro che vignette, lo sceicco si è già autorizzato a formalizzare, con lo stile pedantesco che gli è proprio, la fatwa di condanna a morte dei vignettisti, dei direttori di giornali, di tutti coloro che si rendono complici dell’ "offesa satanica" al profeta dell’islam, siano essi cristiani, ebrei o musulmani. E’ evidente che ormai incombe a tutti un dovere di non sottomissione alla tirannia e al grave pericolo rappresentato dall’ascesa sfolgorante dei lugubri, spettacolari e lunatici barbuti.

La spettacolarizzazione delle proteste degli estremisti organizzati, così come anche quelle dei governi musulmani ( “moderati” ma costretti a fare i conti con i fondamentalisti e l’odio delle piazze ) e le minacce di morte dei terroristi di matrice islamica , danno l’impressione che esista davvero una sola Umma transnazionale, saldata sul motivo – ricorrente, ed avanzato anche dopo l’11 settembre – dell’umiliazione e dei musulmani. Quando invece, mi pare, i musulmani non sono una sola testa che si piega all’unisono, né il terrorismo di matrice islamica è un movimento reattivo a qualche torto colossale, di portata oggettivamente storica. Il terrorismo di matrice islamica non è reattivo bensì è un movimento aggressivo: pronto a sfruttare anche vignette baldamente umoristiche per saldare le masse attorno al motivo dell’umiliazione dell’Islam e della riconquista dell’onore perduto. 

Ridursi all’identità e alla maschera e fissa e contratta del fedele ad oltranza ( sia esso islamista, cristianista, induista, buddhista, ecc.) non deriva tanto dalla paura di morire quanto dal terrore di sentirsi abbandonati e di non essere. Ne deriva la crudeltà, ovvero l’applicazione pratica di un’idea pura e dura di se stessi.

La manipolazione in chiave "religiosa" del tema dell’umiliazione è un motivo potente, di pericolosa manipolazione, che attiene alla sfera dell’ “affettività politica”. Proprio come avvenne con l’ascesa sfolgorante del nazismo, che – in piena crisi e boom demografico – faceva leva sul motivo dell’umiliazione proveniente dall’esterno e del pericolo dato per incombente della morte della Patria. Nel caso dei musulmani si tratterebbe però di una Matria, ovvero dell’Umma, la comunità idealmente transnazionale dei credenti. Non tutti i musulmani sono credenti, e fra i credenti non tutti pensano che quelle vignette rappresentino, come esagerando ad arte si legge su un sito islamista, “l’equivalente della shoah .” Una vera e propria assurdità! Inoltre vi sono anche imam che si sforzano di far capire ai fedeli che occorre , senza per questo perdere la fede, adattarsi alle leggi dei paesi che li ospitano, e rispettarne gli usi, i costumi e la cultura, senza pretendere di voler imporre la sharia’h e di considerare “infedeli” o “impuri” gli ospiti.

Il predicatore Qaradawi in diretta tv invita tutti i fedeli a colpire il nemico. Qui il testo di Magdi Allam per il Corriere: Una fatwa sui disegnatori: lecito ucciderli

 

 

 

 

 

 

 

 

 


" Basta, le vergini sono finite! " (una delle vignette del giornale danese Jillands Posten, definite "sataniche" dai fondamentalisti islamici )

Qui indicazioni su come comprare prodotti danesi (in Italia si può cominciare dalla birra).

 Grazie a Le Guerre Civili.

Le caricature su Maometto: l’Islam mostra la sua faccia più oscura ( Samir Khalil Samir a asianews )

nota

Ecco qualche estratto dai sermoni dei fondamentalisti trasmessi due anni fa, prima della comparsa delle vignette danesi, dalle televisioni nei Paesi arabi:

Il capo politico-religioso della Brigata Abu Hafis al Masri, che ha rivendicato il massacro di Madrid, ha detto che "Il conto con i Crociati spagnoli che secoli addietro hanno buttato a mare i Mori è ancora aperto".

Lo sceicco Yusuf Qaradawi: L’Islam tornerà ancora una volta in Europa come conquistatore e vincitore. L’espansione dell’Islam da Est a Ovest coinciderà con la conquista di Roma

Lo Sceicco Jamal Shaker dalla moschea principale di Amman, in Giordania: "O Dio, distruggi gli Ebrei e i Crociati nemici dell’Islam e umiliali"

Lo Sceicco Yusuf al Qaradwi, Qatar:"O Dio supporta i fratelli musulmani e guidali alla vittoria contro gli usurpatori, gli arroganti, gli ebrei e i Crociati"

Lo sceicco Salih Bin Muhammad al Talib, Arabia Saudita:" è tempo che Ebrei e Cristiani si convertano all’Islam. Dio non accetterà altre religioni e gli infedeli saranno condannati. La nazione islamica è forte e vincerà"

Siria, dottor Abdallah Rabib:"O Allah, regola i conti con i criminali sionisti, distruggi loro e i loro alleati, annienta le loro economie, scatena sugli infedeli la tua vendetta".

Fonte: http://www.rolliblog.net/archives/001799.html

 

 

 Se i terroristi maligni non compissero le loro cattive azioni “nel nome dell’Islam”, nessuno disegnerebbe caricature dell’islam politico per irridere l’oppressione a cui vorrebbero sottoporre l’universo mondo i fedeli ad oltranza. Il direttore del settimanale giordano Shehann, Jihad Al-Mumani, ha pubblicato tre delle dodici vignette definite “sataniche” dai fedeli a oltranza e si è rivolto così ai suoi lettori: «Cosa fa più male all’Islam: uno che si impegna a disegnare il profeta oppure un musulmano con addosso una cintura esplosiva che si fa saltare a una festa di matrimonio ad Amman o in qualunque parte del mondo? Oppure lo sgozzamento di un ostaggio davanti alle telecamere al grido di Allah Akbar?».

Parole sensate e molto opportune, visto che si rivolgeva soprattutto a lettori musulmani. Purtroppo, dopo la pubblicazione di queste sue osservazioni in controtendenza al progetto islamista e dei burattinai del terrore ( Iran e Siria ) che vogliono gettare solo benzina sul fuoco, anche il direttore di Shehann è stato licenziato ( come hanno fatto editori e direttori di giornali europei licenziando i propri direttori e mettendo il bavaglio ai propri redattori).

La preccupazione degli arabi liberali, così dei musulmani più sensibili e riflessivi e di tutte le persone di buona volontà, è espressa con molto coraggio e chiarezza, mi pare, in un editoriale di Ahmad Rafat: “Senza voler entrare in merito alle vignette in questione, che secondo le diverse sensibilità possono essere considerate offensive o meno, non è ammissibile che nei paesi che si definiscono democrazie laiche e secolari, gli editori facciano marcia indietro per timore di ritorsioni da parte di gruppi terroristici come Al Qaeda, oppure di governi anti democratici e autoritari come la Repubblica Islamica e l’Arabia Saudita. Di questo passo , utilizzando l’arma della minaccia e del terrorismo, il fondamentalismo islamico riesce non solo a manipolare l’opinione pubblica nei paesi con regimi totalitari, ma imporre la sua volontà e i suoi codici morali anche a un mondo che continua a definirsi libero e democratico.(…).

La decisione di editori e di direttori di giornali europei di licenziare i propri direttori e di imporre il bavaglio ai propri redattori, è interpretato dai terroristi e dai fondamentalisti islamici, come una loro vittoria e un cedimento della democrazia in un ‘ Europa che vive con la psicosi degli attentati terroristici. Cedere sulle vignette danesi, che personalmente non trovo nemmeno dei capolavori di satira, significa abbassare il prezzo che le democrazie sono disposte a pagare per difendere le libertà conquistate con anni di dura lotta e con grandi sacrifici. La rimozione del direttore del quotidiano francese per aver deciso di pubblicare una vignetta sull’islam, contiene un messaggio deprimente per chi nei paesi islamici si batte per la democrazia e la libertà d’espressione. Un giornalista iraniano o saudita, siriano o libico, che vive dietro alle sbarre per aver tentato di esprimere le proprie opinioni, e che considera l’Occidente il baluardo delle libertà civili ed individuali, si sente completamente abbandonato e indifeso vedendo l’Europa incapace, di resistere alle minacce del fondamentalismo e dell’autoritarismo arabo-islamico, e di difendere i propri giornalisti dagli attacchi di gruppi, persone e governi anti democratici.

La difesa della libertà d’informazione e d’espressione in Occidente, che non significa, come vorrebbero far passare i governi e i gruppi autoritari, la condivisione delle opinioni espresse da un individuo o da un giornale, ma semplicemente il riconoscimento del valore del pluralismo, è forse l’aiuto più efficace che il mondo libero può fornire a chi combatte contro il fondamentalismo e per la democrazia. (Leggi tutto in : Le vignette europee e la libertà d’espressionedi Ahmad Rafat – da : Arabiliberali.it )

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Una risposta a Della umiliazione e dei musulmani

  1. anonimo scrive:

    Complimenti per il post. Ottima analisi, equilibrata ed estremamente corretta. Ci vorrebbero molte piu’ persone di buona volontà come te e meno estremisti. Anche in casa nostra.

    Ciao.

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