Caravan petrol / Censurato Renato Carosone

  religiously correct

Caravan petrol…caravan petrol

(censurato Renato Carosone)

                 Coro:

Caravan petrol!…

Caravan petrol!…

Caravan petrol!…

Caravan petrol!…

Caravan…

Mm’aggio affittato nu camello,

mm’aggio accattato nu turbante,

nu turbante â Rinascente,

cu ‘o pennacchio russo e blu…

Cu ‘o fiasco ‘mmano e ‘o tammurriello,

cerco ‘o ppetrolio americano,

mentre abballano ‘e beduine

mentre cantano ‘e ttribbù…

Comme si’ bello

a cavallo a stu camello,

cu ‘o binocolo a tracolla,

cu ‘o turbante e ‘o narghilè…

Gué, si’ curiuso

mentre scave stu pertuso…

scordatello, nun è cosa:

Ccá, ‘o ppetrolio, nun ce sta…

Alláh! Alláh! Alláh!

Ma chi t”ha ffatto fá?

Comme si’ bello

a cavallo a stu camello,

cu ‘o binocolo a tracolla,

cu ‘o turbante e ‘o narghilè!…

Cu ‘o fiasco ‘mmano e cu ‘o camello,

cu ‘e gguardie ‘nnanze e ‘a folla arreto,

‘rrevutá faccio Tuleto:

nun se pò cchiù cammená…

Jammo, è arrivato ‘o Pazzariello!

S’è travestuto ‘a Menelicche…

‘Mmesca ‘o ppepe cu ‘o ttabbacco…

Chi sarrá st’Alí Babbá!?…

Comme si’ bello

a cavallo a stu camello,

cu ‘o binocolo a tracolla,

cu ‘o turbante e ‘o narghilè…

Gué, si’ curiuso

mentre scave stu pertuso…

scordatello, nun è cosa:

Ccá, ‘o ppetrolio, nun ce sta…

Alláh! Alláh! Alláh!

Ma chi t”ha ffatto fá?

Comme si’ bello

a cavallo a stu camello,

cu ‘o binocolo a tracolla,

cu ‘o turbante e ‘o narghilè!…

Finale:

Alláh! Alláh! Alláh!

Ma chi mm”ha ffatto fá?

Comme só’ bello

a cavallo a stu camello,

cu ‘o binocolo a tracolla,

cu ‘o turbante e ‘o narghilè!..

( Testo originale del brano scritto da Renato Carosone e "modificato" per essere utilizzato come sigla del reality show "islamically correct" di Canale 5 La fattoria).

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6 risposte a Caravan petrol / Censurato Renato Carosone

  1. anonimo scrive:

    Nel momento in cui decidete di chiudervi nei manifesti Occidentali, scegliete anche di non andare a cercare di capire e a dialogare cosi’ l’unica soluzione diventa l’autocensura.

    E’ il prezzo da pagare credo.

    Balqis

  2. giannidemartino scrive:

    L’autocensura come prezzo da pagare per essere in maniera manifesta occidentali ? Limitarsi perché si è limitati e dire : “ scusateci per quello che siamo e se lo manifestiamo, d’ora in poi ci censureremo preventivamente tutti”?

    La censura di Carosone, forse deriva dall’illusione di poter essere lasciati in pace perché ” tengo famiglia”, previo pagamento di un piccolo “pizzo” alle minacce degli islamisti, alla paura e alla viltà.

    Autopunirsi per essere occidentali, ancorché erranti, aperti e disponibili al dialogo, è un po’ come darsi la zappa sui piedi. Perlomeno così pare… In ogni caso, “la libertà di stampa – come ci ricorda il filosofo André Glucksmann – è il fondamento della democrazia. Solo i tribunali possono porre limiti, e solo dopo la pubblicazione. In democrazia non può esistere una censura preventiva, l’Europa dovrebbe ripeterlo all’unisono, indebolendo in questo modo le proteste degli integralisti. (..) Cedere alle minacce equivale a permettere l’instaurazione di un embrione di sharia, la legge islamica, in Europa occidentale”.

    L’instaurazione di un regime totalitario islamico impedirebbe, Balqis, qualsiasi dialogo e la possibilità di avanzamento di qualsivoglia conoscenza. Sarebbe un regime privo di un minimo d’ironia, dove tutti si prenderebbero assolutamente sul serio, chiusi nelle maschere di identità fisse e contratte, davvero un regime molto triste sia per gli orientali che per gli occidentali.

  3. anonimo scrive:

    Stavo leggendo quella cosa promossa da Pera, sottoscritta anche da lei se non sbaglio.

    Ora a parte l’ovvio sotterfugio elettorale, non ne capisco lo scopo.

    Se invece di stare a preoccuparvi della crisi d’identita’ messa in evidenza dai fondamentalisti e dal pericolo della Sharia in Europa, pensaste piu’ a costruire una piattaforma di dialogo, forse perdereste meno tempo e fatica con risultati migliori.

    Balqis

  4. giannidemartino scrive:

    Non sbaglia, Balqis, ho aderito con la seguente motivazione: “La storia contemporanea del terrorismo ‘nel nome dell’islam’ accumula omicidi, attentati, minacce, proibizioni di pensare e di parlare. E corrisponde non alla civilizzazione islamica ma a una politica condotta , a un tempo, dagli Stati e dai movimenti islamisti , per far regnare la paura, sottomettere le coscienze, imporre una morale unica, soffocare le voci delle fragili libertà che sono il frutto del lavoro dei nostri padri e delle nostre madri, nonché dei loro sacrifici e della loro gioia. Tacere o tergiversare, sarebbe accettare l’inaccettabile, sottomettersi all’aggressivo oscurantismo di matrice islamica e transnazionale che sequestra il vocabolario religioso dell’Islam e diventare complice della menzogna e del totalitarismo infame”.

    La piattaforma di dialogo, per perdere meno tempo e fatica con risultati migliori, forse è incominciare a dire chiaramente che le persone – sia quelle che si vivono come occidentali sia quelle che si vivono come orientali – sono stufe di sentirsi dettar legge dai barbuti ” nel nome dell’islam”.

    Quanto alla “crisi d’identità”, non so da voi neo-conversi, ma da queste parti non ce n’è, non molta. E il manifesto, più che una chiusura mi sembra la premessa ineliminabile per aprirsi -senza complessi e ancorché ingiustamente aggrediti in quanto di origine occidentale – agli altri.

  5. anonimo scrive:

    Hmmm pero’ come giustamente osserva Wellington, mischia di tutto un po’

    Forse c’era bisogno di una ricompattazione ma e’ venuta fuori male, opinione personale ovviamente

    Balqis

  6. Paolo-di-Lautreamont scrive:

    Il “manifesto” di Pera non è -come dice Liberazione- “in difesa della razza”. Se si guarda tra i primi firmatari ci sono sia Giorgio Israele sia molti laici maghrebini. Questo avrebbe dovuto mettere a tacere i soloni di turno, ma evidentemente…

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