Guerra e pace, un pensiero di Spinoza

 GUERRA E PACE

UN PENSIERO DI SPINOZA

"La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia". Baruch Spinoza

Titre : Allégorie : la Paix (l'abondance)
Description :
Auteur : Puvis de Chavannes Pierre Année création : 1861

Pierre Puvis de Chavannes, Allegoria della Pace ( l’abbondanza) 1861

Pare che al mondo non sia possibile che una piccola pace: quella che comincia nella mente e il cuore di ognuno, di ognuna; e si diffonde nell’ambiente attorno a sé, nel rapporto di amicizia con gli altri e con l’Altro.

Se attaccati, sarebbe meglio non rispondere con la violenza. Ma talvolta il meglio è nemico del bene. E per non rispondere con la violenza occorrerebbe uscire tutti quanti dalle trincee, in pieno sole, e deporre non solo le armi, ma anche il diritto alla vita, alla giustizia, alla libertà e a una patria. Occorrerebbe cioè non avere paese, né padre, né madre, né figli da proteggere. Insomma, non avere alcun potere, ed essere soli con il cielo.

Ma siamo al mondo. Di passaggio su questa terra e fra gli altri, di cui alcuni potrebbero per invidia, per odio o perché coltivano una qualche distorta memoria di antiche “umiliazioni” o “sconfitte” subite in passato ( come nella favola del “ Lupo e l’agnello”), designarci unilateralmente come “nemici”, e attaccarci.

Se attaccati, talvolta è bene difendere la libertà, la giustizia e il proprio paese.

Ma essere costretti a temere per la propria vita e a difendersi è una situazione infelice, comporta l’edificazione di muri appuntiti di difesa e l’uso di armi con le quali si può uccidere ed essere uccisi, con il rischio inoltre di colpire innocenti – specialmente se l’altra parte, credendo di poterne disporre per farne tatticamente dei martiri o shaid, si fa scudo perfidamente con donne e bambini.

Se non accetti di usare le armi, quelli che le usano ti colpiranno molto facilmente, e il dispotismo avrà la prevalenza su di te, togliendoti il paese, la giustizia, la libertà e la pace. ( Vogliamo fare la fine dei tibetani ? Non tutti sono tibetani).

Questa tragedia è antica quanto il mondo. E la guerra non è mai, da sola, una buona soluzione, perché dall’odio nasce odio, e non se ne vede la fine…

In una guerra è sempre la povera gente a soffrire, dall’una e dall’altra parte. Ed è come se morisse, con loro, una parte della nostra comune umanità.

Mi sembrano così drammaticamente attuali, ancora una volta, le seguenti parole di Freud, scritte nel 1929, alle soglie dell’ascesa sfolgorante, e pertanto non vista, del nazismo:

Il comandamento ‘ ama il prossimo tuo come te stesso’ è la più forte difesa contro l’aggressività umana (…). Eppure, chi nella presente civiltà s’attiene a tale precetto si mette solo in svantaggio rispetto a chi non se ne cura. Che immane ostacolo alla civiltà dev’essere la tendenza aggressiva, se la difesa contro di essa può rendere tanto infelici quanto la sua stessa esistenza! La cosiddetta etica naturale non ha qui da offrire nulla al di fuori della soddisfazione narcisistica di potersi ritenere migliori degli altri. L’etica che si appoggia alla religione fa qui intervenire le sue promesse di un aldilà migliore. Sono d’opinione che finché la virtù non è premiata sulla terra l’etica predicherà invano.” ( S. Freud, Il disagio della civiltà, 1929 ) .

Non resta, mi pare, che pregare, coltivare l’amicizia e sperare che i potenti della terra accolgano l’invito del papa: "Nel nome di Dio mi rivolgo a tutti i responsabili di questa spirale di violenza, perché immediatamente si depongano le armi da ogni parte!".

Da ogni parte” significa anche da parte di Hezbollah e di Hamas, finanziati da quegli stati che, specialmente come Siria e Iran, vogliono distruggere Israele e quel poco di pace che al mondo ancora prega, spera, ama e resiste all’ombra della barbarie incombente e di una possibile sciagura generale.


P.S. Personalmente, vorrei vivere in pace e starmene fuori dai coglioni di tutti – magari sulla luna. O – come ironicamente Amleto suggeriva a Ofelia – andarmene in convento!  ( lo fece anche il grande ateo Georges Bataille, che entrò in convento, almeno per un po’) .

Ma non è possibile, e se quaggiù c’è ancora l’ingiustia e la guerra, non è per effetto di cattiva salute, di  una inclinazione malinconica o una qualche curvatura di psiche. Perlomeno così pare. 

Probabilmente non sono le parole a fare la guerra ma la feroce verità della Morte.

In ogni caso, ecco dei leader confusi o cinici * , dei diplomatici impotenti, degli osservatori smarriti o ingenui. E la miseria, ancora ! La miseria della distruzione. E ancora le grida, le sirene, le ambulanze, e le campane. Proprio come sempre ?

Forse occorre il cuore di un medico per osservare senza dolore l’arto amputato per salvare una vita. E quello di un bravo militare o lungimirante condottiero per vedere al di là della distruzione il mutamento, così come anche la trasformazione che è nel rifiorire della vita ad ogni istante nuova, sorgente; e che , saldamente fiduciosa, non conosce spazi vuoti.

    Nota 

    * DIPLOMAZIA cinica o confusa, detta “ Della mano tesa”     

    Ognuno dice all’altro: “ Tendete mio caro ! Tendete ancora di più !

Fonte: http://www.iran-resist.org/article1580

 

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Una risposta a Guerra e pace, un pensiero di Spinoza

  1. anonimo scrive:

    Il meglio è nemico del bene.

    E’ una massima da scolpire.

    Ciao zingaro.

    Valter Binaghi

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