Odori, nuovo libro di Gianni De Martino

 NUOVO LIBRO

Odori DALLA PREFAZIONE ALLA NUOVA EDIZIONE RIVEDUTA E AMPLIATA

La maggior parte delle discussioni sull’olfatto parte da una premessa, che è anche una conclusione, sulla sua minore finezza rispetto alla vista e all’udito. Questo raffronto , come si vedrà nel capitolo “ Il naso dei filosofi”, di solito si accompagna all’ipotesi che la scarsa capacità di discriminare gli odori manifestata dagli umani indichi una perdita di significato per loro, quasi come se fosse un segno della loro avvenuta civilizzazione. Probabilmente si tratta di una fase di non-ritorno, a meno di non voler ritornare al Paleolitico.

Ai nostri giorni, è nello sniffer necrofilo Jean-Baptiste Grenouille, eroe del romanzo di Patrick Suskind Il Profumo, che si può ritrovare l’illustrazione della tentazione di recedere dalla pulsione voyerista a quella di un olfatto onnipotente. Vero Prometeo dell’odore, Grenouille rappresenta in maniera fantasmatica la posizione ambigua e paradossale che occupa ancora oggi la seduzione aromatica: artificiale, giacché per comporre un profumo irresistibile dovrà estrarlo dai corpi appena uccisi di venti fanciulle vergini, la volontà di seduzione farà corto circuito tra il sacro e il profano, l’amore e la morte. “ Nato senza odore nel luogo più puzzolente del mondo”, Grenouille, emarginato come si pretende che oggi sia l’olfatto, desiderando di sedurre e di essere amato, alla fine si cosparge del potente profumo da lui composto e si offre alla folle passione che esso suscita negli altri: un amore cannibalico e letteralmente divorante. Rinunciando alla vita stessa, per non subire lo stress inerente al conflitto tra Eros e pulsione di morte, da questa rappresentato, il seduttore profumato come uno shaid, un martire-killer, crede di affrancarsi in tal modo dai suoi problemi, dalla storia e dalla materia.

La doppia appartenenza della seduzione aromatica all’amore e alla morte ci rimanda all’antica mitologia degli aromi presso i Greci: Adone stesso, il seduttore per eccellenza ( sua madre è Mirra, l’albero della mirra, e una delle sue amanti è Afrodite), morirà ucciso da un cinghiale mandatogli contro, mentre cacciava, da Ares, amante della stessa Afrodite. Morirà impotente in una lattuga infracidita dove cerca di sfuggire al suo rivale, dopo aver condotto una doppia vita tra le sue amanti Afrodite e Persefone. Nell’antichità il culto di Adone era diffuso soprattutto fra le donne, che ne piangevano la morte e ne rimpiangevano la straordinaria bellezza, durante la festa detta delle Adonie.

Il ruolo culturale dell’olfatto costituiva già nell’Antichità greca una impalpabile rete di simboli e di miti . Significativo, per esempio, è anche il mito greco della seduzione aromatica della pantera profumata, riportato dapprima da Aristotele, Teofrasto, Plutarco ed Eliano, ed infine approdato alla simbologia cristiana come metafora della cattura mistica, quella che la parola del Cristo compie invisibilmente sulle anime. Si tratta di un passaggio decisivo, alle origini della civiltà occidentale, in cui i primi miti della seduzione erotica degli odori introducono una differenza tra la funzione positiva e solare degli aromi immarcescibili come l’incenso da restituire agli dèi attraverso il fumo fragrante , e una funzione negativa degli stessi profumi usati a fini erotici e seduttivi. I miti aromatici illustrano una “sfasatura” del desiderio ed evidenziano una mancanza dalla quale l’uomo cosiddetto civilizzato sembra non essersi ancora ripreso. Il nostro rapporto irrisolto con gli odori è di natura soprattutto culturale (…)

Forse – dico a me stesso – sarebbe stato meglio, invece di scrivere Odori , seguire il consiglio del Tao Te Ching, nella traduzione di Castellani: “ In società comportati come se fossi un idiota, questo è il segreto essenziale”. Sono cose fondamentali e c’è un’antitesi tra richieste pulsionali, o anche la curiosità di spingersi sui limiti a fiutare le tracce degli estruvi e ad esaminare i bubboni per amore della verità, e pretese della civiltà. Generalmente, allorché si è messi alle strette tra verità come richiesta pulsionale e civiltà, scegliendo la civiltà è giocoforza cominciare anche a indorare la pillola, a smettere di prendere la parte del bambino cattivo o dell’Orco ( “Ucci ucci sento odor di…”).

Il tabù dell’odore esiste. E in società occorre fingere di essere un cieco dell’odorato, di essere adulto e rigorosamente snasato, e di non aver visto e soprattutto mai sentito niente. “ Mai sciupare una bella storia con la verità”, raccomandava Oscar Wilde. Insomma, benché il naso mobiliti verità tanto attraenti quanto complesse e non sempre gradevoli, il compito della letteratura pare quello di dover presentare un mondo senza puzze e puzzette, ovvero come non è affatto.( …)

Insomma, il presunto declino dell’olfatto e dei bei nasi di una volta sarebbe inversamente proporziato al progredire del processo d’incivilimento. E l’olfatto, ci viene detto, è un senso che forse la nostra specie sta perdendo. Dominique Giorgi del Centro ricerche biochimiche di Montpellier, nell’ambito dello studio del genoma umano, ha scoperto che il 72% dei geni cui si deve la percezione dell’olfatto è "spento". L’1% della popolazione poi non avverte alcun odore e il 50% degli individui non distingue il tipico "profumo di uomo", il muschiato androstenolo. Aiuto, aiuto, insieme al naso, ci hanno rubato anche l’ “ Aura”!

Questa specie di emissione sensoriale dell’olfatto, questa invisibile fragranza “naturale”, portatrice delle vertigini più intime, più misteriose e più indefinibili, non sarebbe ormai più percepibile che da alcuni rari soggetti con un modello sensoriale diverso dalla norma. Impiegando tutte le risorse della retorica per comunicare l’odore della sua ineffabile esperienza, Helen Keller così si esprime:


Attorno ad alcune persone fluttua un odore vago ed irreale, che vanifica qualsiasi tentativo di identificarlo. E’ la chimera della mia esperienza olfattiva. Mi capita a volte di incontrare persone che mancano di tale odore individuale, e questi raramente si rivelano delle persone piacevoli e piene di vita. Invece, chi possiede un odore personale marcato spesso è ricco di vitalità, di energia e di perspicacia. […] Le emanazioni maschili sono, di norma, più intense, più vivide, più ampiamente differenziate di quelle delle donne. L’odore degli uomini giovani ha qualcosa di primordiale, come di fuoco, di tempesta e di salsedine. Pulsa di esuberanza e di desiderio. Ricorda cose forti, belle e allegre, e mi riempie di un senso di felicità fisica”.

Vissuta tra il 1880 e il 1968, la Keller, che era cieca e sorda, divenne scrittrice e paladina dei diritti umani, riconosciuta come una delle più grandi donne del pianeta .

Tutto questo non significa diventare militanti o profeti del naso, promuovere una campagna stampa a favore dell’eau de caprone e accodarsi a slogan neo-ecologisti del tipo: “ Ascelle pezzate di tutto il mondo unitevi!”. Errerebbe, quindi, chi leggendo questo libro, crederebbe che io abbia voluto fare un panegirico della puzza. Tale non fu il mio disegno, come non è quello di preconizzare il nuovo manifesto anti-sapone o di promuovere un convegno ambientalista per diffondere la Puzza Mondiale . Io sono di quelli che non applaudono il sindaco di Londra, Ken Livingston, detto Ken il Rosso, quando dice che per risparmiare acqua e nello stesso tempo godere degli effluvi di Madre Natura ( questa specie di Dea verde ) quando si va in bagno non bisogna tirare lo sciacquone.

Ancora un passo e la doccia verrà dichiarata un crimine contro l’umanità. Lo faranno coloro che si proclamano nemici dell’inquinamento e tuttavia continuano a girare in automobile, e, per quanto si richiamino Ken il Rosso, fanno anche loro, ogni tanto, il bidet, sia pure di nascosto. Senza arrivare, per dispetto ecologista, a scrivere un elogio della puzza, bisogna riconoscere che nella maggior parte dei casi avere naso non sembra più necessario. Anche se a scapito della felicità fisica. E probabilmente con conseguenze negative, soprattutto in Europa, sulla riproduzione umana (…). Ah, la triste Europa dell’individuo senza naso.

Da :Odori , Editore Apogeo, Milano, 2006

Recensioni

La gaia scienza dell’olfatto, Antonello Colimberti

– VogueVanity – Moda, tendenze, look

–  A lume di naso, Armando Adolgiso, Webmagazine quotidiano www.nybramedia.it Sez. Cosmotaxi.

Urraonline – Odori – Recensioni

Biblioparfum : Bibliographie sur les parfums

 

Odori di fondo

di Emanuele Scoppola

Le associazioni inconscie tra odori ed emozioni hanno stimolato molti pensatori, anche fuori dai laboratori e dai dipartimenti scientifici. Il saggista e giornalista Gianni De Martino a questo tema ha dedicato un bel libro dall’eloquente titolo Odori. Entrate in contatto con il quinto senso (edizioni Apogeo, in uscita a settembre in seconda edizione). «Nella tradizione della cultura occidentale l’olfatto è stato spesso svalutato spiega De Martino Il pensiero aristotelico, e poi la filosofia della Ragione, hanno privilegiato piuttosto la vista, come senso della distanza prospettica e della teoria, rispetto all’olfatto, più direttamente legato alla dimensione animale dell’essere umano». In questa tradizione non mancano importanti eccezioni. Friedrich Nietzsche, ad esempio, nel mondo primordiale dell’olfatto rivendica la componente dionisiaca della cultura umana e ne Il crepuscolo degli dèi, del 1899, scrive: «Quali magnifici strumenti di osservazione ci offrono i nostri sensi. Il naso, ad esempio, di cui nessun filosofo ha scritto mai con riverenza e gratitudine, è di fatto il più delicato degli strumenti di cui disponiamo».

Secondo Sigmund Freud, invece, il passaggio della specie umana alla posizione eretta ha determinato una trasformazione cruciale: gli stimoli sessuali, da olfattivi, sono diventati visivi e continui, non più legati ai tempi dei cicli biologici della fertilità. E proprio questa "rimozione originaria" suggerisce perché tante patologie psichiatriche si concentrino sulla vita sessuale.

«Con il mio libro, fin dal sottotitolo, ho voluto rivendicare l’importanza dell’olfatto, che oltretutto costituisce una cerniera tra i sensi della distanza, come vista e udito, e i sensi del contatto diretto come il gusto e il tatto aggiunge Gianni De Martino, di cui l’editore Apogeo pubblicherà tra qualche mese un nuovo lavoro dal titolo Viaggi e profumi, alla scoperta dei paesi produttori di piante da profumo ( con un capitolo sui legami tra le culture pre-moderne e le spezie). Ma resta evidente che si tratta di una provocazione: non vorrei che l’umanità tornasse davvero a un’organizzazione basata sugli odori, come succede per molte altre specie animali. Anche tra l’occhio e il naso si tratta, come al solito, di trovare una mediazione equilibrata».

da ‘La nuova ecologia‘ giugno 2006, p. 68-69

 



Bartolomeo del Bene, "La porta dell’odorato", in Civitas veri sive morum, ( Venezia, 1585) , da :Odori , Editore Apogeo, Milano, 2006

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Una risposta a Odori, nuovo libro di Gianni De Martino

  1. barcaiolo scrive:

    Ciao, ti invito a visitare il mo neonato blog, che sarà aggiornatissimo. Un saluto,

    Ezno

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