Venerdì santo

 "CROCIFISSIONE” :

DIVINA ABIEZIONE DI GRUNENWALD

Ekphrasis, “descrizione in parole di un’opera pittorica”, ma anche un “mettere davanti agli occhi” – come vuole la denominazione greca – il tremito delle linee, delle ombre, dei volumi, che Huysmans coglie in un quadro della Crocifissione di Grünenwald  )

  

“Slogate, quasi strappate dalle spalle, le braccia del Cristo parevano avvinte per tutta la loro lunghezza dalle cinghie arrotolate dei muscoli. L’ascella spezzata scricchiolava; le mani spalancate protendevano dita spasmodiche e tuttavia benedicenti, in un gesto in cui preghiera e rimprovero si confondevano; i pettorali, lucenti di sudore, guizzavano; il torace era segnato dalle doghe della gabbia rilevata delle costole; le carni si enfiavano, salnitrate e bluastre, segnate dai morsi di pulci, picchiettate come da trafitture d’ago dalle punte delle verghe che, spezzantesi sotto la pelle, in più luoghi la crivellavano ancora di schegge.

L’ora della putredine era giunta; la piaga cruenta del fianco ruscellava più copiosa, inondava l’anca di un sangue simile al succo scuro delle more; sierosità di un rosa sporco, secrezioni lattiginose, acque simili al vino grigio della Mosella trasudavano dal petto, inondavano il ventre cinto nei panneggi rigonfi di un lenzuolo; alle ginocchia le rotule, raccostate a forza, si toccavano, e le gambe torte s’inarcavano fino ai piedi che, posti l’uno sull’altro si distendevano ormai in piena putrefazione, verdastri, tra fiotti di sangue.

 Quei piedi spugnosi e scagliosi erano orribili; la carne si gonfiava, sovrastava la testa del chiodo e le dita contratte contraddicevano il gesto implorante delle mani, maledicevano, artigliavano quasi, con la cornea bluastra delle unghie, l’ocra del suolo ricco di ferro, simile ai terreni purpurei della Turingia”. (Joris-Karl Huysmans, Là-bas)

  Per l’antropologo René Girard " lo scandalo di Cristo [..] è inscritto nella natura della Passione. Nella sua nuda, intollerabile crudezza […] ". Lo sguardo delle altre fedi sul cristianesimo ( specialmente dell’islam che non ha una teologia né della caduta né della sconfitta ) è dominato dalla convinzione che un credo in cui Dio diventi uomo manchi di rispetto per Dio. "Sono invece certo – dice Girard – che proprio in questo nucleo scandaloso sia racchiusa la grande forza del cristianesimo, che sa dirci tanto, o tutto, sull’essenza dell’uomo e sul suo rapporto con la violenza". Sacralità e violenza sono infatti temi centrali in Girard. "C’è chi ha soppresso del tutto la Passione, o chi, come gli ariani ha detto che Cristo non era Dio. Quella che viene chiamata gnosi cerca sempre di sfuggire allo scandalo di Dio fatto uomo, e come tale pronto a soffrire".

  La crocifissione è il grado più basso della “discesa” del Verbo incarnato. Per quanto possa sembrare misterioso e dicibile forse solo per ellissi , il Dio incarnato – quello che grida "ho sete" e mormora "tutto è compiuto" – dona tutto se stesso per amore e trasfigura il mondo nell’ora della nera putredine. E Giovanni, per designare questo aspetto paradossale della rivelazione del volto di Dio, dice “ innalzamento”. Il mistero della croce è manifestazione della gloria stessa di Dio incarnato, trasfigurazione nell’abisso e messaggio di salvezza. Per poco che si creda, ogni caduta non è cascare nella dissipazione nostra e della natura ma “caduta” in Cristo, che “chiama a una pienezza di vita che va ben oltre la sua esistenza terrena , poiché consiste nella partecipazione alla vita stessa di Dio” ( Evangelium Vitae ). In ogni caso, è dalla fede  cristiana che la modernità e l’uomo cosiddetto civilizzato ( il "bestione", direbbe Gianbattista Vico ) ricevono un reale più largo, si aprono – a differenza del mito – alla pietà per la vittima  e imparano a ridurre violenza, egoismo e brutalità.

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