Cineserie

MENZOGNE CINESI & CARITÀ COMUNISTA
«Kamikaze per il Tibet»: l’assurda insinuazione della Cina
Mentre in Tibet si allarga la protesta, secondo la Cina il Dalai Lama  prepara “ipocritamente” dei kamikaze “per distruggere l’armonia sociale nel nostro Paese” * .
Questa disinformazione ed altre “notizie” dal socialismo reale, se non surreale, riguardanti il Tibet, le altre “nazionalità” della Cina e l’”armonia” che regnerebbe in Cina sul sito della Radio governativa cinese: http://italian.cri.cn/.
“E’ assurdo dire che ci sono ‘squadre tibetane suicide’ pronte a fare attentati contro le Olimpiadi. E’ un altro tentativo della Cina di farci passare per estremisti e terroristi” e giustificare una repressione violenta. Tsering Choedup, coordinatore per l’Asia del sud di International Tibet Support Network, parla ad AsiaNews delle molte menzogne antitibetane che la propaganda cinese imbandisce per il mondo.
 “Queste affermazioni sono pura propaganda dato che per noi buddhisti il suicidio è il peggiore dei crimini – ha dichiarato inoltre Thubten Samphel, portavoce del governo tibetano in esilio che ha sede a Dharamsala, nel nord dell’India. – La nostra lotta è non violenta e gli attentati suicidi sono contrari al buddhismo. Questo tipo di insinuazioni non danno vantaggi nè ai cinesi nè ai tibetani”.
* LETTURA CONSIGLIATA
A proposito di “armonia sociale” e carità comunista, è consigliabile la lettura del recente libro-inchiesta Cina. Traffici di morte a cura della Laogai Research Foundation uscito in Italia presso Guerini editore. V. l’articolo “Fucilati ed espiantati”
Si tratta della traduzione curata dalla Fondazione Laogai Italiana di un rapporto-denuncia (col titolo originale "Communist Charity") riguardo le esecuzioni capitali e il traffico degli organi umani espiantati dai condannati a morte, pubblicato dalla Laogai Research Foundation di Washington nel Maggio del 2001.
Il curatore Toni Brandi della Laogai Foundation Italiana riferisce che attualmente “in Tibet vi sono almeno 24 Laogai , campi di concentramento, dove spesso i Tibetani vengono uccisi ed i loro organi venduti sul mercato nazionale ed internazionale degli organi umani”.
Su quattro di questi 24 laogai si conosce la vera identità:
“ l’industria Carpet Factory produce tappeti destinati all’esportazione e si trova nel carcere Drapchi (il 12% dei detenuti sono imprigionati perché dissidenti), la Bomi Prison e la Powo Tramo Prison, dove sono stati trasferiti i tibetani condannati per ‘reati politici’; infine il laogai Nitang Brickyard, nella prigione Chushur. Questo carcere è stato visitato nel dicembre 2005 da Manfred Nowak, rappresentante della Commissione contro la tortura, che ha confermato, in un rapporto del 2006, l’uso diffuso della tortura nelle carceri cinesi. Non è la prima volta che denunce sulle violenze in Tibet, commesse dai ‘colonizzatori’ cinesi, vengono denunciate da dissidenti, giornalisti e religiosi. Ormai vi è un’ampia letteratura sui massacri, le torture, le persecuzioni di suore e monaci.” Fonte: http://www.liberal.it/dettaglio.asp?id=230
 
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