Addio ad Albert Hofmann

 ADDIO AD ALBERT HOFMANN
Il "padre dell’Lsd", Albert Hofmann, è morto questa notte all’età di 102 anni, nella sua casa del Rittimatte presso il villaggio di Burg nel Leimental, in Svizzera.
 

Photo from Hofmann.org
 

"All’inizio vi è la mera percezione di un oggetto, senza che questo susciti il nostro benchè minimo interesse. Il secondo grado consiste nel fatto che l’oggetto richiama su di sé la nostra attenzione. Al terzo livello l’oggetto viene analizzato più attentamente e indagato. In questa fase incominciano il pensiero scientifico e l’analisi scientifica. E’ a questo stadio che di solito il vedere si ferma nella quotidianità. Si raggiunge il grado più alto del vedere, ossia il grado più alto della relazione con un oggetto e più in generale con il mondo esterno, se viene superato in modo cosciente il confine tra soggetto e oggetto, tra osservante e osservato, tra me e il mondo esterno. A questo livello l’Io è divenuto un tutt’uno con il mondo e con il suo sfondo spirituale. Questa è la condizione dell’amore."  Albert Hofmann

 
 “ Ci sono esperienze di cui la maggior parte delle persone evita di parlare perché non si conformano alla realtà quotidiana e sfidano ogni spiegazione razionale. Non sono eventi esterni particolari, bensì accadimenti delle nostre vite interiori, che vengono generalmente respinti come creazioni della fantasia ed esclusi dalla memoria. L’immagine familiare del nostro mondo subisce d’improvviso una trasformazione insolita, stupefacente o allarmante; la realtà ci appare in una nuova luce, assume un significato particolare. Esperienze del genere possono essere leggere e fugaci come un soffio d’aria, oppure fissarsi profondamente nelle nostre coscienze.
Ho sempre vivo il ricordo di un episodio che vissi durante l’infanzia. Avvenne un mattino di maggio; ho dimenticato l’anno, ma posso indicare ancora il luogo esatto lungo il sentiero di una foresta a Martinsberg sopra Baden (Svizzera). Passeggiavo in quei boschi che si stavano rivestendo di un nuovo e scintillante manto verde. Illuminato dal sole mattutino, l’ambiente era saturo del canto degli uccelli; d’improvviso, tutto apparve in una luce insolitamente splendente. Forse per disattenzione mi era sempre sfuggito il reale aspetto della foresta primaverile che andavo di colpo scoprendo solo adesso? Essa risaltava nello splendore di una bellezza primigenia, che toccava il cuore, gli parlava, come se avesse voluto abbracciarmi nella sua maestà. Mi sentii pervaso da una indescrivibile ed esultante sensazione di appartenenza e di pace interiore. Non ho idea quanto a lungo rimasi rapito in quel luogo, ma ricordo il turbamento che provai non appena quello splendore lentamente svanì e di nuovo mi incamminai sul sentiero. Come poteva una visione così chiara e convincente, percepita in modo così diretto e profondo, non essersi soffermata più a lungo? E come avrei potuto comunicarla, incitato a farlo dalla mia gioia irrefrenabile, dal momento che sapevo non esistevano parole per descrivere ciò che avevo visto? Mi sembrava strano che un bambino come me avesse conosciuto una cosa tanto meravigliosa, qualcosa di cui gli adulti ovviamente non si accorgevano, visto che non me ne avevano mai parlato. O era uno dei loro segreti?
Nell’infanzia ho vissuto altri momenti come questo, durante le mie escursioni attraverso le foreste e i prati. Furono queste esperienze a modellare i principali lineamenti della mia visione del mondo ed a convincermi dell’esistenza di una realtà vitale e impenetrabile allo sguardo quotidiano. Spesso mi domandavo se sarei mai stato capace, da adulto, di comunicare questa conoscenza, se avrei mai avuto la possibilità di rappresentare le mie visioni scrivendo poesie o dipingendo. Ma sapevo di non avere nessuna inclinazione per queste due forme artistiche; tanto valeva custodire quelle esperienze nel segreto della mia coscienza. Molto più tardi, in età adulta, venne inaspettatamente, anche se non proprio a caso, a stabilirsi un nesso tra la mia professione e le avventure visionarie dell’infanzia. Motivato dal desiderio di indagare la struttura e il fondamento della materia, decisi di dedicarmi alla ricerca chimica.
La mia curiosità infantile per il mondo vegetale mi sollecitò a specializzarmi nello studio dei costituenti delle piante medicinali. Nel corso della mia carriera incontrai le sostanze psicoattive con effetto allucinogeno, che date certe condizioni possono provocare stati visionari simili alle esperienze spontanee appena descritte. Una di queste sostanze, la più importante, è l’Lsd. Gli allucinogeni, composti psicoattivi di notevole interesse scientifico, hanno ricevuto accoglienza nella ricerca medica, in biologia e in psichiatria. Successivamente – in particolare modo l’Lsd – hanno anche avuto un’ampia diffusione all’interno del mondo delle droghe. Studiando la produzione letteraria attinente alle mie ricerche venni a conoscenza del valore universale dell’esperienza visionaria. Essa occupa un posto rilevante nel misticismo e nella storia delle religioni, ma anche nel processo creativo artistico, letterario e scientifico. Indagini recenti hanno mostrato che anche le persone comuni possono avere, nella loro vita quotidiana, simili esperienze, sebbene la maggior parte non riesca a riconoscerne il significato e il valore.
Le visioni che ebbi da bambino non sono evidentemente così infrequenti. Assistiamo in questi anni a una ricerca diffusa di conoscenza mistica e di spazi visionari per accedere ai livelli più profondi e più vasti della realtà preclusi alla nostra coscienza razionale. Molti sono i tentativi per riuscire a superare la visione materialistica del mondo; oltre ai seguaci delle dottrine religiose orientali ci sono psichiatri che ricorrono come via terapeutica privilegiata a questo tipo olistico di esperienza. Condivido l’opinione di molti contemporanei secondo cui la crisi di valore che pervade tutti i settori della società industriale occidentale può essere ostacolata solo da un cambiamento nella nostra immagine del mondo. Dovremmo compiere la transizione dall’idea dualistica dominante, che separa l’uomo dal suo ambiente, verso la nuova consapevolezza di una realtà onnicomprensiva che includa anche il soggetto conoscente, affinché l’uomo si senta unito con la natura vivente ed il creato intero. Tutto ciò che può agevolare questo fondamentale mutamento nella nostra percezione del mondo deve perciò meritare una sincera attenzione: le molteplici tecniche della meditazione, in primo luogo, laica o religiosa, che aiutano ad approfondire la consapevolezza della realtà in virtù di una totale esperienza mistica.
Un’altra importante via per il raggiungimento dello stesso obiettivo, benché tuttora contestata, è l’uso delle proprietà modificatrici di coscienza degli allucinogeni. In questo contesto l’Lsd può rivelarsi di estremo beneficio nei trattamenti psicoterapeutici, aiutando il paziente a riconoscere le proprie difficoltà nel loro vero significato. L’induzione programmata di esperienze visionarie, tramite Lsd e altre sostanze allucinogene, comporta alcuni rischi che non debbono essere sottovalutati; è la coscienza, la parte più profonda del nostro essere, il luogo dell’azione di queste sostanze. La storia dell’Lsd dimostra ampiamente quali conseguenze catastrofiche possono derivare da una cattiva valutazione del suo effetto profondo, soprattutto se considerato una droga di svago.
Un’esperienza con Lsd richiede una preparazione particolare, sia della persona che sperimenta, sia dell’ambiente che la circonda; solo in questo modo è possibile ricevere tutta la ricchezza di significato che questa comporta. L’uso inappropriato ed equivoco ha costretto l’Lsd a divenire il mio bambino difficile. In questo libro vorrei offrire un quadro comprensivo dell’Lsd, della sua origine, dei suoi effetti e pericoli, per avvertire dell’abuso crescente di questo farmaco straordinario. Spero in tal modo di porne in evidenza i possibili impieghi, compatibili con la sua azione caratteristica. Credo che se le persone imparassero a usare in modo più saggio le sue peculiari proprietà visionarie, in un contesto terapeutico e con l’ausilio della meditazione, questo bambino difficile potrebbe divenire, nel futuro, un bambino prodigio.”
Albert Hofmann
Da : “LSD: il mio bambino difficile. Riflessione su droghe sacre, misticismo e scienza,  Milano, Urra/Apogeo,  2005

La mia visione del mondo sgorga da due sorgenti. La prima è da rintracciare nell’infanzia; essa ha a che vedere con la percezione infantile della natura, paragonabile alla visione mistica. Quand’ero bambino e nella tarda fanciullezza ho vissuto taluni siffatti episodi di gioia intensa: quando un prato in fiore o un luogo soleggiato dentro il bosco d’improvviso risplendevano in una chiara insolita luce di avvolgente bellezza, che colmava l’animo di felicità indescrivibile… La seconda fonte della mia visione del mondo risiede nelle conoscenze acquisite in virtù della mia attività professionale di ricercatore chimico e dello studio di opere di carattere scientifico e filosofico. Il cristianesimo, i grandi filosofi, poeti e scrittori rimarchevoli hanno parimenti contribuito alla sua formazione. Albert Hofmann, da Elogio del puro contemplare, Milano, Urra/Apogeo, 1997, pp.13-14.
 
Albert Hofmann con il filosofo tedesco Ernst Jünger (1970)
«Le incrinature non sono solamente punti di esplorazione, ma anche di distruzione. Paragonati agli effetti delle radiazioni, quelli delle sostanze magiche sono più genuini e molto meno violenti. Ci conducono in maniera esemplare oltre l’uomo.
In un certo senso Gurdjieff lo ha già intuito. Il vino ha già cambiato molto, ha portato con sé nuove divinità e una nuova umanità. Ma rispetto alle nuove sostanze è come la fisica classica rispetto alla fisica moderna. Queste cose dovrebbero essere sperimentate solo in ambienti circoscritti. Non sono d’accordo con le idee di Huxley, secondo cui le masse dovrebbero avere l’opportunità di conoscere la dimensione trascendentale
» Da una lettera di Jünger ad Albert Hofmann, in Albert Hofmann, LSD: i miei incontri con Huxley, Leary, Jünger, Vogt, Stampa Alternativa, Roma 1992.
 
Libri di Albert Hofmann in italiano
 Percezioni di realtà, Roma, Stampa Alternativa, 1993.
Viaggi acidi, Roma, Stampa Alternativa, 1992 (2°.ed. 1995).
LSD: I miei incontri con Huxley, Leary, Junger, Voigt,  Roma, Stampa Alternativa,1992 (2°.ed. 1995).
I misteri di Eleusi,  Roma, Stampa Alternativa, 1993 (2°.ed 1995).
LSD: Il mio bambino difficle. Milano, riflessione su droghe sacre, misticismo e scienza, Milano, Urra/Apogeo, 1995  ( 2° ed. 2005).
Alla scoperta dei Misteri Eleusini ( con R. Gordon Wasson e Carl A.P.Ruck), Milano, Urra/Apogeo, 1996.
Elogio del puro contemplare, Milano, Urra/Apogeo, 1997.

Still life, 1981 by Sophie Grandval
© Sophie Grandval, Bridgeman Art Library / Private Collection

 
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3 risposte a Addio ad Albert Hofmann

  1. anonimo scrive:

    Buon Viaggio, Albert !

    Fabio D’Amico

  2. lail scrive:

    l’invenzione di Albert …sara’ utile alla medicina moderna..infatti stanno studiando come somministrarla ( con le dovute modifiche ) agli ammalati terminali…e ridurre cosi’ la morfina…che essendo un “deprimente” muscolare tende ad arrestare il cuore…inoltre la sua efficacia contro il dolore pare sia superiore..un saluto lail

  3. giannidemartino scrive:

    Come riferisce anche il Corriere di oggi, nel 2006, in occasione del suo centesimo compleanno, Hofmann ne condannò la distribuzione e sottolineò che si tratta comunque, “di un prodotto speciale in quanto agisce sulla coscienza, che ci distingue dagli animali. Conosco l’Lsd, non ho più bisogno di prenderlo. Forse farò come Aldous Huxley che lo chiese a sua moglie per sopportare il dolore dell’agonia per un cancro alla gola”.

    Nota: il dipinto “Still life” è di Sophie Grandval, un’artista attiva a Essaouira, in Marocco, nel 1969-1970, durante la breve stagione fiorita della psichedelia e dei lunghi capelli.

    Un saluto.

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