L'Iran non vuole fermarsi

FLAGELLI
L’IRAN NON VUOLE FERMARSI

NESSUN PASSO INDIETRO SU PROGRAMMA ATOMICO
L’Iran prova a mostrare i "muscoli"
                     
Ahmadinejad: «I nemici non riusciranno a fermare il nostro programma».
 
"Se anche riuscissero a isolarci, l’Iran diventerà ancora più determinato a continuare la sua strada verso il nucleare – afferma  il Presidente iraniano -. Quelle potenze tracontanti debbono sapere che le minacce e le pressioni non le metteranno al riparo da noi».
Khamenei: «Avanti sul nucleare»
Il successore di Khomeini: «La comunità internazionale non ci fermerà»
Nell’ultimo incontro per i negoziati, tenutosi il 19 luglio a Ginevra, l’Iran aveva chiesto due settimane di tempo per esaminare le proposte del 5+1 (i paesi con seggio permanente in Consiglio di Sicurezza Onu più la Germania). Si trattava di incentivi per il nucleare civile in cambio di uno stop al programma di arricchimento dell’uranio.
Proprio mentre sfida la comunità internazionale, il regime khomeinista fomenta la tipica sindrome prebellica della madrepatria « accerchiata e umiliata dal potente e tracotante nemico esterno»; e la diplomazia, non solo quella europea, sembra piuttosto nervosa: non riesce a fermare la corsa scandalosa alla bomba atomica dei mullah e degli hezbollah.
Loro sanno quello che ( direttamente o indirettamente ) vogliono fare: cancellare dalla carta della storia i vicini di casa. E’ un programma “logico”, fondato sulla volontà dell’Onnipotente, ed è un forte desiderio, una vera e propria passione. Le democrazie invece credono nel “dialogo” e nella politica dell’appeasament, non all’esistenza dei  “nemici”, dell’ “odio islamista” o dell’apocalisse.
 Le democrazie credono anche, o credono di sapere, che nel rifiuto della complessità si annida la tirannia.
Intanto mentre in democrazia si discute, ci si interroga e si bisbiglia di affari, di petrolio, di sigarette e di “minaccia nucleare”, il regime dei  devoti all’Onnipotente guadagna tempo. E il “punto critico” si avvicina pericolosamente, rendendo purtroppo l’ipotesi di uno scontro militare, forse anche nucleare, sempre più concreta.
 
Link
 
>La bomba atomica iraniana destabilizzerà il Medio Oriente

“Panorama” 1 lug 2008 “ Sotto la forza del suo ombrello atomico, l’Iran potrà alimentare il terrorismo in Iraq, in Libano, a Gaza, negli Stati del Golfo Persico”.

P.s. Certo, abbiamo comunque la necessità, per vivere sufficientemente bene, di coltivare illusioni di possibile appeasament e sogni di pace. Il risveglio potrebbe anche essere brusco e provocare disillusioni tremende. Trattandosi di minacce “irrazionali”, pare purtroppo molto difficile, se non impossibile, che chi si proclama a gran voce servo dell’Onnipotente possa moderarsi da solo e agire «in modo responsabile costruttivo». E’ più probabile che una volta raggiunto il punto critico del suo “programma”, il regime khomeinista  invochi, ancora una volta, la volontà divina dell’Invisibile e salti in aria a corto circuito, con forti cariche simboliche.

Le guerre che non cessano di sconvolgere gli osservatori, scoppiano da sempre o troppo presto o troppo tardi…in modo inevitabile e imprevenibile, per motivi non sempre “razionali”.
 

Lettura consigliata
Camus, La Peste
"sì, Castel", egli disse, "è appena credibile, ma pare proprio che sia la peste".
Alzatosi, Castel si diresse alla porta.
"Lei sa cosa ci risponderanno", disse il vecchio dottore. "È scomparsa da anni dai climi temperati’ " "Cosa significa sparire?" rispose Rieux alzando le spalle.
Sì. E ricordi: anche a Parigi, quasi vent’anni or sono".
"Bene. Speriamo che oggi non sia più grave d’allora. Ma è davvero incredibile".
La parola "peste" era stata pronunciata per la prima volta. A questo punto del racconto, che lascia Bernard Rieux dietro la sua finestra, si concederà al narratore di giustificare l’incertezza e la meraviglia del dottore: la sua reazione, infatti, con qualche sfumatura, fu la stessa nella maggior parte dei nostri concittadini. I flagelli, invero, sono una cosa comune, ma si crede difficilmente ai flagelli quando ti piombano sulla testa. Nel mondo ci sono state, in egual numero, pestilenze e guerre; e tuttavia pestilenze e guerre colgono gli uomini sempre impreparati. Il dottor Rieux era impreparato, come Io erano i nostri concittadini, e in tal modo vanno intese le sue esitazioni. In tal modo va inteso anche com’egli sia stato diviso tra l’inquietudine e la speranza.
Quando scoppia una guerra, la gente dice: "Non durerà, è cosa troppo stupida". E non vi è dubbio che una guerra sia davvero troppo stupida, ma questo non le impedisce di durare. La stupidaggine insiste sempre, ce se n’accorgerebbe se non si pensasse sempre a se stessi. I nostri concittadini, al riguardo, erano come tutti quanti, pensavano a se stessi. In altre parole, erano degli umanisti: non credevano ai flagelli.
 Il flagello non è commisurato all’uomo, ci si dice quindi che il flagello è irreale, è un brutto sogno che passerà. Ma non passa sempre, e di cattivo sogno in cattivo sogno sono gli uomini che passano, e gli umanisti, in primo luogo, in quanto non hanno preso le loro precauzioni.
I nostri concittadini non erano più colpevoli d’altri, dimenticavano di essere modesti, ecco tutto, e pensavano che tutto era ancora possibile per loro, il che supponeva impossibili i flagelli. Continuavano a concludere affari e a preparare viaggi, avevano delle opinioni. Come avrebbero pensato alla peste, che sopprime il futuro, i mutamenti di luogo e le discussioni? Essi si credevano liberi, e nessuno sarà mai libero sino a tanto che ci saranno i flagelli.”
 
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2 risposte a L'Iran non vuole fermarsi

  1. psiconautica scrive:

    israele ne ha già alcune centinaia di bombe atomiche…

  2. giannidemartino scrive:

    Speriamo che non sia costretta ad usarne qualcuna, o più di una, per difendersi dall’aggressività dei suoi vicini, che stanno mettendo a punto la bomba atomica islamica – tra l’imbrazzo, il malumore e l’impotenza della diplomazia internazionale nei confronti dell’Iran khomeinista.

    Con le parole di Freud, in nota a ‘Il disagio della civiltà’ : “Che immane ostacolo alla civiltà dev’essere la tendenza aggressiva, se la difesa contro di essa può rendere tanto infelici quanto la sua stessa esistenza!”.

    Freud lo ha scritto nel 1929, durante l’ ascesa sfolgorante dell’aggressivo regime nazista. Quella di Freud è un’annotazione a proposito del precetto “ama il prossimo come te stesso”. Dopo aver riconosciuto la funzione civilizzatrice di tale precetto, osserva : “ Eppure, chi nella presente civiltà s’attiene a tale precetto si mette solo in svantaggio rispetto a chi non se ne cura. Che immane ostacolo alla civiltà dev’essere la tendenza aggressiva, se la difesa contro di essa può rendere tanto infelici quanto la sua stessa esistenza!”.

    Se, Dio non voglia, dovesse scoppiare un’altra guerra da quelle parti, a soffrire sarà, come sempre, la povera gente; non solo in Medioriente, ma anche in Europa e in Asia – con le solite fiaccolate espiatorie in tutte le città fra nubi atomiche che vagano dal Mediterraneo alla Scandinavia… Brutta storia in prospettiva…

    In certi momenti a uno psiconauta, se non pregare, resta da riconoscere che la pace comincia dalla nostra mente. Intanto la storia sembra voler continuare così com’è cominciata: tra la barbarie e l’aggressività, in un giro senza fine di guerre incestuose.

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