Maria assunta in cielo

Simbolismi
MARIA ASSUNTA IN CIELO
Lo spirito, ci viene detto, soffia dove vuole. Occorrono tuttavia gli occhi di una donna per vedere dove si posano le sue ali benedette.  Accogliere l’invisibile implica una “posizione” femminile, altra dal regime e l’enigma del discernimento maschile. E’ il genio del femminile che ha un certo sapere di quel che ne è della differenza sessuale che sfugge a ogni tentativo di concettualizzazione. Non a caso il Primo Libro ha reso un omaggio alle prime madri e alla loro genialità nel vedere e nel dire “sì” all’invisibile, al dono e al grande abbraccio della vita.
In tal senso, mi pare, anche le parole del santo Padre in occasione della festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, figura ideale e speranza della Chiesa:
Maria assunta in cielo ci indica la meta ultima del nostro pellegrinaggio terreno.
Ci ricorda che tutto il nostro essere – spirito, anima e corpo – è destinato alla pienezza della vita; che chi vive e muore nell’amore di Dio e del prossimo sarà trasfigurato ad immagine del corpo glorioso di Cristo risorto; che il Signore abbassa i superbi e innalza gli umili (cfr. Lc 1,51-52).
Questo la Madonna proclama in eterno col mistero della sua Assunzione.
 Che Tu sia sempre lodata, o Vergine Maria! Prega il Signore per noi.
(Parole del Santo Padre alla recita dell’Angelus, 15 agosto 2008)
 
Parlando del “nostro essere”, colpisce il fatto che il papa abbia specificato: “spirito, anima e corpo”. Una tale tripartizione è comune a tutte le tradizioni autentiche. Nei Cristiani, non sembrava esplicita che presso gli gnostici e gli alchimisti, eredi degli stoici e dei pitagorici. La troviamo citata in san Paolo, nella prima lettera ai Tessalonicesi ( 5-23): “Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo”.
 Con Cartesio, che ha preteso stabilire tra anima e corpo una separazione radicale, eravamo forse stati portati a dimenticare la complessità reale. Qui invece il simbolismo appare come più adatto alle esigenze della natura umana, che non è unicamente intellettuale, ma composta da una base sensibile e strati percettivi, emotivi, cognitivi di grande complessità. La tripartizione “spirito, anima e corpo” non sembra un’invenzione artificiale dell’uomo, ma si trova, per così dire, nella natura, essa stessa “segno” e “simbolo” delle realtà trascendentali – oltre tempo e spazio, e per niente simili alle idee che ce ne facciamo.
Volendo porsi e limitarsi al solo punto di vista antropologico, va osservato che senza una donna per testimoniare la presenza della prima metafora e del suo passaggio, forse a questo mondo non esisterebbero nemmeno i poeti e la poesia.
Dev’essere molto dura, oggi,  la condizione di quei numerosi poeti che si sono gettati nelle tenebre del nulla e i brancolamenti, anche intraverbali, del nichilismo attivo. Gioia non mescolata alla polvere roteante del post-moderno, del post-mortem e del post-tutto, per quelli che sono stati visti  dagli occhi e il cuore di una donna.
Che Tu sia sempre lodata, o Vergine Maria! Prega il Signore per noi.
 
Immagine
 
Maria Ss.ma del Buon Inizio
venerata dal Servo di Dio Giovanni Paolo II,
durante il suo ministero sacerdotale a Niegowic, Polonia.
 
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