Dopo la tempesta

 PROCEDURE
DOPO LA TEMPESTA
… Umana prole, cara agli eterni! assai felice / Se respirar ti lice / D’alcun dolor: beata,/ Se te d’ogni dolor, morte risana. ( G. Leopardi)
 
« Il Sito de ‘La Quiete’ è attualmente in fase di aggiornamento. Al più presto sarà di nuovo online. L’Azienda si scusa per il disservizio ». Lo annuncia la struttura friulana,  che questa mattina ha sospeso l’alimentazione ad Eluana provocando l’inizio del suo viaggio dallo stato vegetativo verso la morte.
Nonostante l’eutanasia sia « una falsa soluzione al dramma della sofferenza, una soluzione non degna dell’uomo », alle 6 del mattino il neurologo Carlo Alberto Defanti e l’anestesista Amato De Monte erano già nella stanza della paziente, al pian terreno dell’ Azienda Pubblica di Servizi alla Persona ”La Quiete“. Fuori il buio, dentro una luce fioca a illuminare i gesti rapidi dei medici. Gli ultimi controlli di routine, temperatura, pressione, battito cardiaco e « quant’altro ». Poi la chiusura del sondino che porta nutrimento alla donna, definita paradossalmente « un vegetale », « un sacco di patate » e « già morta 17 anni fa ». Non una chiusura parziale, come sembrava in un primo momento, ma una sospensione totale, come previsto dall’ultimo Protocollo medico redatto qualche giorno fa.
Da oggi è iniziato l’avvicinamento di Eluana alla morte, ”addolcito un attimino“ da sedativi somministrati a cadenze regolari. I medici, tutti amanti della « libertà » e volontari per motivi di « principio » e non per soldi, dicono che ci vogliono almeno otto, nove giorni prima che il suo respiro cessi e il suo cuore si fermi: «Anche se dopo quattro giorni i danni causati dalla disitratazione saranno tali da rendere probabilmente inutile anche una eventuale riattivazione del sondino».
Intanto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha negato la firma necessaria a un decreto d’urgenza del Governo per sospendere l’esecuzione della sentenza di morte della Corte d’Appello di Milano. Sul caso è scoppiata in Italia un’accesa disputa politica e si annuncia la presentazione del disegno di legge del governo tra numerose polemiche e una corsa affannata, quasi frenetica, dall’esito incerto, che rende ancor più straziante – se possibile – la già straziante e sinistra vicenda di Eluana Englaro, dei suoi familiari e di tutti noi. Specialmente se abbiamo l’automobile e parenti, conoscenti e amici resi disabili dai continui incidenti d’auto sulle nostre strade e non più in grado di nutrirsi da soli. Come i neonati, del resto, e numerose persone anziane – bruttissime da vedere, sempre più spesso difficili da sopportare, scomode, e tuttavia bisognose di un bicchier d’acqua, di assistenza e di carezze. Tempesta in un bicchier d’acqua ?

 

 
Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere (…) Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. " Mt 25, 41-42, 44-45
Link
– "La vita è importante anche quando è inerme e indifesa "
 "Eutanasia" su Noi cittadini blog di Tiziano Motti
 -"Così uccidono pure la medicina" di Giulio Meotti sul Foglio
 
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