Ora di religione islamica

«ORA DI RELIGIONE ISLAMICA»
La nuova proposta dei finiani
 
L’idea futurista è del vice­ministro Adolfo Urso, che nel clima di smarrimento e di paura provocato dall’attentato terroristico di Milano "nel nome dell’islam", propone l’introduzione nelle scuole pubbliche e private di una nuova materia, la religione islamica, per evitare di lasciare i piccoli musulmani «nei ghetti delle madrasse e delle scuole islamiche integraliste».
"Mi sembra una idea condivisibile – ha detto  Massimo D’Alemah da Asolo, dove la sua fondazione `ItalianiEuropei´ tiene una conferenza insieme alla fondazione di Fini `FareFuturo´ -. Non vedo perché non si debba consentire a bimbi di religione islamica, come opzione alternativa, l’insegnamento della loro religione". "Anche perché, ha spiegato l’islamologo D’Alemah, "nella religione islamica ci sono elementi di pace e tolleranza che devono essere insegnati".
 
ECCO ALCUNI INSEGNAMENTI CORANICI DI PACE E TOLLERANZA
( DA APPLICARE ALLA LETTERA IN OGNI TEMPO E LUOGO)
PER UNA CONVIVENZA PIU’ CONSAPEVOLE E RESPONSABILE :
 
Corano 2:193 Combatteteli finché non ci sarà altro tumulto e la religione sia solo per Allah.
 
3:28 Non lasciate che i credenti prendano per amici o aiutanti degli infedeli in preferenza a dei fedeli: chi fa ciò contraddice la religione di Allah, a meno che non temiate qualche male da parte loro. Ma Allah raccomanda di aver paura di lui; l’obiettivo finale è verso Allah.
 
3:85 Colui che desidera una religione al di fuori dell’Islam, non sarà accettato; nell’altra vita sarà tra i perdenti.
 
5:10 E tutti coloro che non credono e rifiutano i Nostri Segni, sono gente dell’Inferno.

8 : 60 Preparate, contro di loro, tutte le forze che potrete [raccogliere] e i cavalli addestrati per terrorizzare (turhiboona)  il nemico di Allah e il vostro e altri ancora che voi non conoscete, ma che Allah conosce. Tutto quello che spenderete per la causa di Allah vi sarà restituito e non sarete danneggiati.8:60 واعدوا لهم مااستطعتم من قوة ومن رباط الخيل ترهبون به عدو الله وعدوكم واخرين من دونهم لاتعلمونهم الله يعلمهم وماتنفقوا من شئ في سبيل الله يوف اليكم وانتم لاتظلمون

8-60 . WaaAAiddoo lahum ma istataAAtum min quwwatin wamin ribati alkhayli turhiboona ( liturhibo) bihi AAaduwwa Allahi waAAaduwwakum waakhareena min doonihim la taAAlamoonahumu Allahu yaAAlamuhum wama tunfiqoo min shay-in fee sabeeli Allahi yuwaffa ilaykum waantum la tuthlamoona.
 
22:19 Ai miscredenti saranno cucite vesti di fuoco, e sulle loro teste sarà versata acqua ribollente.
 
25:52 Dunque non obbedite agli infedeli, ma lottate contro di loro vigorosamente.
 
47:4 Quando incontrate gli infedeli, colpite le loro teste; quando poi li avrete soggiogati, legateli strettamente.
 
59:13 Voi mettete nei loro cuori più terrore che Allah stesso, poiché invero è gente che non capisce.
 
66:9 O profeta! Combatti contro gli infedeli e gli ipocriti, e sii austero con essi. L’inferno sarà la loro casa, quale triste rifugio!
                                                                        vignetta di Emilio Giannelli

P.S. Un caro amico di cultura musulmana, ma che si dichiara agnostico e non frequenta la moschea, mi dice che i bimbi dei paese islamici sono abituati ad aver paura dell’islam fin da piccoli. Perché, aggiunge ironicamente, quelli residenti in Italia non dovrebbero godere dello stesso "diritto" nelle madrasse della Repubblica italiana? A parlare del « diritto » degli studenti provenienti dai paesi islamici « ad istruirsi nei concetti della loro religione » è stato infatti l’ineffabile cardinale Renato Raffaele Martino che aveva già in passato accarezzato l’idea di un’ora di Corano a scuola.
Insomma, «a meno che non scelgano di convertirsi al cristianesimo», meglio musulmani che atei, agnostici o modernisti, sembra voler dire il cardinale. Non vedendo peraltro che proprio la legge islamica – a differenza di quanto sancito da Dichiarazione dei diritti dell’uomo – proibisce la conversione a un’altra religione, considerandola un crimine-peccato (ridda ردة), tanto che  – sebbene il Corano sia ambiguo su questo tema e non dia indicazioni precise – nella legislazione di gran parte degli Stati a maggioranza musulmana, l’apostata (murtadd) deve scontare la prigione o l’esilio. Secondo la tradizionale convinzione delle masse islamiche, fomentate da alcuni fondamentalisti come l’imam Qaradawi, che parla su al Jazeera , la morte dell’apostata è giustificata da alcuni hadit (detti del profeta) e dalla sunna (tradizione).
 L’idea che debba essere la scuola italiana a risolvere la ‘crisi’ in cui versa la religione islamica confrontata con la modernità e presentare ai giovani musulmani un islam ‘aggiornato’, meno letteralista, combattivo e asfittico, è una vera assurdità, dettata dalla paura. E’ cioè un effetto del terrorismo di matrice islamica, percepito dalle masse islamiche, con vocabolario religioso, come jihad ( sforzo, anche estremo, sulla via di Allah, il fî sabîl Allâh che obbliga ogni musulmano a difendere l’ umma) .
Naturalmente esistono numerosi musulmani ‘moderati’, ma l’islam basato sull’a-temporalità della lettera e che rifiuta qualsiasi aggiornamento non lo è, in quanto lo si crede dettato letteralmente dall’Onnipotente. Può l’Onnipotente essere ‘moderato’ ? Lo è in numerose tradizioni religiose e specialmente nel cristianesimo, dove il Verbo s’incarna nell’uomo e permette a Paolo di dichiararsi svincolato dal vecchio rapporto con la legge, per essere sottoposto alla novità dello Spirito e non più alla vetustas litterae. Niente di simile è mai accaduto nell’islam, che resta una religione legalista. Da qui la crisi dell’islam confrontato con la ricchezza corrosiva e plurale della modernità, e le lotte durissime tra i musulmani per stabilire una nuova formulazione degli arcaici concetti di ‘umma’, ‘jihad’, ‘shaid’, così come del ‘puro’ e dell’impuro’, del ‘permesso’ e del ‘proibito’, del muslim e del kafir, eccetera. Si può dire che tutto quello che di buono e di splendido ha fatto, in alcuni momenti nel passato, la civilizzazione islamica è quando i musulmani hanno posto un argine alle pretese dei barbuti più e meno acculturati di dettar legge agli altri « in nome dell’islam ».
Ovviamente apprezzano la proposta dell’ora di religione islamica anche gli islamici dell’Ucoii, che però, nel timore di dover subire la concorrenza delle eventuali madrasse di Stato, preferiscono « che gli istituti pubblici italiani offrano un insegnamento di storia delle religioni, lasciando alle comunità religiose [ cioè a loro, vicini al movimento dei Fratelli musulmani , e ai loro imam fai-da-te] l’insegnamento confessionale della fede». In modo da avere spazi musulmani ‘puri’, caratterizzati da una certa separatezza e dalla convinzione della propria irriducibile estraneità e presunta superiorità rispetto all’ingrata cultura e civiltà italiana e occidentale, percepita come   kafir (= infedele al comando di Allah, non-musulmana e quindi da combattere). D’altra parte è anche vero che gli Stati occidentali, come peraltro fanno numerosi Stati a maggioranza musulmana, hanno tutto l’interesse a ‘controllare’ quello che, « nel nome dell’islam », gli imam, unendo diabolicamente odio religioso e politica, predicano nelle moschee. Che non sono, come si crede spesso, solo un luogo di preghiera o ‘di culto’, ma veri e propri centri sociali, politici e culturali musulmani, in genere dominati da chi, tra i fratelli, riscuote più prestigio.
Intanto la Libia plaude alla proposta di Adolfo Urso di introdurre nelle scuole l’ora di religione islamica per gli studenti musulmani. « Grazie per la sua proposta di vicinanza culturale che evidenzia come fra noi non ci siano differenze » ( ! ]   , ha detto passando con una pirouette accanto alle differenze, il ministro libico per l’Economia al vice ministro Urso, in visita a Tripoli.


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2 risposte a Ora di religione islamica

  1. anonimo scrive:

    Che bella religioncina, eh?

  2. giannidemartino scrive:

    « A quanto vedo l’islam è la causa principale della decadenza oggi così evidente nel mondo musulmano, e benché sia meno assurdo del politeismo degli antichi le sue tendenze sociali e politiche sono secondo me più pericolose. Per questo, rispetto al paganesimo, considero l’islam una forma di decadenza anziché una forma di progresso. » (Alexis de Tocqueville)

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