La carne e il sacro / Il soffio del Padre

IL SOFFIO DEL PADRE

E’ sempre in termini di amore, di fecondità e di potenza generatrice che la tradizione cristiana ha presentato la persona dello Spirito Santificatore, tanto nell’articolazione o processione o dialettica trinitaria che per l’opera che esso svolge nel seno della Chiesa, nel mondo e in «chi si unisce al Signore » e «forma con lui un solo spirito» (1Cor 6,17) pur restando “corpo”.


Potenza maschile, lo Spirito Santificatore è il soffio sovrannaturale che feconda la Vergine Maria, che anima la Chiesa e che genera i cristiani a nuova vita; è tale potenza ( non a caso lo Spirito Santo non viene mai rappresentato in forma umana, ma di colomba ) che manifesta la nascita e la risurrezione di Gesù in un corpo glorioso maschile e gioiosamente ipernormale – mentre la tomba è vuota ( cfr.. A Phallic Shadow. Interview by Jacques Henric, art press no. 262, november 2000 ).

Incredulità de San Tommaso,
Salviati, 1545, Louvre, Paris

Dalla rete

Phallophanies: les images du livre
Fallofanie, la Carne e il Sacro, Éditions du Regard, 2000
, espone una scoperta. Una Cosa, nell’arte cristiana, che nessuno aveva ancora visto ( come nella “lettera rubata” di Poe, di cui parla Lacan), d’improvviso appare: sul corpo iconico del Cristo battezzato, crocifisso e risorto affiora un fantasma fallico che interroga lo spettatore.


Nota .

Nel lavoro La significazione del fallo, Jacques Lacan esplicita il fatto che l’inconscio freudiano non tiene conto della differenza anatomica tra i sessi, ciò significa che una diversa ratio domina l’inconscio, a partire da ciò, Lacan introduce l’idea che è un ordine diverso da quello anatomico a reggere la logica inconscia, che suppone essere l’ordine significante. Entriamo così nella dimensione del simbolico, il simbolico è propriamente l’inconscio ma nessuno lo sa… e se qualcuno lo vuole sapere va in fallo, fallisce, si sbaglia. Come il soggetto infante, il falloso ( in genere ripetitivo ) che attraverserà delle fasi di erranza, prima tra tutte lo «stadio dello specchio», arrivando ad un punto in cui il desiderio sfugge al soggetto, inconscio, rimosso celato com’è nell’Altro, ciò equivale a mentire e a negare la mancanza ad essere che si traduce in angoscia ( con termine usato da Kierkegaard, poi da Lacan).

La legge del desiderio è appresa dal nostro corpo quando nel nostro mero o puro movimento ci imbattiamo nella presenza /assenza della madre, primo vero Altro- il quale risponde, solo se può e quando vuole alla nostra insaziabile domanda d’Amore. Anche quando il bambino piange perché ha fame esprime una domanda d’Amore, ciò vuol dire che l’apprendimento del linguaggio nel bambino è funzionale alla sua urgenza di significare la mancanza, per non patirne più il muto ed angoscioso peso. Al centro del grafo Lacaniano troviamo la teoria della castrazione simbolica, con cui egli cerca di significare l’indicibile di quest’assenza. Il fallo ha una doppia valenza, immaginaria e simbolica, esso diverrà appunto, da oggetto immaginario per il possesso della madre a significante dell’impossibile soddisfacimento del desiderio.


Partendo dal complesso di Edipo il bambino, cercherà un rimedio alla dolorosa consapevolezza di non essere tutto per la madre (Altro) e lo troverà nella Parola che, dicendola, proprio per questo vela , occulta, rimuove la propria mancanza ad essere. Si chiude così il grafo con l’accettazione della mancanza che sembra essere la sola verità del desiderio. Tale mancanza, tuttavia, più che un vuoto nichilista alla fine della catena significante, potrebbe anche essere un vuoto come fresca traccia del passaggio di quel Reale che sempre sfugge al desiderio e “soffia dove vuole” , come una specie di vento gentile tra le maglie di questa rete e tomba vuota.

Le Réel, à la fin de l’histoire humaine, accomplira la figure de son éternel vide; tel est l’Éden que le Corps glorieux destine à nos passions idolâtres, et qui fait de l’art chrétien dans son ensemble la figuration purement ornementale d’un ultime et joyeux néant : le sens”.

" Il Reale, alla fine della storia umana, compirà la figura del suo eterno vuoto; tale è l’Eden che il Corpo glorioso destina alle nostre passioni idolatre, e che fa dell’arte cristiana nel suo insieme la figurazione puramente ornamentale di un ultimo e gioioso niente: il senso".

Vedi anche:

Il maschile e Gesù Cristo. Breve pista bibliografica (a cura di Antonello Vanni)

in : http://claudiorise.blogsome.com/2006/04/26/il-maschile-e-gesu-cristo-breve-pista-bibliografica/

e

CHIESA MADRE E PATERNITA’ DI DIO

in:http://giannidemartino.splinder.com/post/5097157

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Una risposta a La carne e il sacro / Il soffio del Padre

  1. SHONAGON scrive:

    che orribile verità vera, quella dell’accettazione della mancanza, ma innegabile.

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