EFFETTO TSUNAMI

 Dal Corriere di oggi , “Scienze e Tecnologie” : “… La modificazione dell’angolo dell’asse di rotazione può alterare il clima. Infatti l’alternarsi delle stagioni dipende proprio dal fatto che l’asse è inclinato. Se fosse perfettamente verticale, ai poli sarebbe quasi sempre buio e farebbe molto più freddo di oggi, mentre le regioni equatoriali e tropicali riceverebbero molta più radiazione solare e avrebbero temperature di gran lunga superiori alle attuali.

Perciò se l’angolo fosse minore degli attuali 23°40, farebbe più freddo alle alte latitudini e più caldo all’equatore, se fosse maggiore di 23°40 i poli riceverebbero più sole e le calotte di ghiaccio rischierebbero lo scioglimento.

Il fatto che l’angolo di rotazione non si è modificato, ma solo spostato lateralmente ci rassicura, ma non del tutto se si guardano i dati del recente passato.

Se i sismi di grado superiore a 8 spostano l’asse terrestre, sicuramente questo sarà avvenuto anche durante la fase sismica degli anni ’50-’60, che sono stati anche più forti. Anche allora lo spostamento dell’asse è avvenuto solo orizzontalmente e non ha modificato l’angolazione?

Non lo sappiamo, non c’erano gli strumenti in grado di misurarlo con accuratezza.

Sappiamo però con certezza che proprio in corrispondenza di quegli anni si è verificata una fase più fredda del normale. specialmente alle alte latitudini, con un abbassamento fino a 0,4 °C rispetto alla media. Dopo di che la temperatura media è aumentata fino ai massimi livelli del secolo di questi ultimi anni. La temperatura media dipende da molti fattori: gas serra, fasi solari, presenza di polveri nell’alta atmosfera dovute a grandi eruzioni, angolo dell’asse terrestre. Quest’ultimo inoltre varia non solo per gli «strappi» dei grandi terremoti, ma anche per l’attrazione di sole e luna. La fase fredda degli anni Cinquanta-Sessanta può essere stata dovuta a una combinazione di questi fattori, ai quali possono aver contribuito i grandi terremoti (…).

CONSEGUENZE – Se quindi siamo all’inizio di una nuova fase sismica parossistica, il clima può essere alterato, anche se in maniera limitata e per un breve lasso di tempo. Se così dovesse essere (e non è detto), speriamo che l’asse terrestre diminuisca la propria angolazione così da innescare un periodo più freddo specie ai poli e salvare per qualche anno in più le calotte ghiacciate in attesa che entrino in atto i benefici previsti dal Trattato di Kyoto.

Se invece l’angolo dovesse aumentare, le conseguenze catastrofiche dello scioglimento dei ghiacci avverranno con velocità ancora maggiore di oggi. Con danni rispetto ai quali il dramma dell’attuale maremoto nell’oceano Indiano sembreranno limitati.

Paolo Virtuani ( estratto da : “Spostato l’asse terrestre”, Corriere della Sera 29 dicembre 2004 )

***

In ogni caso, il Pianeta in bilico non è eterno, e sappiamo ( anche se è proprio quando si vuole sapere che ci si può sbagliare) che anche le stelle – non si sa quando, né se per eventi improvvisi oppure quasi impercettibili slittamenti – si spegneranno ad una ad una. Tutto ciò costituisce fonte, fin dalla preistoria, di terrori, di meraviglia e di domande fondamentali sul significato del “ tempo”. Tempo che, così come anche lo Spazio, non costituisce di per sé una risposta: né per noi pesciolini, né per la scienza dei nostri giorni, né tantomeno per quella Ragione la cui veglia, deificata e tecnocratica, ha prodotto numerosi benefici e ottimistici accomodamenti progressisti di superfice, ma anche numerosi mostri e i campi di sterminio.

Per non parlare della produzione di quella tipica volgarità diffusa, costituita appunto dal credersi immortali ed eternamente senza rughe, ridenti e depilati, ovvero quella volgarità ora trionfante e ora piagnucolante costituita dal credersi ora un dio e ora naturalmente un animale o un angelo new age, ovvero proprio quello che che non si è.

Cinici e disincantati, e tuttavia credenti nella cristalloterapia, nel multiculturalismo e in un “misto d’illusioni”, la maggior parte dei casi sembriamo passare in un giro senza fine di travestimenti multipli: presi come siamo un po’ tutti in una specie di giostra, se non grande centro naturista e salutista di vacanze e crociere di sogno immaginarie.

Credendoci sciolti dall’osservanza di ogni patto così come dal grande abbraccio della Vita, siamo sottoposti al regime spettacolare delle immagini, degli arcobaleni e delle evanescenze. Non padri o madri, né sorelle né fratelli, ma ora Titani e ora Cibionti empaticamente interconnessi, passiamo come ombre nella polvere roteante del post-moderno, del post-mortem e del post-tutto nichilista, che – nel degrado nostro e della natura – costituisce il nostro ovvio tran-tran quotidiano e la nostra malattia.

Dotati di poteri precari, oggi ci svegliamo “un attimino” sbigottiti . Scorrono le immagini, i poveri corpi a pezzi, in pezzi, i gemiti strazianti che accompagnano le anime dissolte in un lampo di assurdità senza nessuna ragione. E le sirene, le campane, gli ingorghi e le ambulanze. Proprio come sempre ?

I colori delle isole coralline di Gauguin sbiadiscono nel grigiore della morte, insieme alle Mille e una notte e alle tante Andalusie. Mentre cerchiamo a tentoni la vita, c’è qualche Babbo Natale non confuso né smarrito nelle mute conche del dolore e del furore, tra tanti pacchi “ancora” infiocchettati e gli alberi abbattuti insieme al grand’Hotel ?

Bene, se avete ancora piedi per correre e scappare ( verso dove? ) , se avete ancora mani per farvi una carezza, se avete qualcosa per illuminarci (gdm).

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