Castrazione chimica per i gay arabi

 EMIRATI SHOCK

CASTRAZIONE CHIMICA PER I GAY ARABI

 Nightclub

Arrestati a Ganthout, negli  Emirati arabi, 22 uomini e ragazzi sia locali sia provenienti per l’occasione da altri paesi arabi ed asiatici, fra cui un dj indiano, sorpresi a ciò che in un primo tempo sembrava un concorso clandestino di bellezza per soli uomini. Una fonte ufficiale dichiara che “ è la prima volta che negli Emirati arabi succede una cosa del genere”. La polizia, che ha diffuso una ricca documentazione fotografica del festino, lascia intendere, invece, che si trattava di una delle solite “feste di nozze gay” che abitualmente si svolgono clandestinamente negli Emirati arabi , e che circa la metà degli invitati indossava abiti femminili e gli altri vestiti arabi.

Accusati del crimine-peccato di omosessualità ( al faisha, "abominazione", e sciudud, “perversione” nei confronti del diritto di Allah ), rischiano le misure prescritte dalla sharia, la legge islamica, ovvero cinque anni di carcere e una fustigazione purificatrice, oltre ritrovati più innovativi come l’obbligo di una terapia ormonale, una castrazione chimica.

Il festino è diventato una vergogna nazionale e un caso diplomatico internazionale. Nel minuscolo e ricco emirato del Golfo l’omosessualità, benché molto diffusa e sommersa ( a differenza dei paesi occidentali in cui è visibile e concentrata ) resta un reato, come nella maggior parte dei paesi musulmani; ma di solito capita che si chiuda un occhio, soprattutto se si tratta di personaggi vicini al governo e al potere, ma stavolta a complicare le cose c’è la ricca documentazione fotografica dell’evento, diffusa da un poliziotto che ha partecipato al blitz.

Un agguato che era stato preparato con cura da mesi, con l’aiuto di infiltrati, spie e doppiogiochisti e che ha permesso agli uomini del Cid, il Criminal investigation directorate, di fare un’irruzione in grande stile nel pieno della festa.

Ma, smentendo la precipitosa dichiarazione ufficiale ( «È la prima volta che capita una cosa del genere» ) i partecipanti hanno confessato, non si sa quanto spontaneamente, di avere già organizzato intrattenimenti simili, in hotel e ville compiacenti dell’emirato. Tanto è bastato per far scattare accuse di "adulterio" ( zina) e prostituzione. E ancora, l’opinione pubblica è stata spiacevolmente colpita dall’internazionalità del meeting che sembra fare della capitale del deserto il centro di un turismo poco gradito agli imam e ai fondamentalisti islamici.

«Questo genere di comportamento è immorale nel nostro Paese e dobbiamo correre ai ripari, saranno somministrati ormoni, probabilmente testosterone», ha dichiarato confusamente, a caldo, il capo della polizia, minacciando punizioni adeguate anche per l’agente che ha fatto circolare le foto. Ma l’ipotesi del trattamento chimico ha mobilitato – a differenza dell’ Europa che sulle violazioni dei diritti umani nel mondo islamico come su altre vicende (ad esempio la mancanza di libertà religiosa in Cina) non pronuncia udibili condanne – . l’intervento degli Stati Uniti e nella vicenda è intervenuto il portavoce del Dipartimento di stato Usa, Sean McCormack, per chiedere formalmente alle autorità dell’emirato di «bloccare immediatamente qualsiasi terapia ormonale possa essere stata predisposta e di rispettare gli standard delle leggi internazionali».

Su www.gaymiddleeast.com la vicenda è seguita ora per ora.


Tra le foto di un giovane  frustato a sangue in Iran e la notizia dell’irruzione della polizia saudita a un concorso di bellezza clandestino per uomini gay, il destino dei 26 arrestati ad Abu Dhabi tiene con il fiato sospeso la comunità virtuale.

Dalla rete

Arrested gay Arab men face hormone treatment : Mail & Guardian Online

BBC NEWS | World | Middle East | US condemns UAE gay men arrests

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