Tafkikiyat Ibn Arabî : el tawil, el ikhtilaf, el kitaba
Il decostruttivismo d’Ibn Arabî : l’ermeneutica, la differenza, la scrittura
di Ali Harb
Il testo in lingua araba è apparso nella rivista libanese “Kitabat Mouacira” ( Scritti contemporanei), n. 36, febbraio-marzo 1999, Beyrouth.
FONTE: http://www.philo.8m.com attenzione: la fonte è un sito che rimanda a un altro sito, wled waran – ragazzi di Orano, Algeria – che contiene un invito, che non condividiamo, a boicottare Israele… Prima o poi, e purtroppo oggi sempre più spesso, navigando fra i siti arabi – anche quelli dei filosofi – ci si imbatte nei canali dell’odio rappresentati dall’ antisemitismo islamico.
Sui nuovi canali dell’odio e il processo in atto di islamizzazione dell’antisemitismo link : http://www.conceptwizard.com/itl/pipe_itl.html
IL RESPIRO DELLA MISERICORDIA
Riassunto e Commento di Gianni De Martino
Bismillah rahamani rahim, nel nome di Allah il Misericordioso il tutto pervaso di Misericordia.
Come leggere il pensiero d’Ibn Arabî , estatico del XIII secolo, secondo un approccio filosofico contemporaneo?
Il saggio di Ali Harb “Il decostruttivismo d’Ibn Arabî, l’ermeneutica, la differenza, la scrittura” analizza il modo in cui Ibn Arabî utilizza la scienza delle lettere nell’interpretazione del testo coranico. I meccanismi e la portata di tale interpretazione inducono il filosofo libanese Ali Harb a evocare l’ermeneutica e la fenomenologia.
“ Studiare Ibn Arabî secondo un approccio puramente istruttivo in relazione alla storia delle idee mistiche, della loro emergenza e del loro divenire – scrive Ali Harb – è un compito già svolto mirabilmente dagli specialisti di questo grande mistico e filosofo. Il nostro obiettivo è differente e altro da quello degli studi accademici. Il nostro contributo si vuole originale, meno ripetitivo e soprattutto come risultato di un processo che collocherebbe il pensiero filosofico arabo-musulmano in uno stadio di creatività e di singolarità degni d’interesse”.
Il decostruttivismo d’Ibn Arabî consiste nel trovare nel testo originale ( ovvero nel Corano) le possibilità d’essere, i modi di vedere e le potenzialità di senso che sono state messe da parte e tuttavia restano sepolte nel testo. Interpretando il testo coranico Ibn Arabî ci svela il suo modo di vedere profondamente il “dentro” di tale testo e ciò che resta nascosto tra le linee.
Egli procede verso il senso originale dei termini conservando il loro valore semiotico come “aql” ( ragione) e “iqal” ( ostacolo); “qalb” ( cuore) e “taqallub” ( variazione); “kalam” (parola) e “kalm” ( ferita).
Tale ermeneutica, elaborata e applicata al testo da Ibn Arabî, trova nella scrittura e l’uso delle lettere e delle loro corrispondenze una maniera di mettere in opera i suoi valori semantici.
E’ così, ad esempio, che egli interpreta la creazione come il respiro della generosità. Si esiste per il flusso della misericordia che promana – tramite kalimah, il Logos – dalla Realtà delle Realtà, haqiqatu’l haqa’iq. Mentre nel cristianesimo il Logos è la figura del Figlio nel quale Dio si incarna e si riconosce perfettamente, nell’estatico islamico il Logos è l’inscrizione di Dio nel dettato coranico e nei Suoi segni .
L’operazione è eminentemente linguistica: " woujoud " (esistenza) è composto da " waw " (la lettera alfabetica araba " w ") che significa “il mistero” e " joud " che indica “la generosità” ovvero il dono originario, la grazia della vita ( l’autore del saggio compara una tale idea con “la donazione dell’essere” di Heidegger, per il quale tale donazione trova espressione nel termine " Es gibt " che in francese si dà come " ça donne ", e in italiano “ si dona”; occorre aggiungere come respiro e flusso della misericordia divina siano in relazione ai nomi rahamani – il Misericordioso – rahim – il tutto pervaso di Misericordia – , termini formati a partire da rhm = utero, nei quali risuona l’idea di un amore viscerale, gratuito, materno. Fra potenza esistenziatrice (kalimah, “Calamo”, Logos) e creatura portata dal respiro amoroso ça donne e ça. sonne ( si risuona) tramite i Nomi di Maestà e di Bellezza dell’Eterno. Nel soffio vivificante che lega entrambi la creatura ritrova la sua origine più che angelica, la sua dimensione di Fedele d’Amore e la sua destinazione . " Da Lui veniamo e a Lui ritorniamo". La primordiale religione dell’amore di Ibn Arabî riprende, riattiva e rende disponibili quegli strati percettivi, emotivi e cognitivi che possiamo chiamare “estatici”, e che per la loro “eccedenza”, non necessariamente mistica, costituiscono il segreto del linguaggio e della "cospirazione" del linguaggio da sempre aperto all’inaudito…).
La differenza come segno e carattere del pensiero che si aggiunge all’ermeneutica come metodo e alla scrittura come pratica mostra che i termini impiegati variano da un contesto all’altro. La stessa parola non designa la stessa cosa, ma c’è tutto un fascio di rapporti e d’interposizioni che fanno dei testi d’Ibn Arabî una possibilità d’interpretazione del testo originale.
Si tratta di rendere operante il principio della differenza come rimando permanente e non conformità tra l’originale e la sua copia, ovvero tra il testo primario e la sua lettura. Una lettura “accogliente” ( per usare un termine caro all’amico psicoanalista Elvio Fachinelli) , fondata sulla disponibilità percettiva, emozionale e cognitiva a lasciarsi sorprendere dai tratti inattesi soggiacenti al testo originale.
P.S. Una tale libertà interpretativa, rispettosa del testo, è sempre stata storicamente avversata dai mullah che in genere si limitano a un’esegesi ripetitiva della scrittura. L’idea, inoltre, che la fede vada distinta dalla credenza e presentata come un’etica personale basata sull’esperienza dell’amore divino è lontana dall’islam politico che oggi occupa la scena.
Minoritari nei loro paesi, talvolta minacciati di morte e costretti all’esilio, i sostenitori musulmani della libertà di pensiero esplorano i cammini di una decostruzione e ricostruzione del pensiero religioso. Si veda, per esempio:http://www.etudes-musulmanes.com/accueil.htm
Sull’islàm scettico e secolare: http://www.secularislam.org/
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Per una trasformazione delle società islamiche:
Libro di Tarek Heggy :
Articlolo di Tarek Heggy:
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Fonte: http://www.heggy.org
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Sul versante dell’umanesimo musulmano e l’esperienza di una possibile autonomia spirituale nell’islam si veda invece:
http://superluminal.com/cookbook/
http://www.ibnarabisociety.org
http://www.dialogo.org/docs/mus1.htm
http://www-personal.umich.edu/~jrcole/sufi.htm
http://www.sufi.it/sufismo/index.htm ( il sito, molto bello, è inquinato purtroppo da una pessima traduzione interpretativa del Corano a cura di Hamza Piccardo, edito da Newton Compton. Piccardo a nome dell’Ucoii -Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia – ha sottoscritto una fatwa che intima anche ai musulmani in Italia di partecipare al jhad contro « l’entità sionista, razzista, colonialista » , uccidendo indiscriminatamente gli israeliani perché « tutti coloro che usurpano la terra, violano la dignità, profanano i luoghi sacri sono considerati combattenti a prescindere dagli abiti che portano » Fonte: vedi Corriere ). Nota. Non è l’islàm a sostenere il disprezzo della vita umana e la strage di civili “ebrei” e di “crociati”, ma l’ideologia fondata sul risentimento, la vendetta e la dissimulazione basata sulla lettura angusta, selettiva e criminale che del Corano fanno masse di imam acculturati e di sceicchi semiletterati . D’altra parte è anche vero che l’islàm in Italia sarà quello che ne faranno i musulmani, anche impedendo che i loro simboli, la loro bella e ricca tradizione e la loro fede vengano presi in ostaggio dagli ideologi dell’odio e della prassi del terrore. I terroristi dissimulati nelle moschee italiane, nell’infosfera e nei quartieri seminano la peste sociale e mentale attraverso l’utilizzo oltraggioso di un vocabolario religioso per travestire radicali progetti politici, secolari . Certamente i terroristi che si dicono islamici sono nemici delle fragili democrazie, ma ancor più lo sono coloro che se ne servono e che li appoggiano( gdm).
LA LETTERA CHE UCCIDE. Non c’è un islam buono e uno cattivo, ma un’interpretazione aperta o angusta, intelligente o stupida, buona o cattiva del Libro e delle molteplici tradizioni musulmane.Vi sono musulmani sensibili e riflessivi, spiritualmente autonomi, e musulmani intruppati che assorbono a grandi dosi le prediche di imam semiletterati e – avendo abusato della religione come se fosse anfetamina – escono dalle moschee con gli occhi iniettati di sangue, gridando "Morte Morte Morte" alle orecchie del loro Moloch. Nella foto,un giovane idiota verdeggiante, vittima del libro, brandisce la sacra scrittura e la pistola. L’islàm – oggi in pieno marasma, preso in ostaggio da imam semintellettuali e dalle ricche élites islamiste semiletterate, colme di risentimento e di sogni allucinati di vendetta e di riconquista – sarà quello che ne faranno i musulmani (gdm).
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Ina allah jamil yuibbu al jamal – Dio è Bello e ama la Bellezza
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I burattinai del terrorismo islamico no: loro adorano la Morte
Fra i palestinesi i dissenzienti finiscono così…
Sulle esecuzioni sommarie nell’autorità palestinese: http://www.radicali.it/ar/palestina.htm
Giustizia alla palestinese
uccisi senza processo alcuni «collaborazionisti» di Israele
FONTE: http://www.evilpundit.com/
I militanti di Hezbollah ricevono gli ordini dall’Iran, che li finanzia e li rifornisce di armi. D’altro canto, siccome la Siria controlla il Libano, è indispensabile che ogni azione venga sottoposta anche al suo benestare.
Il Presidente della Siria, Bachar-al-Assad. Esprime dubbi sull’esistenza di al Qaeda o di un terrorismo di matrice islamica. " Il Trade Center è crollato, davvero?… Anche il Pentagono?..Saranno stati gli ebrei…."
Rafsanjani ha le "chiavi" di alcuni santuari del terrorismo islamico e internazionale.
Non va dimenticato che Hashemi Rafsenjiani, l’ex Presidente ed ora vice del tiranno iraniano Khamenei, ha detto esplicitamente: “Noi con una bomba atomica distruggeremmo Israele, ma Israele con tutte le sue bombe atomiche non può distruggere i paesi islamici”.
Abdel Aziz Rantisi, architetto del terrore, nuovo leader di Hamas che si prepara a fare molto male agli israeliani, a noi e ai palestinesi in nome del Jihad islamico e internazionale.
( AGGIORNAMENTO DEL 17 Aprile 2004. Dopo aver seminato lutto, dolore e terrore, è stato fermato in tempo, prima di compiere le altre stragi di innocenti che stava preparando. Il suo programma era «Non lasceremo un solo ebreo in Palestina». Lo sterminatore di ebrei disse: «Morirò comunque, di cancro o per un Apache. Meglio un Apache». Accontentarlo è stato un compito infelice, ma quale altro mezzo eticamente corretto uno Stato che ha il dovere di difendere i civili innocenti poteva usare per impedirgli di nuocere e presentargli il pesante conto da pagare? E’ una guerra orribile, unilateralmente dichiarata agli ebrei solo perché ebrei e al mondo libero solo perché libero, e non c’è nulla da cui trarre conforto).
ATTENZIONE: LE IMMAGINI SONO PARTICOLARMENTE CRUDE
Sull’infelice dovere di uno Stato democratico di difendere, senza perdere la propria umanità, i cittadini nelle strade ha scritto parole chiare Fiamma Nirenstein in "Panorama" del 31.03.2004 :
"…Che cosa detta la morale di uno stato il cui primo compito è difendere i propri cittadini, se non cercare quanto più possibile di fermare gli attentati per strada? Yassin non era una capo religioso: era la mente politica e organizzatrice di Hamas. Due mesi fa, al suo annuncio che anche le donne possono diventare “martiri” suicide, una terrorista era immediatamente scoppiata tra i soldati al check-point di Eres. Le sue azioni si erano intensificate da quando Ariel Sharon ha annunciato lo sgombero unilaterale di Gaza: Yassin voleva dimostrare che Sharon era in fuga, come Ehud Barak in Libano, e che quindi si creava la premessa a Gaza di un orribile regno di Hamas che certo avrebbe reso qualsiasi percorso di pace impossibile.
La guerra al terrorismo ha brutte regole: non la contieni nei vecchi schemi strategici e neppure nei termini della convenzione di Ginevra. I terroristi non hanno divisa, sono civili nascosti fra i civili e se ne fanno scudo. La loro guerra viene legittimata perché si immagina provenga dalla povera gente, mentre la risposta, compiuta con mezzi convenzionali, viene condannata.
La verità è che niente è più potente della possibilità di incitare all’odio, di usare la religione come arma, soprattutto di disporre dei terroristi suicidi. Yassin non esprimeva la disperazione della gente, come si dice, ma il desiderio imperialistico di cacciare dal sacro suolo dell’Islam gli ebrei. L’escalation che può derivare dalla sua uccisone non ha niente a che fare con una logica di azione e reazione, ma con la stabile, consolidata ideologia del terrorismo.
Non dimentichiamo che i terroristi preparavano attentati mentre il più pacifista fra i presidenti, Yitzhak Rabin, sedeva con Yasser Arafat a svariati tavoli di trattative. Non dimentichiamo che Osama Bin Laden preparava l’11 settembre quando alla guida dell’America c’era Bill Clinton, il presidente più disponibile alla pace. La guerra al terrore ha regole sue, tragiche e talvolta ripugnanti, che possono non piacere. Ma la prima e la più importante ci convince: i ragazzi che vanno a scuola la mattina in autobus non devono essere uccisi".
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La stessa ideologia totalitaria, gli stessi potentati economici arabi e islamici, gli stessi dittatori lunatici che appoggiano la fabbricazione dei martiri-killer lanciati – in attesa della bomba atomica islamica – contro Israele faranno vivere per lunghi anni una situazione molto pericolosa alle fragili e piccole isole di democrazia che esistono al mondo.
Il terrorismo islamico e internazionale non riguarda solo gli Stati Uniti, ma minaccia seriamente quei paesi arabi e musulmani che non vogliono lasciarsi governare da una dittatura religiosa la cui ideologia è nata all’interno della crisi epocale dell’islàm ed è aggressivamente proiettata all’esterno.
E’ una pericolosa illusione credere, cinicamente, che "sacrificando" Israele o ritirandosi dall’Iraq il terrorismo di matrice islamica e internazionale possa diminuire o cessare.
Durerà comunque a lungo e non risparmierà per niente l’Europa che ormai – impreparata e moralmente impigrita – confina con un islàm verdeggiante di masse sterminate di giovani lunatici entusiasti e in pieno e sfolgorante marasma.. .Talmente sfolgorante è il nazismo verde che non lo si vuole vedere . Ma amare la pace – che inizia essenzialmente nella mente e il cuore di ognuno, di ognuna – non significa sognare di essere lasciati in pace (gdm).
Il terrorista religioso idiota sciita Moqtada al-Sadr . " Io contro mio fratello,; io e mio fratello contro nostro cugino; io, mio fratello e nostro cugino in culo all’infedele" ( proverbio iracheno). Moqtada e la sua banda sono "controllati" dagli Hezbollah libanesi e dalla teocrazia di Teheran, che sono tra i motori della crisi in Iraq e del terrorismo planetario. D’altra parte, l’Iran sta costruendo illegalmente la bomba atomica islamica. Per non essere "disturbato" da troppe ispezioni in merito ai suoi piani nucleari, l’Iran potrebbe anche offrire – o fingere di offrire agli Americani e al mondo libero – la testa di Moqtada.
Gli amichetti di Moqtada: teocrazia criminale e violenza da Arancia meccanica.
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Fiamma Nirenstein, da "DIRITTO DI DIFESA"
Per quanto un tale calcolo sia folle, è tuttavia coerente con una mentalità che ama la morte e che si arma di morte: una mentalità che crea e organizza l’industria del martire-killer. Anzi si pone in linea con l’ideologia religiosa della Vittoria della Legge di Allah, ad ogni costo. Ridotta finalmente “l’entità sionista” in cenere radioattiva, i milioni di morti musulmani verrebbero considerati dei martiri destinati al paradiso delle Urì. Anche Arafat esprime la stessa mentalità mortifera, quando loda il martirio-assassinio e promette una marcia di milioni di shaid verso Gerusalemme: i martiri-killer non si muovono per vivere e far vivere, ma per morire dentro Gerusalemme come in una mortifera placenta. L’odio islamico spera apertamente che "una bomba atomica risolverebbe il problema d’Israele”.
E’ di vitale importanza riconoscere e denunciare le politiche imperialiste e fanatiche dell’espansione islamista che reclama la distruzione dello Stato d’Israele e la sottomissione dell’Altro, di chiunque altro, alla legge islamica. Se Israele vive e cristiani e musulmani riformisti l’aiutano a vivere e a far vivere si opererà il rinnovamento profondo della mentalità islamica e si favorirà l’armonizzazione dei comuni valori umani. Oppure è il jihad nucleare, soprattutto contro l’Occidente. Il fondamentalismo, l’esplosione demografica e i problemi economici creeranno presto attorno all’Europa, dal Caucaso all’Africa del Nord, un semicerchio lunatico, il fronte del jihad. Jihad nucleare che condurrà alla distruzione del nostro pianeta. Non c’è molto tempo. Se l’Europa vuole vivere secondo i principi della giustizia, della verità e della libertà deve rigettare le ideologie che appoggiano e giustificano il terrorismo islamico e internazionale (gdm).