Ci sarà mai un limite?


Sodomaeum solanum, conosciuto anche come Solano spinoso, pomodoro selvaggio e pomodoro di Sodoma.

“ Molti pensano che alcuni limiti non debbano essere superati, purtroppo ce ne sono altri che non sono d’accordo. In questi ultimi giorni, sembra che nel mondo si sia perso ogni senso di pudore, e dimenticato completamente alcuni valori che fanno parte dell’etica di una buona società. Ecco allora che (…) anche in Italia, viene pubblicato un libro dal titolo: “L’uomo che Gesù amava” (The Man Jesus Loved di Theodore Jennings) di Gianni de Martino (…) Così ci dimentichiamo della giustizia di Dio, ma soprattutto che nella Bibbia c’è scritto :”Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non vi ingannate: né fornicatori, … né gli effeminati, né gli omosessuali,… erediteranno il regno di Dio”(1° Corinzi 6-9) .

CHRISTIANCAFE.IT – THE NEW CHRISTIAN COMMUNITY

Ci sarà mai un limite ?

Fonte: http://www.christiancafe.it/index.php

Commento

CAFFE’ TEOLOGICO

  Mah! Chiacchiere da bar, anzi da caffè teologico. In ogni caso, forse vale la pena ricordare che anche Gesù fu crocefisso a piè di lettera: I.N.R.I. 

( “Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, Gesù Nazareno Re dei Giudei, versione latina della scritta posta sulla croce di Gesù Cristo, riportante l’accusa che gli era stata mossa”- De Mauro, il Dizionario della lingua italiana, Paravia).

Una vera e propria svista commessa dai credenti nell’a-temporalità della lettera, in nome del potere di quei tempi e nell’assoluto disprezzo per lo spirito. La crudeltà dei letteralisti consiste nell’applicazione pratica di un’idea. Di un’Idea dai tratti astratti e violenti, appresa frequentando certi bar crepuscolari oppure desunta concretamente dalla lettura di un brano di scrittura decontestualizzato e preso alla lettera. “Portatemi solo due righe scritte dal più onesto buon uomo – diceva Richelieu – ed io vi troverò di che farlo impiccare”. Non c’è molta differenza fra la lettura fissa e contratta che della Bibbia fanno certi cristianisti, (che sembrano rimpiangere i tempi di mastro Titta, prima della breccia di Porta Pia) e quella che di altre sacre scritture fa per esempio Zarkawi, il pio tagliagole islamico, non si sa se ancora barbaro o già civilizzato.

Personalmente non frequento molto i christian cafè e non sono fra quei moralisti dall’esagitato gestire che da ventimila anni si chiedono “ ma dove andremo a finire?”, esclamando subito poi “per piacere! Per piacere!”, agitando le mani davanti ogli occhi del barista come per scacciare un insetto fastidioso. Anch’io credo che occorrano dei limiti – quelli della fedeltà e del disinteresse, per esempio -, ma liberamente scelti, per amore del limite e non per paura della Bibbia, oppure dell’eccesso. La lettura di antiche scritture può rendere un po’ strabici, la vista s’indebolisce… D’altra parte, l’eccedenza costituisce peraltro il segreto stesso del linguaggio. Qui la vecchia legge è superata dalla novità dello spirito, ovvero dall’esercizio di un minimo d’intelligenza, di poesia o di pietà, ben oltre l’atemporalità della lettera, il rischio di prendere colossali bevute e le ossessioni dei letteralisti, per i quali il fulmine – guarda caso – cadrebbe sempre sul sesso del prossimo in preda a chissà quali seducenti devastazioni.

Chissà perché gli amori degli altri ci appaiono sempre ignobili.

Perché nei bar il fulmine cade sempre sul sesso del vicino? Perché la presunta freccia della storia dovrebbe finire sempre in culo a Majakovski, a Pasolini, oppure a chiunque sia “tentato” di andare sui limiti dell’ovvio, più e meno fobico – che costituisce la follia della normalità ?

D’altra parte è anche vero, come diceva san Totò, che “ogni limite ha una pazienza”.

Lettura consigliata: http://www.omofobia.info/

***

Citazioni della Bibbia applicate ai giorni nostri ( tutti da Zarkawi ! )

La dottoressa Laura Schlesinger è una famosa giornalista della radio americana; nella sua trasmissione dispensa consigli alle persone che le telefonano: è un po’ la trasposizione americana della nostra Radio Maria. Qualche tempo fa, Laura ha affermato che l’Omosessualità, secondo la Bibbia (Lev.18:22) è un abominio, e non può essere tollerata in alcun caso proprio PERCHE’ LO DICE LA BIBBIA.

Ecco una lettera spedita alla signora Schlesinger.

Cara Dottoressa Schlesinger,

le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma, ed ho cercato di dividere tale conoscenza con più persone possibile. Adesso, quando qualcuno tenta di difendere  un comportamento gay o neo-gay , o ancor più maliziosamente e quasi alla Voltaire i ragazzi o le ragazze che si amano e si scambiano dei piaceri, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è  un abominio. Evocazione del Male assoluto, nell’apprensione di chissà quale seducente devastazione." Per piacere! per piacere !": agitando le mani davanti agli occhi come per scacciare un insetto fastidioso e belzebù, aggrappandosi poi alla lettera con dita incerte e scivolose, e inciampando puntualmente nella tonaca. Fine della discussione.

Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle.

1. Vorrei vendere mia figlia come schiava, come sancisce Esodo 21:7. Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita?

2. Quando do fuoco a un toro sull’altare sacrificale, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore. (Lev. 1.9). Il problema è con i miei vicini. I blasfemi sostengono che l’odore non è piacevole per loro. Devo forse percuoterli?

3. So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni. (Lev.15: 19-24.) Il problema è come faccio a chiederle questa cosa? Molte donne s’offendono..

4. Lev. 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi?

5. Un mio vicino insiste per lavorare di Sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente?

6. Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei sia un abominio (Lev. 11:10) , lo è meno dell’omosessualità. Non sono d’accordo. Può illuminarci sulla questione?

7. Lev. 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all’altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso occhiali per leggere…. La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c’è qualche scappatoia alla questione?

8. Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Lev 19:27). In che modo devono esser messi a morte?

9. In Lev 11:6-8 viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti?

10. Mio zio possiede una fattoria. E’ andato contro Lev. 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perchè usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. E’ proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Lev 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei?

So che Lei ha conosce questi argomenti molto meglio del sottoscritto, per cui sono sicuro che potrà rispondermi a queste semplici domande. Nell’occasione, la ringrazio ancora per ricordare a tutti noi che la parola di Dio è eterna e immutabile.

Cordiavolmente, sempre suo ammiratore devoto.

Fonte: http://www.leggendemetropolitane.com/(p.c.c)

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Ulteriori dubbi ( le donne tacciano nelle assemblee! )

Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano, perchè non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la Legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i lore mariti, perchè è sconveniente per una donna parlare in assemblea. ” (1 Cor 14, 34-35).

La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, nè di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perchè prima è stato formato Adamo, e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione.” (1Tim 2,12-14).

Perché invitare ai dibattiti le donne se hanno meno ragione, giudizio e discrezione dei maschiacci ? Evidentemente non esistono soli i dibattiti, vi sono ancora problemi. E’ vero che la donna, parlando, può indurre l’uomo al peccato ?

Questa proibizione alle donne di parlare, scritta a chiare lettere nella Bibbia, deriva dall’ umile condizione della donna oppure dal comando positivo di Dio che Paolo ricavava presumibilmente dalla sua lettura di Genesi ?

Che le donne debbano tacere è un’idea messa in pratica, oggi, specialmente dai fedeli ad oltranza come Zarkawi, perché anche per loro così è scritto ( mektoub). “Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, il più grande …( Sura IV An-Nisâ’ , Le Donne 34 ) . Allora , se così è scritto ( mektoub!) fanno bene i talebani a usare la frusta per far tacere le donne, oppure bisogna fare come i musulmani moderati che nel batterle non colpiscono mai il viso?

21/04/2002 - L'imam de Vénissieux a expliqué que, d'après le Coran, l'homme pouvait frapper sa femme... mais pas au visage !
Coran (4, 34) : "Vous réprimanderez celles dont vous aurez à craindre l'inobéissance ; vous les reléguerez dans des lits à part, vous les battrez". Dessin de Steph Bergol, http://www.ifrance.com/stephbergol
di Steph Bergol

Mio marito, lui sì che è un buon musulmano: non mi picchia mai sul visino. Così rispetta alla lettera il Sacro Corano e però dimostra anche che è musulmano moderato e che mi ama. E poi è mio marito e può fare quel che vuole, non siamo forse in un paese libero ? Evviva la libertà e grazie Italia, non è perché siamo musulmani che non siamo uguali a voi. Evviva l’uguaglianza e la libertà. E grazie ancora Italia” FIRMATO: “sorella Lalla Aiscia, Movimento Italoislamicocattolicocomunista per il velo anche sugli occhi”. La sharia, la legge islamica desunta sostanzialmente dalla sacra lettera, è stata introdotta anche in Europa o Eurabia in divenire – mimeticamente, come dimostra il proliferare di tanti don pirla con la kefiah , e anche direttamente come la messa a morte del “blasfemo” regista Theo vag Gogh nelle vie di Amsterdam, oppure la lapidazione della giovane Ghofrane Haddaoui il 17 ottobre scorso a Marsiglia. A tale proposito abbiamo assistito a un interessante dibattito, in cui gli islamisti – istruiti da quel raffinato semi-intellettuale che è il signor Ramadan e spalleggiati da gruppuscoli di comunisti utopici e di buon cuore – protestavano, in nome del politicamente corretto, per l’uso da parte dei media definiti “islamofobi” del termine “lapidazione”. Bisogna infatti dire che la sharia è incompresa, e che non si tratta di “lapidazione” ma di semplice “applicazione di una pena per fare salvo il diritto di Allah e il bene comune”, è una questione di religione e la religione va rispettata. Sennò dove andremo a finire ?

Fabio Scuto de “La Repubblica” di oggi ( 7 febbraio 2005), ci ricorda che dove è applicata la sharia non c´è una distinzione netta fra peccato e reato. Per la legge islamica i peccati o reati sono inglobati in tre grandi categorie: gli hudud, i reati più gravi come l´apostasia, la bestemmia o l´adulterio puniti con la flagellazione, la lapidazione, la decapitazione.

Pene corporali anche per i furti. I qisas, sono i delitti di sangue – omicidi, lesioni – che sono puniti con la legge del taglione, ma in caso di accordo può essere risolto con un indennizzo, una specie di “pizzo”. Nella terza categoria, i tazir, (il giudice-teologo ha un forte potere discrezionale), sono compresi i peccati-reati come i furti, la sodomia, il consumo di alcol, la disobbedienza al marito, il consumo di carne di maiale e la falsa testimonianza.

 

Iran. E’ scritto ( mektoub) che la peccatrice colpevole di zina ( adulterio o pratica sessuale al di fuori del nikha o “coito-matrimonio” legale) va interrata fino alla vita, poi per soddisfare il diritto di Dio si lanciano pietre fino alla morte.

E’ scritto anche che le pietre per lapidare l’adultera – corpo femminile, concreto, altro da quello astratto della Legge – non debbono essere “nè troppo grandi né troppo piccole”. Per non dimenticarsi della giustizia di Dio, ma soprattutto perché nel Sacro Libro è scritto così con lettere sante e immacolate, potremmo sapere esattamente cosa intendeva l’Onnipotente con “ troppo” ? Insomma, qual è il limite al degrado nostro e della natura ? C’è un limite alla Morte, oppure ha eguale durata della Vita ? E soprattutto chi , fra la banda dei pii letteralisti, scaglierà per primo la pietra ? E ancora: quante pietre occorrono per eliminare la “corruzione” dal mondo ? Basterà una sola atomica islamica per ripulire l’aria da ogni forma di vita non conforme alla Scrittura e ritornare finalmente al deserto beduino ?

«(…) Risalire quel fiume era come compiere un viaggio indietro nel tempo, ai primordi del mondo, quando la vegetazione spadroneggiava sulla terra e i grandi alberi erano sovrani (…) Ci si perdeva in quel fiume come in un deserto (…) Questa immobilità di vita non assomigliava affatto alla pace. Era l’immobilità di una forza implacabile che covava un qualche insondabile disegno» . Sono parole terribili, tratte dal romanzo di Joseph Conrad, Cuore di tenebra, parole associate al tempo dei crolli delle fortezze e delle torri: a un tempo immobile, il nostro, detto post-moderno, post-mortem, post-tutto e ground zero in gergo canagliesco: un tempo in cui si dovrà convivere, senza poter neanche scendere, sia con la barbarie sia con quel che resta della civiltà.

CENERI

Ultima ( ma non definitiva) osservazione: se vita e morte hanno uguale durata, chissà che non sia possibile riprendere tra i due tutto quello che è perso. In spirito, intendo, per non dire “con un cuore”, espressione che qualificherebbe immediatamente chi scrive come poeta. E Dio sa che cuore d’acciaio oggi occorre per scrivere poesie.

Davvero, per scrivere poesie bisognerebbe avere un cuore d’acciaio, un cuore di poetessa. Qui, da un angolo che mai si chiude, ecco delle parole da non prendere alla lettera. Anche perché può anche darsi che Lui sia Il Più Grande, così com’è scritto, ma resta pur sempre il fatto che il cervellino di noi lettori sia rimasto, perlomeno da ventimila anni, piuttosto piccolino. Piccolino e sull’orlo della fossa, come tutti.

Forse è il Tempo, questo strano tempo crepuscolare, che ci curva ( un po’ ? ) come un punto di domanda. Certamente non la lettera di un Dio oscuro, e neanche l’Idea che brilla chiara su sfondo oscuro: quell ‘Idea la cui applicazione pratica costituisce esattamente la crudeltà. L’inaudito della lettera resta tra illuminazione e abbaglio: nell’attesa, non inerte, della vera vita, “nuova” e ad ogni istante “eterna” nella poetica rinnovata della comunione, nell’enigma della fragile felicità terrestre e la fede nel Risorto.

Senza l’instabilità della lettera e senza quell’eccesso, quell’eccedenza mistica che costituisce il segreto del linguaggio, non esisterebbe alcuna meraviglia e neanche quella gioia che sembra essere tanto più profonda della morte abituale. L’uomo tenderebbe ad arroccarsi, fra mezze-paure e mezze-speranze ( ovvero proprio come sempre) nella parte del naufrago o nichilista aggrappato al legno della parola “legno”, oppure a lasciarsi amministrare dai sinistri guardiani dei bisogni e a ridurre la sessualità a gestione ottimale dei bisogni, tentato irresistibilmente dalla regressione all’Origine, una specie di futuro anche politicamente, economicamente, ecologicamente ed atomicamente color rosa confetto.  Il multiculturalismo, il paradiso in terra, la Pace universale, l’Amore eterno e i fiori sempre freschi?  Insomma, l’infinito? Va’, citrullo!

Nell’oblio del senso del peccato originale, il pio letteralista – al pari di chi si sogna innocente in uno sventolare di sporche bandierine arcobaleno – è tentato da una irresponsabilità fatale.

Se non fetale, ovvero da feto allucinato in compagnia di altri fratelli-feti, addensati in qualche crepuscolare sagrestia o bar cristianista, come tanti girini in uno stagno.

E la presa di coscienza, necessariamente individuale? E la responsabilità, altrettanto personale? E la novità dello spirito, che soffia dove vuole?

 Qui comincia un cammino diverso, controcorrente e non meno significativo: non l’accesso alla “pura” a-temporalità della lettera, ma a Dio stesso, e questa sembra essere – alla luce del timor dei initium sapientiae – la questione ultima dell’uomo cosiddetto civilizzato, ovvero degli individui ancora per poco liberi, liberali, libertari e – ahimè – troppo leggermente libertini e non abbastanza “peccatori”.

Bensì innocenti, di un’innocenza ancora più antica e criminale della colpa.

Non andate, vi prego, dove porta il cuore, ovvero verso la moltiplicazione di escatologie triviali: l’alito ancora fresco di mentine da oratorio, nell’ignoranza pressoché assoluta dell’amarezza che al fondo del bicchiere e la bevuta a grandi e avidi sorsi del liquore preferito.

                                                                               Igni Natura Renovata Integra

***
CEVRELLI

così accade nei blog ?

Peccaotori? La qusetione del sneso di clopa, srciveva Ferud, è ipmortante per la sopravevvinza della cilvità. E così alla fnie noi tutti dorvemo lacsiare una machcia.

Cihssà a che pnuto è il crepucsolo. Nel tepmo dei corlli, non un segiuto di piccloe apocalsisi quotidaine, ma l’apocastatasi, il “tmepo penutlimo”!

Sneocdo uno sdtiuo dlel’Untisverià di Cadbmirge, non irmptoa cmoe snoo sctrite le plaroe, tutte le letetre posnsoo esesre al pstoo sbgalaito. È ipmtortane sloo che la prmia e l’umltia letrtea saino al ptoso gtsiuo in un lirbo o in un bolg, il rteso non ctona. Il cerlvelo è comquune semrpe in gdrao di decraifre tttuo qtueso coas, pcherè non lgege ongi silngoa ltetrea, ma lgege la palroa nel suo insmiee…

IMPRSSIEONANTE,IL CREVELLINO ! Ci sarà mai un limtie ? Dove adnremo a frinire ?

Frose per qaunto ditsorto possa essere la cretaura che si dice uamna acnche uno scafraaggio alla fnie non sofcerà nel sloito mrae di pus, ma scorpirà di esesre una meviragliosa top mdeol… vstio ?

Vistio che tironfo, che tnofo? Petccao non poter snetire acnhe il tnafo del destrucozionismo e della dèrive, questa idiozia!

Così, ritornato dritto in un libro o in blog, continuo a pensare che quel groviglio di paure e di speranze, quel roveto ardente e gli antichi raggi mistici non fossero solo modeste anticipazioni dei raggi tecnici. E a riflettere sul silenzio di Dio, sulla vecchiaia, sull’angoscia, l’individuazione e la morte – questo “modesto ruscello così a lungo calunniato”. Ho passeggiato con Nietzsche sui ghiacciai, camminato tra le nebbie con Cèline, sognato le isole coralline con Gauguin, ho auspicato, con Rimbaud, il Natale sulla terra, e persino inventato dei costumi, lasciando la letteratura a quei coglioni dei miei falsi amici.

Ma dopo aver piantato tanti fiori ho visto crescere tanti carciofoni bruttini & stagionati, e persino new age, agnostici ma dediti al culto del caro corpo e della cristalloterapia, mano a mano che il giunco flessuoso a cui ci si appoggiava si piegasse, i visini lisci e tondi come culi di bambini si coprissero di rughe, e si cominciasse a perdere il senso dell’immunità fisica, della salute a tutta prova. Intere vite di energia fluite in pochi istanti.

Eppure era la prima generazione civilizzata del pianeta, quella che nata al riverbero del fungo di Hiroshima e tra la fuliggine dei campi di sterminio fra i balconi della vecchia Europa avrebbe messo fine alle guerre, all’ingiustizia e alla solita miseria. Chissà chi ci aveva messo in testa quella strana idea, forse Fernanda Pivano, Topolino o Mondo Beat & Pianeta Fresco.

E dopo aver punito l’azzurro, dal momento che la letteratura non salva, mai ( come osservava anche l’amico Tondelli, nei suoi ultimi giorni), ho visto passare un mondo, e senza rallegrarmi come uno gnostico dell’Adelphi, ma anzi accettando sul capo la mia futura cenere, ho creduto di credere – mentre mi attardavo a controllare le parole, non solo le emozioni e i sentimenti – di poter ardere senza bruciare e di essere fra quelli che verranno dopo.

La storia non ha chiuso bottega e assisto all’ascesa sfolgorante della bestialità politica, economica, ecologica, atomica, umana e tecnocratica, nel degrado nostro, della natura, della lingua e della memoria.

E’ il crollo di un mondo in un gemito, non nel trionfo, ma per quasi impercettibili sfaldamenti di ciò che un tempo era ritenuta Fede, Speranza, Carità, oppure semplicemente Dio, Libro, Senso per lo scorrere di un significato nel caos del mondo.

Di un mondo che si crede eterno, e che eternizza il transitorio fra un cumulo di assurdità, preda di una vera e propria disperazione di massa che esplode qua e là, a corto circuito, malgrado gli accomodamenti spettacolari di superficie nel regime delle immagini e delle evanescenze, aureolate da quel loro tipico sex-appeal spettrale, in un reale che non va e che del resto non potrebbe andare.

E questo nel giorno in cui i terroristi, non più gli scrittori, influenzano le coscienze, creando l’immagine e l’abbaglio di un universo tenebroso e sfregiando per sempre Tempo & Spazio.

 In un tempo e uno spazio che non sono una risposta e in cui tuttavia forse molte sono le storie possibili, o anche impossibili.

L’impossibile storia, per esempio, in cui i cristiani o quello che ne resta escono finalmente dalla macchia e – mentre gli altri, i soliti nichilisti e superuomini vedono solo la paura e il limite in un mucchio di cenere – si aprono al tempo salutare della penitenza pubblica e della Quaresima, rinunciando definitivamente ai dèmoni del Novecento ( purtroppo non tutti andati ancora in pensione) e ai nuovi Titani e Cibionti empaticamente interconnessi che verranno.

Nell’attesa, non inerte, del rinnovamento pasquale.

Qui dove Lui ( chi? ) volle spezzarci da lontano ai gomiti e ai ginocchi, mentre forse è il tempo, solo il Tempo, a piegarci leggermente sull’orlo di una fossa e della tomba vuota.

Forse è solo un foro nel petto, un buchino, una ferita anche narcisistica, volendo, ma allora perché vi soffia dentro un vento terribile, sentimentale, capace di spezzare aghi d’acciaio, e anche di farci ammalare ?

Non è che un piccolo foro, un minuscolo buco, anche di senso: è solo il loro accumulo che ci rende porosi, troppo leggeri e porosi, e ci convince di una gravità – quella di un’Europa che si crede azzurra e leggera, errante e fin troppo disponibile – per noia, sazietà, vecchiaia – disponibile al crollo della della fede, della memoria, della stirpe, e alla barbarie incombente "un attimino" persino nella lingua.

E’ duro, quaggiù, per tanti pesciolini risalire la corrente della fiumana e oceano della vita e della morte, in cui ci dibattiamo tutti all’ombra dell’ascesa sfolgorante di un lunatico dio oscuro e di una possibile sciagura generale.

Occorreva proprio che qualcuno vi portasse la cattiva novella, facendovi segno da questo strano crepuscolo? Ma poiché a nessuno basta morire da lontano, non resta che lasciare la macchia, abbandonare la trincea dove ci si acquatta in un giro senza fine di travestimenti multipli, e uscire in pieno sole.

Non quello mentitore che segna i giorni e l’orologio della grande storia mondiale, ma il sole che chiamiamo, ancora una volta, Cristo, vivo in ogni più minuscolo e raro gesto d’intelligenza, di poesia, di pietà o di compassione, così come in quel venticello gentile che si leva tra le maglie della rete e della tomba vuota.

E auguriamoci che soffi il vento.

Mercoledì, Le Sacre Ceneri, 9 febbraio 2005

***

TEMPO LITURGICO

"… Ecco allora svelarsi il significato e la necessità del tempo quaresimale che, con il richiamo alla conversione, ci conduce, attraverso la preghiera, la penitenza e gesti di fraterna solidarietà, a riaccendere o rinvigorire nella fede l’amicizia con Gesù, a liberarci dalle illusorie promesse di felicità terrena, a riassaporare nell’autentica carità di Cristo l’armonia della vita interiore.

Faccio mio quanto san Leone Magno affermava in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima: "Le opere di virtù non esistono senza la prova delle tentazioni; nessuna fede è senza contrasti; nessuna lotta è senza nemico; nessuna vittoria senza combattimento. Questa nostra vita trascorre tra le insidie e tra le lotte. Se non vogliamo essere ingannati dobbiamo vigilare; se vogliamo vincere, si deve combattere" (Sermone XXXIX).

Accogliamo, carissimi Fratelli e Sorelle, questo invito. Esso esige una disciplina ardua, specialmente nel contesto sociale di oggi, segnato spesso da facile disimpegno e da ateismo pratico. Lo Spirito Santo ci conforta e ci sostiene in questa lotta. Egli "viene in aiuto alla nostra debolezza – come assicura l’apostolo Paolo – perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili" (Rm 8,26).

E proprio allo Spirito Santo è dedicato questo secondo anno di immediata preparazione al Grande Giubileo del Duemila. Scrivevo nella Lettera Apostolica Tertio millennio adveniente: "Sarà dunque importante riscoprire lo Spirito come Colui che costruisce il Regno di Dio nel corso della storia e prepara la sua piena manifestazione in Gesù Cristo, animando gli uomini nell’intimo e facendo germogliare all’interno del vissuto umano i semi della salvezza definitiva che avverrà alla fine dei tempi" (n. 45).

Lasciamoci, dunque, guidare dallo Spirito Santo durante questo tempo privilegiato: è lo stesso Spirito che, per preparare Gesù alla sua missione, lo sospinse nel deserto della tentazione e lo confortò poi nell’ora della prova, accompagnandolo dal giardino degli ulivi al Golgota. Lo Spirito Santo ci è accanto mediante la grazia dei sacramenti. In particolare, nel sacramento della Riconciliazione Egli ci conduce, lungo la via del pentimento e della confessione delle colpe, fra le braccia misericordiose del Padre.

Auspico di cuore che la Quaresima sia per ogni cristiano occasione propizia per questo cammino di conversione che ha il suo fondamentale e irrinunciabile riferimento nel sacramento della Penitenza. E’ questa la condizione per giungere ad un’esperienza più intima e profonda dell’amore del Padre.

Ci accompagni lungo l’itinerario quaresimale Maria, esempio di docile accoglienza dello Spirito di Dio. A Lei ci rivolgiamo quest’oggi, nel momento in cui, insieme ai credenti di tutto il mondo, entriamo nel clima austero e penitenziale della Quaresima".

GIOVANNI PAOLO II ( Mercoledì delle Ceneri – tempo liturgico della Quaresima in preparazione alla Santa Pasqua, Udienza generale del 25 febbraio 1998).

Fonte: http://www.vatican.va/index.htm

 

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