FREAKS

Che Guevara Horror Picture Show

di Jay Nordlinger*

da Ideazione , marzo-aprile 2005


di Iouri Tomberg

A volte ho la sensazione che Che Guevara sia ritratto su più oggetti di Topolino. Parlo di magliette e simili (ma soprattutto magliette). Un artista ha avuto l’ispirazione di combinarli: ha messo le orecchie di Topolino su Guevara.

Non deve piacere molto ai fans di quest’ultimo. Il mondo è inondato da accessori del Che ed è un’offesa continua alla verità, alla ragione e alla giustizia (un bel trio). I cubani-americani rimangono sconcertati da questo fenomeno, come altre persone dotate di un po’ di decenza e di consapevolezza. Una reazione contro la glorificazione del Che esiste, ma è minima se paragonata al fenomeno stesso. Un cambiamento di tendenza contro Che Guevara richiederebbe una rieducazione massiccia, cosa che il vecchio comunista apprezzerebbe molto (…).

La nebbia del tempo e la forza dell’anti-anti-comunismo hanno oscurato il vero Che. Chi era costui? Era un rivoluzionario argentino che prestò servizio come tagliagole principale di Castro. Era particolarmente infame perché dirigeva le esecuzioni sommarie a La Cabãna, la fortezza che fungeva da mattatoio. Gli piaceva amministrare il colpo di grazia, il proiettile nella nuca. E amava far sfilare la gente sotto El Paredón, il muro rosso di sangue contro il quale furono uccisi tanti innocenti. Inoltre, istituì il sistema di campi di lavoro dove innumerevoli cittadini – dissidenti, democratici, artisti, omosessuali – soffrivano e morivano. Stiamo parlando del gulag cubano. Uno scrittore cubano-americano, Humberto Fontova, descrisse Guevara come «una combinazione fra Beria e Himmler». Antony Daniels, in vena di spiritosaggini, disse: «La differenza fra [Guevara] e Pol Pot era che [il primo] non aveva studiato a Parigi».

(…) Una delle più nauseabonde recenti celebrazioni di Guevara ha avuto la forma di un film, The Motorcycle Diaries, il cui produttore esecutivo era Robert Redford (uno dei più devoti apologeti di Castro che esistono a Hollywood, non so se mi spiego). Al Sundance Festival il film è stato accolto da una standing ovation. Per commentare questa disgustosa agiografia e distorsione, mi limiterò a citare Tony Daniels: «È come se qualcuno facesse un film su Adolf Hitler descrivendolo come un vegetariano che amava gli animali e voleva combattere la disoccupazione. Sarebbe tutto vero, ma piuttosto poco pertinente». Sta per uscire un altro film su Guevara, diretto da Steven Soderbergh. Possiamo immaginarne il contenuto dal materiale pubblicitario: «Combattè per il popolo». Ma certo. Di recente un importante cubano-americano ha pranzato con un attore famoso e potente per discutere la possibilità di fare un film, che raccontasse la verità su Guevara. L’attore era completamente d’accordo, ma diceva che semplicemente non si poteva fare: Hollywood non lo avrebbe permesso.



(…) Alcune persone conserveranno sempre un sentimento romantico per Guevara e per la rivoluzione cubana. Per loro Guevara era un vero uomo, non una pappamolla liberal, uno intransigente: con una volontà così pura da fare quello che era necessario. Un anti-comunista che conosco ha chiesto a una sua amica perché ammirava Guevara. Gli ha risposto: «Non si è mai venduto». Frank Calzón, direttore esecutivo del Center for a free Cuba, dice: «Sì, Guevara era “coraggioso” e “impegnato”. Anche molti rapinatori di banche lo sono». Prima della guerra in Iraq, ho chiesto a Bernard Kouchner, il grande filantropo e politico francese, come mai molti dei suoi compatrioti sembravano entusiasti di Saddam Hussein. Mi ha risposto che il loro entusiasmo per Saddam era simile al loro attaccamento al Che: un modo per esprimere anti-americanismo (in breve), a prescindere dai fatti su questi due uomini.



Ma per i cubani-americani, i fatti non sono una cosa trascurabile. Immaginate di essere uno di loro e di vedere tutt’intorno a voi immagini che esaltano Guevara. Immaginate – peggio – di essere figlio di qualcuno che Guevara ha giustiziato personalmente. Negli Stati Uniti ci sono queste persone. O immaginate – ancora peggio – di essere un prigioniero politico cubano e di sapere che, in paesi liberi, un sacco di persone portano il Che sul petto.

Se si chiede ai cubani-americani cosa provano, parleranno subito di Hitler e dei nazisti: nessuno venderebbe o sfoggerebbe gadget che esaltano quelle bestie; che differenza c’è, proporzioni a parte? Otto Reich è un cubano-americano che ha molto riflettuto su questa cosa. È stato funzionario con gli ultimi tre presidenti repubblicani ed è fuggito da Cuba; suo padre era fuggito dall’Austria nazista. Reich dice: «La prima reazione [nel vedere un capo d’abbigliamento con il Che] è la repulsione. Il secondo è più simile alla pietà, perché quelle persone non hanno la più pallida idea di quello che fanno».

(…) Senza dubbio, parte del culto di Guevara è dovuto alla bellezza fisica (anche se credo che Biscet sia abbastanza attraente, nonostante gli anni di sadiche violenze subite). Più di un anti-comunista si è lamentato del fatto che gli zigomi del Che hanno fatto battere milioni di cuori e crollare milioni di coscienze. Tony Daniels cita un intimorito giornalista britannico che incontrò Guevara all’ambasciata sovietica dell’Havana nel 1963: “Era incredibilmente bello”. Povero Stalin, così tarchiato e butterato. Avrebbe potuto diventare una star.

Guevara, però, ha un po’ di competizione da quando alcune celebrità americane sono state viste con magliette del Subcomandante Marcos. Chi è il Subcomandante Marcos? Grosso modo il Che messicano, anche se sembra poco probabile che riesca a superare Guevara, la cui perpetua esaltazione è uno dei fenomeni più dolorosi e irritanti dell’era moderna.

14 marzo 2005

traduzione dall’inglese di Barbara Mennitti

* Jay Nordlinger, caporedattore di National Review. Giornalista, saggista e critico musicale per il New York Sun, nel 2001 ha vinto l’Eric Breindel Award for Excellence in Opinion Journalism.

© National Review. Titolo originale: “Che Chic. It’s très disgusting”

Leggi tutto : Che Guevara Horror Picture Show

Fonte: http://www.ideazione.com/

***

 In rete

– PROTESTA POR LA VENTA DE CAMISETAS (T-SHIRTS)
CON LA IMAGEN DEL ASESINO CHE GUEVARA 

Fonte: http://members.aol.com/Guanabacoa/che.html

***

LA CRISI DELLA FANTASCIENZA

La crisi della SF
Fabio Feminò: “ Ma perché gli editori italiani hanno ignorato  così precisi ammonimenti, stampando invece dozzine di libri di e su idoli del passato come Che Guevara? Probabilmente perché la sua celebre foto da supermacho eccita i ‘gay’.

Fonte:
http://www.intercom.publinet.it/2002/crisi6.htm

Nota. Non mi pare che lo scrittore di SF Fabio Feminò abbia tutti i torti, il culto del Che è infatti spesso aureolato da un tipico sex appeal spettrale e la sinistra, nella maggior parte dei casi, ha la tendenza a innamorarsi sempre dell’uomo sbagliato dimostrando una ben strana, fascinosa e sinistra benevolenza verso i persecutori delle donne e dei gay. Presumibilmente si tratta della riattivazione inconscia , da parte di numerosi imbecilli ( imbaculos) dell’arcaico culto del fascinum, ovvero il bastone del capo dell’orda primitiva dei fratelli allucinati, regrediti a uno stadio primitivo dello sviluppo psicosessuale (gdm).


Che Guevara. O Mito e a Verdade.

O dia em fiz esta imagem no computador foi de facto

um dos mais iluminados da minha carreira

Fonte: http://bolognanihil.blogspot.com/

***

GAY CUBA LIBRE! “

Cinquantamila gli omosessuali scomparsi nei Gulag sovietici, senza contare quelli internati in Cina, a Cuba ed in molti altri paesi soggetti a regime comunista. Nonostante fu lo stesso Che Guevara ad inventare i campi di concentramento (UMAP) per i gay cubani, durante ogni gay pride è possibile vedere centinaia di giovani con il suo volto ritratto su bandiere maglie, quasi le sofferenze e gli orrori patiti dalle vittime non abbiamo nessuna importanza. Ipocrisia, dovuta all’ignoranza, dovuta alla svendita della dignità propria e di tutti ai partiti” .

"I gay a Cuba", intervista ad Alina Castro ed a Lissette

(di Enrico Oliari – Pride, ottobre 2004) 

"La benevolenza gay nei confronti dei persecutori" di Paolo Mieli

IL MITO DEL CHE

da http://www.oliari.com/

Pagina web di Enrico Oliari

vedi: omosessualità e comunismo

***

TRAVESTIMENTI MULTIPLI

… L’anno scorso sul Manifesto è andata la foto del carro del Queering Sapienza che portava Che Guevara col volto di Marilyn Monroe. Ecco, "Cherilyn" è G, L, B oppure T(rans)? è una domanda che non ha senso, perché è tutte queste cose insieme. È strana, indefinibile. È dissacrante, ridicola, forse anche iconoclasta. Un giornale riportò che una signora disse: ‘Va bene tutto, ma Che Guevara non me lo toccate!’… "

da: http://www.ecn.org/agaybologna/index.php

***

DARK EMPORIUM

( magliette e pannoloni)


http://www.tshirtsville.com/acatalog/Che.gif


Da Che Guevara a Leila Khaled

SEMPRE CON TE COMANDANTE!

Pannolone per rivoluzionari incontinenti.

Puro cotone 100%. Si lava in lavatrice.

In vendita solo in negozi Equi & Solidali.

 

Questa voce è stata pubblicata in Varie. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *