DALLA PARTE DEI PASTORI TEDESCHI

« “Ho letto di recente che il corvo della Nuova Caledonia modifica semplici pezzi di legno e li usa a suo piacimento. Scimmie adoperano il telefonino. Il mio pastore tedesco viene a svegliarmi ogni mattina. Allora perché non si vuole riconoscere agli animali il dono dell’intelligenza?” ». Qualcosa in tal senso pare che stia avvenendo: molti scienziati hanno infatti cominciato a riconoscere questa facoltà in numerose specie, che tuttavia non definiscono ancora intelligenza, ma ingegnosità. Un bel passo in avanti, perché fino a poco tempo fa si credeva che gli animali fossero dotati soltanto di istinto. La scienza, proprio perché scienza, fatica a riconoscere agli animali, da sempre ritenuti esseri inferiori, le stesse facoltà dell’uomo: un essere così evoluto e superiore che con le sue scoperte ha quasi distrutto gli equilibri della terra e pur sapendo a cosa andremo incontro persevera. Ha tra l’altro perduto l’istinto della sopravvivenza, cosa che invece hanno conservato gli animali, che sebbene assediati da un ambiente degradato come non mai riescono a evitare il peggio. Non è questa una prova di intelligenza? Ma forse per capire gli animali non occorre essere scienziati, né tantomeno politici. Basta la sensibilità e l’intuizione della poesia. Capiamo, allora, che l’intelligenza degli animali è libera, quindi incomprensibile ai nostri parametri culturali. E ne abbiamo (scientificamente) paura». Vincenzo Pardini LA NAZIONE.it

http://www.petnews.it/

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ai cinici e disincantati compagni de “ Il manifesto”e agli altri barboni ( non nel senso di razza canina) che scambiano i piccoli denti del papa con le zanne di Rex, non dirò che sono "papafobici" o "papofobi" mediamente conformisti, ma consiglio il libro:

Dalla parte degli animali – etologia della mente e del cuore

Un libro che lega sapientemente i dati sperimentali ai racconti aneddotici, in cui gli animali, intesi come individui, sono protagonisti di situazioni che ne evidenziano aspetti del comportamento spesso sorprendenti .

"Dal punto di vista degli animali, gettando un ponte fra noi e loro"

Marc Bekoff , Ed. Franco Muzzio

Fonte:

http://tecalibri.altervista.org/B/BEKOFF-M_animali.htm

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«… Titoli di giornale come quello de Il Manifesto (Il pastore tedesco) o del britannico The Sun (Rottweiler Ratzinger) sono il segno di un’accoglienza non proprio univoca da parte dell’opinione pubblica. Eppure, è decisamente presto per dare dei giudizi. Se a detta di molti, il card. Ratzinger usava il bastone, mentre Giovanni Paolo II la carota, è semplicistico confondere la fermezza dottrinale con atteggiamenti ottusi o retrogradi, anche perchè alla Chiesa non si può chiedere di rinunciare ai propri valori, come al suo diritto di tenere la barra al centro e di andare controcorrente.

La sfida principale è piuttosto quella della comunicazione, perché l’uomo di oggi ha bisogno di speranza, la stessa che è alla base del messaggio cristiano. Un pontefice ha il compito di trasmetterla, rendendo visibile a tutti la forza dirompente della misericordia e la grandezza dell’amore gratuito; da parte sua il credente è chiamato ad accoglierla. Per una volta sarebbe bello mettere da parte le letture politiche e sociologiche della realtà per aprirsi un po’ di più al mistero, legato a tutto ciò che il nuovo papa saprà dare e rappresentare.

Un dialogo e un confronto che Benedetto XVI ha già promesso, in campo ecumenico (“ambizione e impellente dovere”), con il mondo laico (“per ricercare il vero bene dell’uomo e della società”), nella politica (“invoco da Dio l’unità e la pace per la famiglia umana e dichiaro la disponibilità di tutti i cattolici a cooperare per un autentico sviluppo sociale). Ma è con i giovani che la promessa diventa ancora più significativa. “Con voi, futuro e speranza della Chiesa e dell’umanità, – ha ribadito il papa – continuerò a dialogare, ascoltando le vostre attese nell’intento di aiutarvi a incontrare sempre più in profondità il Cristo vivente, l’eternamente giovane”.

Ora la palla passa al mondo. Accettare il dialogo? Sgombrare la mente da pregiudizi e sospetti? Imparare a ragionare con la propria testa, senza idee preconcette? Se la risposta sarà affermativa, il passo compiuto avrà già un valore immenso: la prima condizione per incontrarsi a metà strada. »

da Un incontro a metà strada korazym.org

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UN BRANO DALL’OMELIA DEL PASTORE TEDESCO

«… Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero… La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde – gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie…». JOSEPH RATZINGER, BENEDETTO XVI.

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IL PRIMO MESSAGGIO

Ieri mattina, nella Cappella Sistina, il santo padre Benedetto XVI ha presieduto la prima concelebrazione eucaristica con i cardinali da pontefice. Nell’occasione, ha pronunciato il suo primo messaggio, in lingua latina. Ecco la traduzione italiana del testo completo letto alla fine della messa.

Fonte : http://www.korazym.org/default.asp

Aggiornamento

DALLA RETE

Il primo blog su Papa Benedetto XVI

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