D'Alema, "spropositato"

 SPROPOSITATO

Il Ministro degli Esteri dell’Italia, D’Alema, ha esposto alla Camera le sue stravaganti convinzioni su quello che al mondo, e specialmente in Medio Oriente, oggi, è “spropositato”, e altresì "sproporzionato"…

 E questi ‘partigiani resistenti’ che corrono in strada con gli intestini di soldati israeliani in mano, non sono forse sproporzionati, ministro D’Alema? ”.

D’Alema: errori, bugie. Un j’accuse necessario

FONTE: La pulce di Voltaire

IL CULTO DELLA MORTE

« I vostri nemici cercano la vita, voi cercate la morte. Essi cercano le carogne con cui riempire i loro stomaci vuoti, voi cercate un giardino grande come il Cielo e la Terra. Non temete di affrontarli, poiché la morte non è amara nella bocca del credente » .

( Da un sussidiario per bambini palestinesi a cura del ministro dell’Educazione dell’Autorità palestinese, che alleva i propri bambini nel compito spropositato di diventare bombe-umane, di farsi esplodere in modo sproporzionato in mezzo ad altri bambini, chiamati “scimmie e porci” nelle scuole, in famiglia e dai pulpiti delle moschee. Scimmie e porci perché ebrei).

 Missile Kassam, "proporzionato" ?

 – L’EX MINISTRO DEGLI ESTERI TEDESCO FISCHER : «La sinistra europea sbaglia non è Israele l’aggressore», da La Stampa

–  Una parola stranamente ricorrente nei commenti, in Europa, sulla risposta israeliana alla dichiarazione di guerra dell’Hezbollah è «sproporzione». Se i katiuscia minacciassero noi di B. Levy, dal Corriere.

– La nostra sensatezza di bravi europei, di bravi democratici, di bravi diplomatici, non ci permette di capire, ad esempio, che ad essere sproporzionata è innanzi tutto la condizione materiale di quel Paese. Che senso della misura c’è, infatti, ad essere in cinque-sei milioni di abitanti su un territorio grande più o meno come la Puglia e avendo di fronte un oceano di terre e di uomini ostili? La sproporzione che non capiamo di Ernesto Galli Della Loggia (dal Corriere della Sera ).

– Per D’Alema il ruolo "indiretto" di destabilizzazione armata da parte di Iran e Siria, di cui afferma con un certo sprezzo del ridicolo di non avere prove certe, è legato ai guasti della aggressiva politica americana nella regione, a partire dalla guerra contro Saddam. E’ vero il contrario, sebbene questa verità sia spiacevole per gli interessi economici e politici del multilateralismo europeo guidato in passato da Jacques Chirac, che gioca da sempre la carta dell’appeasement, d’intesa con la Russia di Putin e in funzione antiamericana, verso Teheran e Damasco. D’Alema e i "soloni globali" (da Il Foglio)

– Il leader della Quercia non ha ascoltato le voci che nella sua stessa maggioranza hanno invitato a non cadere nei riflessi condizionati di una cultura che attribuisce all’Occidente, a Bush, in primo luogo all’intervento in Irak, la responsabilità del conflitto. È andato avanti per la sua strada, preoccupato più della reazione dei suoi alleati «antagonisti» che del ruolo e dell’impegno internazionali dell’Italia. Ha ignorato perfino il tentativo compiuto in extremis da Fassino di dare maggiore credito alle ragioni di Olmert, parlando l’altra sera davanti alla Sinagoga di Roma.Il pensiero Massimo: la guerra combattuta a parole di Renzo Foa (da Il Giornale)

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Una risposta a D'Alema, "spropositato"

  1. anonimo scrive:

    Chirac ha definito “aberrante” l’intervento israeliano in Libano.

    D’Alema ha definito “sproporzionata” la reazione, invocando l’invio salvifico di truppe onusiane (respinto da Israele), anche a Gaza.

    Missile Kassam, “proporzionato” ?

    Bernard Levy ha rilevato l’assurdità di certe affermazioni di politici europei riguardo la “proporzionalità” o meno della reazione israeliana.

    Bernard Levy, però, si riferisce al Principio di Realtà, ovvero analizza la situazione adducendo argomentazioni razionali.

    Jean-Paul Sartre, un altro francese, questa volta non – ebreo, e con una capacità di osservazione certamente non inferiore a quella di Levy, ha definito l’antisemitismo una passione, e le passioni, come ben sappiamo, sono impermeabili alle argomentazioni che si riferiscono al Principio di Realtà. Le passioni ubbidiscono esclusivamente ai dettami del Principio di Piacere.

    La mia analisi si riferisce dunque alla sostanza della passione chiamata antisemitismo.

    Come ho sostenuto nel mio saggio su Pinocchio, e su “Rembrandt e il Figliol Prodigo” l’antisemitismo è l’odio inconscio per l’immagine del Padre. L’ebraismo infatti rappresenta la Religione del Padre, mentre il cristianesimo rappresenta la Religione del Figlio. Gli ebrei sono inconsciamente percepiti come i rappresentanti dell’istanza paterna. Chi odia inconsciamente il proprio padre, ovvero la sua immagine, odia anche gli ebrei.

    Come ogni psicoanalista può confermare, un bambino dai due ai cinque anni, gli anni formativi in cui si formano le immagini che si porterà poi dietro tutta la vita, vive intensamente la fantasia che il proprio padre abbia un pene enorme, spropositato.

    A nulla serve l’osservazione diretta del pene paterno che può anche non essere affatto enorme. L’immagine inconscia detta la cosiddetta “nozione” che il Padre abbia un pene enorme e spropositato.

    Come ho sostenuto nel mio saggio su Pinocchio, il naso del burattino che cresceva simboleggia le sue erezioni. Il naso è un ovvio sostituto peniano. Da qui le vignette antisemite che rappresentano gli ebrei con un naso enorme. Ovvero, gli ebrei, in quanto sostituti del Padre e suoi rappresentanti hanno un pene enorme.

    Inoltre, il bambino è terrorizzato dal pene paterno e lo teme come strumento della vendetta del Padre per le sue pulsioni aggressive inconsce. Il Padre con le sue erezioni punirà le erezioni del Figlio.

    Quando si parla di “reazione” israeliana, ovviamente si intende “erezione” israeliana. Gli ebrei, i vicari di un padre adirato, dopo essere stati provocati hanno avuto un’erezione che scatena il terrore dei figli.

    Ed ecco che la reazione – erezione israeliane viene considerata abnorme, “sproporzionata” ed “aberrante” come dalle parole di Chirac e di d’Alema.

    Iakov Levi

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