La passione di Mahmoud

LA PASSIONE DI MAHMOUD

PAROLE DA ABBAIONE AL POTERE

Dessin de Chappate

« Ben presto, conosceremo un mondo senza Israele e senza gli Stati Uniti »

Corriere della Sera – Ahmadinejad: «Israele è un tumore»

Guerra in Libano. Ahmadinejad: unica soluzione è l’eliminazione d’Israele RaiNews24

IRAN: AHMADINEJAD RIBADISCE DIRITTO A ENERGIA NUCLEAREAGI – Agenzia Giornalistica Italia

 Ahmadinejad ripete che vuole distruggere Israele
qualcuno lo ascolterà ?

Non c’è da preoccuparsi, Mahmoud è un buon amico del compagno Chavez. E se del caso, da noi ci pensa D’Alema, che sembra non voler sapere che mondo ha di fronte. E non vuole capire che il “contagio” vittimario è già in atto e che la soluzione politica ormai viene solo dopo il disarmo militare di queste forze “passionali” armate e animate da odio genocidario in movimento . Con la possibilità che l’ accoppiata Ahamdinejad-Nasrallah abbia anche armi non convenzionali, atomica islamica ( in preparazione) compresa.

 VOGLIA DI FINE DEL MONDO

(Photograph) Il presidente Ahmadinejad, che rivendica il diritto allo sterminio degli ebrei e che durante l’allocuzione in settembre alle Nazioni Unite si è sentito «circondato da un’aura luminosa», sostiene che «il principale scopo della rivoluzione è preparare il terreno per il ritorno dell’imam nascosto». Ovvero il Mahdi, il dodicesimo imam, scomparso in un pozzo secondo la tradizione sciita nel 941 dell’era cristiana e destinato a tornare nel mondo in preda al caos per instaurare una società islamica ideale.

Ahmadinejad ha più volte citato come suo compito la mahdaviat , la preparazione dell’arrivo del Mahdi che precede la fine del mondo. “E dunque – commenta l’islamologo Bernard Lewis – qualsiasi deterrenza di fronte a questo non vale: a lui non importa che Israele o altri potrebbero rispondere a un attacco nucleare contrattaccando Teheran. Non conta quanti morti si fanno per la vittoria finale dell’Islam. E’ questo che Ahmadinejad crede con fede totale di star preparando” .

Una frase dell’ayatollah Khomeini, citata sui manuali delle scuole superiori iraniane, è rivelatrice: “Annuncio a tutto il mondo che se i divoratori del mondo (cioè le potenze infedeli, ndr) intendono ostacolare la nostra religione, noi ci schiereremo contro tutto il mondo e non ci fermeremo fino a quando non l’avremo distrutto. O diventiamo tutti liberi, oppure procederemo verso la più grande libertà che è offerta dal martirio. In entrambi i casi, la vittoria e il successo sono assicurati”.

In un simile contesto – osserva Bernard Lewis – , il deterrente che ha funzionato così bene durante la guerra fredda, quello della distruzione reciproca, non servirebbe a niente. Alla fine dei tempi, ci sarà in ogni caso la distruzione generale. Ciò che contà sarà la destinazione: l’inferno per gli infedeli e il paradiso per i credenti. Per chi ha una simile visione del mondo, la sicurezza della reciproca distruzione non è un deterrente. Anzi, è uno stimolo”.

L’Iran e il 22 agosto

di Oscar Giannino • da Il Riformista del 28 luglio 2006, pag. 2

Nella disattenzione della comunità diplomatica, il presidente iraniano Ahmadinejad ha scelto non a caso di dare risposta alle pressanti richieste di abbandonare il programma nucleare non il 29 giugno scorso, ma il prossimo 22 agosto. Dopo l’azione Hezbollah, che ha condotto alla reazione militare israeliana, ora inizia a diventare più chiaro ciò che agli occhi di centinaia di milioni di musulmani era chiaro sin dall’annuncio. Nella notte tra il 21 e il 22 agosto, il calendario musulmano segna il 27 del mese di Rajab del 1427, ed è la cosiddetta notte di Sira’a e Miira’aj, cioè la notte in cui Maometto, pur rimanendo corporeamente nel sonno a fianco della sua sposa favorita Aisha, fu rapito in spirito da Allah, ascendendo in groppa a un Bourak – un centauro [ al buraq o bourak, che presumibilmente significa “lampo”, è immaginato dalla tradizione come un cavallo alato dalla testa di donna n.d.r ] – prima sulla moschea Al Aqsa a Gerusalemme [ ai tempi del Profeta non esisteva alcuna moschea a Gerusalemme; al aqsa significa, nel Corano, “la ( moschea) più lontana” n.d.r ], e di lì a Beit al Sadaa – il Paradiso – e poi a Beit al Shaqaa – l’inferno – prima di tornare alla Mecca. Il viaggio notturno, nel Corano, è la più alta rivendicazione di Gerusalemme come città sacra all’islam. In altre parole, per tutti i musulmani del mondo è chiaro che indicando il 22 agosto una risposta sul nucleare, il leader iraniano rivendica e minaccia direttamente Gerusalemme. E scusate se è poco”.

Iran/nucleare: Teheran, Daremo Risposta Ad Offerta Il 22 Agosto

http://it.news.yahoo.com/20072006/26/iran-nucleare-teheran-daremo-risposta-ad-offerta-22-agosto.html


Guido Olimpio nel Corriere della Sera di martedì 17 gennaio 2006 riferisce le opinini di diversi esperti sul tempo necessario all’Iran per giungere alla costruzione di ordigni nucleari. Le stime, pessimistiche,  degli esperti israeliani sono svalutate in quanto gli israeliani sarebbero influenzati "dalla politica o da interessi diretti".

Certo – è il commento di Informazione corretta –  il "diretto interesse" a sopravvivere.

La dichiarata intenzione di cancellare un paese indipendente e sovrano dalla storia, dà autoritá morale a questo paese di agire per la propria sicurezza.

Come dimostra l’intervista a Michael Rubin pubblicata dal Foglio, poi non è solo Israele ad essere preoccupato per le mire nucleari iraniane. Mentre la comunità internazionale entra all’ombra del pericolo e di una possibile sciagura generale, i vicini arabi del regime degli ayatollah appaiono anzi addirittura "terrorizzati".

L’inchiesta condotta da Panorama fra Washington, Israele e Vienna rivela quanto sia pericolosa la crisi che si è aperta con la sfida dell’Iran alla comunità internazionale. Iran nel mirino titola Panorama di qualche mese fa.

Cosa accadrà?

«Niente di buono – dice Bernard Lewis a La Stampa del 14/1/2006. – Ahmadinejad ha più volte citato come suo compito la mahdaviat, la preparazione dell’arrivo del Mahdi che precede la fine del mondo. E dunque qualsiasi deterrenza di fronte a questo non vale: a lui non importa che Israele o altri potrebbero rispondere a un attacco nucleare contrattaccando Teheran. Non conta quanti morti si fanno per la vittoria finale dell’Islam. E’ questo che Ahmadinejad crede con fede totale di star preparando». La mahdaviat ?

(Photograph) 

«L’unica speranza – conclude Lewis – è far leva su tutti i musulmani che non condividono la visione apocalittica di Ahmadinejad».

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