Controcorrente / Tra le sardine e le acciughe

 CONTROCORRENTE

TRA LE SARDINE E LE ACCIUGHE

Da “Dio è uno strumento utile” di Lee Harris, Il Foglio del 21 settembre 2006 a commento del discorso “controcorrente” del papa a Ratisbona :

  Raffaello, La scuola degli ateniesi

" Ma la ragione moderna può sperare di sopravvivere proprio nella sua essenza di ragione se insiste nel voler ridurre il campo dell’indagine razionale alla sola sfera della ricerca scientifica? (… ) se non è in grado di condannare come irragionevole una religione che costringe gli atei e gli infedeli a fare una scelta tra la loro integrità intellettuale e la morte, allora la ragione moderna potrà anche essere moderna, ma ha cessato di essere una ragione. La soluzione classica che offre la ragione moderna per i problemi dell’etica e della religione è piuttosto semplice: lasciare che ogni individuo decida autonomamente su tali questioni, in qualsiasi modo desideri. Se un individuo preferisce l’islam al cristianesimo, o il jainismo al metodismo, si tratta di un fatto che riguarda esclusivamente lui. Tutte queste scelte, da punto di vista della ragione moderna, sono allo stesso modo slanci della fede, o semplicemente questioni di gusto: di conseguenza sono tutte ugualmente irrazionali. (…)

Proviamo a riformulare quest’osservazione nei termini della conversazione svoltasi tra l’imperatore bizantino e l’erudito persiano. Supponiamo che l’imperatore, dopo avere osservato che la violenza e la minaccia della morte non sono dei metodi di persuasione appropriati, avesse aggiunto il seguente commento: “Naturalmente, si tratta soltanto della mia opinione personale. Ad alcuni piacciono le sardine, altri le detestano. Io, come mezzo di persuasione, preferisco semplicemente la ragione alla violenza. Se ad altre persone capita di preferire il contrario, per me va benissimo. Non voglio imporre i miei valori ad altre persone. Se tu trovi giusto il jihad, nessun problema. Dacci pure dentro!”. (…) Se l’individuo è libero di scegliere tra la violenza e la ragione, proprio come è libero di scegliere tra le sardine e le acciughe, diventa impossibile creare una comunità nella quale tutti i membri si limitino a usare soltanto la ragione per raggiungere i propri obiettivi. Se l’uso della violenza o della ragione viene lasciato interamente alla scelta soggettiva dell’individuo, allora coloro che scelgono la violenza distruggeranno inevitabilmente la comunità di coloro che hanno scelto la ragione.

Peggio ancora: coloro che scelgono la violenza possono essere anche una piccola minoranza della comunità e ciononostante riuscire a distruggere la possibilità stessa dell’esistenza di una comunità di uomini ragionevoli: la forza bruta e il terrore fanno rapidamente scomparire il dialogo e il dibattito razionale”.

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1)http://www.ilfoglio.it/pdfdwl/11879600_5.pdf

2)http://www.ilfoglio.it/pdfdwl/11879600_6.pdf

3)http://www.ilfoglio.it/pdfdwl/11879600_7.pdf

 

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