Libri/ Viaggi e profumi

A OCCHI CHIUSI, ANNUSANDO I LUOGHI

di Claudio Visentin

«Come posso migliorare il mio modo di viaggiare?». È la do­manda che più frequentemente mi viene rivolta, dai più diversi interlocutori, quando apprendo­no che di questo mi occupo * . A tutti rispondo: «Chiudete gli oc­chi ». Chiudete gli occhi perché la vista – ovviamente insostitui­bile – è troppo spesso il solo sen­so che impieghiamo nell’espe­rienza del viaggio, a scapito dei rimanenti. È vero che in tempi più recenti abbiamo imparato a leggere il terri­torio anche attraverso il gu­sto. Scriveva Italo Calvino: «il vero viaggio, in quanto introiezione d’un fuori di­verso dal nostro abituale, implica un cambiamento totale dell’alimentazione, un inghiottire il paese visi­tato, nella sua fauna e flora e nella sua cultura (…) Questo è il solo modo di viaggiare che abbia un sen­so oggigiorno, quando tutto ciò che è visibile lo puoi ve­dere anche alla televisione senza muoverti dalla tua poltrona». E altri propongo­no viaggi musicali (ad esempio www.noteinviaggio.it), tuttavia quasi nessuno viaggia seguendo l’olfatto, il più antico tra i nostri sensi, quello che maggiormente ci lega alla di­mensione animale, risvegliando le emozioni, ma sottraendosi al controllo razionale, ragione per cui Aristotele lo mise all’ultimo posto tra i sensi.

In questa prospettiva è pre­zioso il libro dell’antropologo Gianni De Martino e dell’erbori­sta e compositore di profumi Luigi Cristiano. De Martino e Cristiano hanno raccolto i loro viaggi seguendo i più nobili tra gli odori, i profumi, e più preci­samente hanno visitato i luoghi d’origine delle materie prime, dei prodotti naturali con cui i profumi sono preparati (anche se la chimica gioca un ruolo sempre più importante). Hanno poi opportunamente approfon­dito molti altri aspetti dei terri­tori dove queste sostanze sono prodotte, e dei popoli che le coltivano . Meno riuscita invece l’individuazione del pubblico a cui il libro si rivolge, se studio­si, specialisti o semplici lettori.Tra i diversi viaggi proposti, inevitabile partire dalle rose, il cui profumo è forse il più ap­prezzato nell’universale. L’odor di rosa ci conduce in uno dei Paesi prediletti dai profumieri, il Marocco, dove si dà il benve­nuto all’ospite di passaggio of­frendogli acqua di rose da pic­coli contenitori dal collo oblun­go ( mrash’). La meta fi­nale è la vallata di Dadès (300 km da Marrakech), sulla soglia del deserto, dove si stendono a perdi­ta d’occhio campi di rosa pallida, e dove, nelle pri­me settimane di maggio, in occasione della raccol­ta, tutta la popolazione dà vita all’indimenticabi­le Festa delle rose.

 

Le ro­se vi condurranno anche in altri luoghi affascinan­ti e sconosciuti, ad esem­pio tra le distese di rosa damascena di Isparta, nelle valli del Taurus in Turchia (dove la rosa è chiamata gul, che vuol dire anche «sorriso»): qui la rosa fu introdotta dal­la Bulgaria, quando an­cora apparteneva all’im­pero ottomano, e proprio questo Paese balcanico può rappresentare la ter­za tappa di questo viaggio così particolare.

Altre piante e altri aromi vi orienteranno in tutt’al­tra direzione. Ad esempio la ra­ra e ambita vaniglia naturale (la maggior parte di quella che con­sumiamo è invece artificiale) vi condurrà nelle terre dell’antico popolo dei Totonachi (Stato di Puebla e Veracruz); sottomessi dai più combattivi Azte­chi, i Totonachi diedero loro tributi in vaniglia, e proprio alla corte azteca i nuovi conquistatori, gli spagnoli guidati da Her­nàn Cortès, sperimenta­rono per la prima volta questa nuova e profuma­ta sostanza, che da loro prese il nome attuale, colorandosi di erotismo (in spagnolo vainilla è diminutivo di vaina/ va­gina). Le verdi e morbi­de liane di vaniglia cre­scono ancora oggi nel­l’umida foresta messica­na, o sono coltivate in piccoli appezzamenti sposandole ad alberi di arancio, ma la maggior parte della produzione è migrata verso il Mada­gascar e l’Indonesia, ideale prosecuzione di questo viaggio.

I profumi possono anche inne­scare viaggi nel tempo, ad esem­pio tra le rovine di Pompei, dove si visita la Casa del profumiere, che doveva essere solo uno dei molti piccoli ed eleganti negozi di sostanze odorose. Il profumo dei bianchi fiori degli aranci amari ci porta invece nella Spa­gna araba, a Siviglia, dove pres­so i resti della moschea, trasfor­mata in cattedrale nel XV secolo, si trova il Patio de los naranjos. E proprio alla civiltà araba di Spagna si deve in larga parte la riscoperta medioevale dei profu­mi, nei giardini silenziosi e na­scosti d’Andalusia, odorosi di ca­momilla, giglio, lavanda, limo­ne, menta, mirto, rosmarino… Gli Arabi erano (e sono) soliti profumarsi per le preghiere del venerdì, nelle moschee si brucia­vano piante e legni odorosi (aloe, incenso, sandalo), e du­rante il loro dominio in Andalu­sia importarono nella profume­ria europea anche i pesanti e inebrianti profumi dell’oriente (ambra, muschio animale), pro­fumi che oggi ci sono ritornati in larga parte stranieri, e che agli stranieri associamo. E ancora so­lo nella memoria si trovano le tracce delle vaste coltivazioni di gelsomino in Sicilia, oggi trasfe­rite in Tunisia ed Egitto (ma a Modica si può gustare un origi­nale gelato al gelsomino). È sempre vivo invece il profumo del Tiaré, la gardenia di Tahiti, simbolo nazionale del Paese che sedusse Gauguin, richiamandolo con forza a sé qualche mese do­po il suo ritorno a Parigi: «Nel si­lenzio della mia casa, sogno le armonie violente dei profumi naturali che m’inebriano…».

Ma in fondo non occorre nemmeno spingersi così lonta­no, nello spazio e nel tempo. Possiamo viaggiare anche solo entrando in una profumeria, per acquistare Un jardin sur le Nil di Hermes, o Arabie di Serge Lutens; e per dischiudere le por­te d’Oriente bastano Samsara di Jean-Paul Guerlain, o Opium d’Yves Saint Laurent. Ma nessu­no promette un viaggio più raf­finato di Un certain été à Liva­dia, di Christine Nigel, che ci porta in Crimea, nei giardini del palazzo di Livadia, ultima resi­denza d’estate degli zar. E dun­que, se d’abitudine chiediamo a chi torna da un lungo viaggio: «Cos’hai visto?», la prossima volta forse gli chiederemo piut­tosto: «Cos’hai annusato?».

 

Recensione da Azione, settimanale di Migros Ticino,Spazio aperto/ Viaggiatori d’Occidente”, martedi 4 settembre 2007, Anno LXX , N 36, pag. 36

su http://www.azione.ch/ee/azione/

LIBRO

Luigi Cristiano e Gianni De Martino, Viaggi e profumi. Alla scoperta de­gli aromi del mondo natu­rale nei Paesi delle essen­ze , coll. Urra, Apogeo, Milano 2007.

* Claudio Visentin (Milano, 1964), ideatore della "Scuola del viaggio", insegna "Cultural History of Tourism" presso l’Università della Svizzera italiana di Lugano.

Blog : http://scuoladelviaggio.blogspot.com/

Duo of authors Luigi Cristiano and Gianni De Martino have written a book entitled Viaggi e Profumi ( Apogeo – Urra, 2007) (Travels and Perfumes). It is a descriptive and sensualist travelogue through space and even time in quest of iconic natural essences produced in specific world-renowned locales. Gianni De Martino is a writer and journalist from Milan who has written another book about the fifth sense entitled Odori: entrate in contato con il quinto senso. Luigi Cristiano is a herbalist and perfumer who works between Marrakech and Milan. He has written a book entitled La nota gradevole. Storia naturale del profumo (Studio Edizioni, Milano 2001).
The new book is described as a contribution to a geography of perfumes with the addition of two chapters on the perfumes of the Bible and the balms of Ancient Pompeïa that constitute travels through time, to the very origins of perfumery and its history. The authors travels take them from the humid forest of Mexico in which vanilla grows to the quasi desert of the valley of Dade in Morocco and from the Mediterranean scrubland to Istanbul.
Table of contents include:
1. Marocco – La rosa del Dade’s
2. Marocco – L’olio di argania
3. Marocco – Gli incensi della notte Ghnaua
4. Spagna – Aromi e profumi di Siviglia
5. Turchia – La rosa damascena
6. Italia – Muschi e licheni del Vesuvio
7. Italia – Profumi e unguenti della Pompei antica
8. Italia – Il gelsomino di Sicilia
9. Israele – Profumi e balsami della Bibbia
10. Messico – La vaniglia di Papantla
11. Polinesia – ylang-ylang, tiaré e frangipani 
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