LIBRI
E’ durante un viaggio negli Stati Uniti che Alexis de Tocqueville ( 1805-1859) scopre l’importanza della religione in una società democratica. In Francia, la Rivoluzione che tenta nello stesso momento di sostituire le forme religiose con delle forme secolari e ideologiche gli sembra un rimedio peggiore del male. Considerato uno degli storici e studiosi più importanti del pensiero liberale, Tocqueville praticava già una specie di sociologia delle religioni e, tanto sulla religione islamica che sull’induismo, si mostra a un tempo severo e molto accogliente. Protettore dei musulmani in Algeria, apportò il suo sostegno alle loro scuole e moschee, opponendosi alle derive laiciste degli « eradicatori » delle credenze religiose.
La sua lettura del Corano, minuziosa e dettagliata, lo porta tuttavia a formulare un giudizio critico.Tocqueville riconosce che l’islam costituisce un progresso sul politeismo anteriore, ma s’inquieta nell’osservare la passione conquistatrice che pare costitutiva della religione musulmana. Le sue note al testo del Corano dimostrano un interesse per i sentimenti della grandezza divina e per i compassionevoli ideali di giustizia, ma nota anche una reale reticenza davanti alla propensione a moltiplicare gli appelli alla guerra e all’uccisione degli infedeli.
Anche se pensava che tutte le religioni sono vere e utili, perché intrattengono nel seno della società cosiddetta civilizzata la prospettiva di un bene trascendente da ricercare oltre l’egoismo del piacere e delle soddisfazioni materiali, non dubitava che alcune fossero meno evolute delle altre. Nei confronti dell’islam, esprimerà soprattutto una reale delusione non solo davanti ai ripetuti appelli alla violenza ma anche per il poco spazio lasciato alla libertà e alle libertà della persona, specialmente nella misura in cui nega l’esistenza di « ordini » differenti in quanto pretende di reggere e dominare simultaneamente i campi dell’etica, del politico, del giuridico e del sociale, bloccando qualsiasi apertura sul terreno della questione democratica.
Numerose analisi conservano oggi una certa pertinenza, specialmente quando Tocqueville attribuisce la debolezza e il mancato sviluppo delle nazioni musulmane alla loro teologia giuridico-politica sacralizzata e mantenuta fissa e contratta. Ripiegato sul passato e considerandosi vittima delle circostanze storiche che non riesce a comprendere, l’islam mancherebbe, forse irrimediabilmente, di apertura. Il punto di arrivo di questo processo sarebbe oggi il ritorno di un arcaismo sacralizzato, risentito e diffuso che non dispone più del potere di controllare i suoi margini e i suoi eccessi, e specialmente di arginare l’integrismo nel quale l’islam rischia di non potere evitare di riconoscersi.
Il libro
Alexis de Tocqueville
NOTES SUR LE CORAN
ET AUTRES TEXTES SUR LES RELIGIONS
Présentation et notes de Jean-Louis Benoît.
Paris, Les Éditions Bayard, 2007