HO TROVATO UN COMMENTO

nel post qui sotto dal titolo “Cassandra e il degrado dell’Occidente”. E’ un commento del professor Iakov Levi che riporto per intero:

Posso solo aggiungere che il preludio alla disintegrazione di una cultura è appunto la perdita di identità. Il sintomo più eclatante che siamo già in uno stadio molto avanzato di questa fase finale è il Referendum sulla soggettività o non soggettività degli embrioni. Come dichiarano i manifesti di cui sono tappezzate le strade: “Siamo tutti ex (ex o attuali?) embrioni”.

La cultura occidentale non si identifica più dunque con i suoi eroi, giovani novizi adolescenti che si cingono i fianchi per sconfiggere il drago ed ottenere la bella. Non più dunque un’ acquisizione di identità attraverso il superamento del rito iniziatico puberale, esso stesso conferma di una posizione psicosessuale ben definita, ma una regressione dall’Edipo ai contenuti amorfi della placenta. “Siamo tutti embrioni”, come i martiri di Allah che aspirano all’estrema regressione intrauterina.

Questa volta la chiesa cattolica non c’entra. I cattolici almeno sono coerenti. Non sostengono che il diritto degli embrioni derivi dalla loro soggettività, ma dalla volontà divina. Dio solo (= la Chiesa) detiene il monopolio sulla vita in tutte le sue forme. Per la Chiesa è proibito persino masturbare. L’uomo non ha diritti “soggettivi”, ma solo il dovere di piegarsi al volere della Provvidenza. La posizione della Chiesa non mi turba affatto. E’ un’ideologia laica, che attribuisce soggettività agli embrioni (perché no anche a spermatozoi e ovuli, a entrambi, sempre in nome dell’uguaglianza?) che considero perturbante.

Dopo tutti gli stadi precedenti, democrazia, oligarchia, tirannide, plutocrazia, la società occidentale è arrivata a un nuovo stadio: la fetocrazia.” ( Iakov Levi )

Trovo condivisibile il commento dello psicanalista dottor Levi, a parte qualche riserva sull’affermazione ( quasi lapidaria, se non un po’ troppo perentoria) che per la Chiesa “l’uomo non ha diritti ‘soggettivi’ , ma solo il dovere di piegarsi al volere della Provvidenza”. A me pare che non sia tanto la Chiesa a turbare l’uomo suggerendogli il dovere di piegarsi al volere della Provvidenza, quanto il Tempo: il Tempo che prima o poi ci piega volenti o nolenti come un punto di domanda:?

Stando così le cose ( già spezzato da lontano ai gomiti e ai ginocchi, e poiché Tempo e Spazio non sono una risposta ) preferisco piegarmi alla Provvidenza adesso: piegarmi liberamente sia davanti alla nascita dell’Altro mondo in questo sia davanti alla tomba vuota, prima di chinarmi o Dio non voglia addirittura di curvarmi davanti a questa e a quella mangiatoia e quell’altra ancora e ancora, nella credenza ( avendo abbandonato una cosiddetta “illusione religiosa”) a un “misto” di illusioni : ! ( Naturalmente si tratta di un punto di vista quasi pascaliano, se non kierkegardiano; e pure “molto soggettivo”, come direbbe anche Woody Allen).

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5 risposte a

  1. anonimo scrive:

    Gentili amici,

    A scanso di equivoci, vorrei solo chiarire la mia valutazione sulla posizione della Chiesa.

    Non ho sostenuto che “sia la Chiesa a turbare l’uomo suggerendogli il dovere di piegarsi al volere della Provvidenza”, anzi direi che questa, imponendo all’uomo di piegarsi al volere della Divina Provvidenza, proponga una soluzione ai suddetti turbamenti.

    La Chiesa impone all’uomo di sentirsi in colpa per le proprie pulsioni vitali, che Freud ha definito Eros. Cosa molto facile da fare in quanto l’uomo si sente in colpa a priori. La religione non può instillare nell’uomo qualcosa che questi non abbia già dentro di sé, ma riattiva i suddetti contenuti per poterli canalizzare in favore della propria ideologia. Come spiega il protagonista del racconto di Kafka “Il bagno penale”: “Nel nostro tribunale, la colpa non è mai messa in discussione.” Facendo leva su questi sensi di colpa, viene anche esacerbato il turbamento. Ma la Chiesa dà anche tutte le risposte: se vi affiderete alla Divina Provvidenza, i vostri turbamenti verranno risolti. La sottomissione alla Salvezza, che è sempre dipendente dalla benevolenza divina, rappresenta anche la soluzione di ogni turbamento. Quindi, la Chiesa, rappresentando delle certezze, in un’epoca di turbamenti e perdita di direzione, viene percepita come un punto di riferimento, una solida àncora, lì dove mancano lidi di approdo. Non dimentichiamo che la Chiesa è quella che ha salvato la cultura occidentale dal disfacimento susseguente al crollo del mondo antico. Siamo davanti a una ripetizione. Anche allora, allucinazioni di martirio e di Paradiso riguadagnato, furono canalizzate in ideologia salvifica. La debolezza dell’Occidente di fronte ai martiri di Allah, è il sintomo più evidente di quanto ci si identifichi con questi aspiranti embrioni.

    Se anche questa volta la Chiesa cattolica riuscirà a salvare l’Occidente, è una questione aperta. Personalmente ho qualche dubbio, ma lasciamo la profezia ai profeti. Sospetto che questa volta, se salvezza ci sarà, questa verrà semmai dai “New Born in Jesus” e altri militanti protestanti che si sono cinti della spada di Paolo. Le soluzioni da questi proposte sono molto meno ambigue dei balbettii esitanti che escono dal trono di Pietro.

    Iakov Levi

  2. Paolo-di-Lautreamont scrive:

    Avevo commentato, ma il pc è andato in crash. ho comunque scritto una mail.

    Il tutto in sintesi è che il punto fondamentale non è la chiesa che era, ma quella che può essere, soprattutto nelle gerarchie più alte e nei movimenti e negli individui. Quanto al senso di colpa, trovo che oggi sia molto “in” il non provare assolutamente nulla, vivere senza spessore e senza profondità…

    Più che il senso di colpa, manca il senso di vita.

  3. giannidemartino scrive:

    IL COMMENTO DI PAOLO (giunto via mail perché il pc è andato in crash) :

    “ Il tema della questione di Levi è importante. Tuttavia, pur da protestante non ecclesiale (che cioè non “tifa” per nessuna chiesa, inclusa la sua, ma solo per la Chiesa invisibile…), non convince neanche me. Intanto la chiusa, che per salvare l’Europa bisogna “cingere la spada” protestantemente… No, e lo dico da sostenitore di tutte le politiche finora seguite dagli angloamericani e Israele (con alcune riserve su Israele, ma con qualche giustificazione da dare in più). La spada è stata necessaria SOLO perchè l’Europa si era venduta al nemico. La responsabilità della guerra è dei “pacifinti” di stato…

    Secondo, la concezione della Chiesa cattolica che sale dal giudizio di Levi, è alquanto vecchiotta. Pur condividendola in parte, trovo molto più interessanti le fughe in avanti che alcuni cardinali (meno i vescovi) e una piccola parte del clero hanno avute, rispetto alla chiesa storica, e ancora più interessanti sono i movimenti del basso, quelli individuali: questi sì, protestanti, nel senso buono, cioé frutto di meditazione personale… e rapporto diretto con lo Spirito.

    Francamente il senso di colpa del cristiano, e anche di Freud, non lo sento più mio. Sento che esso esiste, ma solo per le masse. Spiega ad esempio il comportamento dei cattocomunisti, e di qualche riccone senza colori, ma bona lè. Tant’è vero che la gente sceglie l’ipocrisia, ma non l’asservimento alla chiesa. Il problema è l’asservimento mancato a Dio, e non più l’asservimento alla chiesa, di cui frega ai laicisti, ma non più molto a me”.

  4. anonimo scrive:

    Innanzitutto Levi, da non cristiano, sembra avere (detto con il massimo rispetto) una sorta di conoscenza di seconda mano dell’argomento “Chiesa” e rende meno che nel suo ambito.

    Noi crediamo “in” Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo; e crediamo “la” Chiesa (lo spazio esistenziale del pieno rapporto col Dio unitrino) e la crediamo una, santa, cattolica e apostolica. È una differenza di atteggiamento sostanziale: la Chiesa è Popolo “di” Dio, Corpo “di” Cristo, Tempio “dello” Spirito Santo e tanto più si dimostra “Chiesa” quanto più dice questa radicale appartenenza: che si esprime anche in una “dogmatica” (così come in una liturgia, in una morale, in una spiritualità), ma mai in una “ideologia”.

    La Provvidenza, poi, non è primariamente un volere ma un ben-volere, l’iniziativa di Dio Padre che, benevolo fin dalle origini (e in nulla simile al padre kafkiano), ci ha infine, nella pienezza dei tempi, mandato Cristo Gesù, a stabilire la Nuova ed Eterna Alleanza nel suo sangue (e se l’uomo come uomo è nell’angoscia della colpa, in Lui è nella gioia del perdono).

    È da uomini che hanno vissuto profondamente “l’amicizia di Cristo”, come San Benedetto, che la classicità è stata salvata e tramandata (e, se Dio vuole, lo sarà ancora).

    E il fatto che papa Benedetto non sia un fondamentalista islamico, né un predicatore protestante, non autorizza a pensarlo come un “re tentenna”.

    luigipuddu

  5. giannidemartino scrive:

    Gentile professor Levi, grazie per i chiarimenti. Mi pare che i credenti non possano negare che la paternità di Dio, e tutto ciò che comporta una tale Imago Dei in termini di vicissitudini del complesso paterno, sia un elemento decisivo della fede cristiana.

    Per quanto diversificato possa essere il credito che i cristiani accordano all’analisi freudiana della loro religione come “illusione” che ha nondimeno il merito di liberare dalla disperazione, hanno molto da imparare dall’analisi su ciò che significa il fatto di riconoscere e confessare Dio come Padre, Figlio e Spirito santificante ( a differenza dell’islam che a partire dal Corano afferma più volte che Dio non è il padre, e a differenza dell’ebraismo che in misura meno rigida, astratta e violenta dell’islam mi pare si limiti al salutare riconoscimento del posto di Dio ( = Padre) e all’osservanza della Legge, che non mira a salvare tanto dal peccato quanto a liberare dalla schiavitù).

    Un’ osservazione. Se è nello Spirito che anima la Chiesa che diciamo con Cristo: «Abbà», perché siamo diventati figli (cfr. Rm 8,15; Gal 4,5), il conflitto tra Padre e Figlio si scioglie, o perlomeno così pare. Il terzo termine, necessario per uscire dal conflitto, è quell’apertura spirituale a Cristo che è la Chiesa, che allorché “rinasce” – personalmente, molecolarmente e cattolicamente – mi pare più in quella posizione che la psicoanalisi chiama “fallica” ( terzo termine, conseguenza della relazione d’amore Padre Figlio, che si pone nella linea paterna, e che rappresenta la potenza del desiderio) , che non nella posizione Chiesa=Dio. Sviluppo questa ed altre annotazioni nel post ( più sopra) del 21 giugno dal titolo “ CHIESA MADRE E PATERNITA’ DI DIO”

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