Il corpo del santo

SAN PIO, OSTENSIONE IN DIRETTA TV

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Il corpo del santo è nella cripta dove ha riposato per quarant’anni, soltanto due metri più in alto, circondato da rose.

La maschera di silicone è verosimile e il frate è vestito con un saio tessuto dalle suore clarisse di san Giovanni e con gli accessori (mezzi guanti e calze) che il frate di Pietralcina  non aveva ancora utilizzato prima di morire.

 

Anche oggi, nel terzo giorno dell’ostensione, centinaia di fedeli sono in fila dall’alba per vedere la salma del santo, il cui video, visibile su Youtube, solo venti minuti dopo l’ostensione pare sia  stato cliccato per 42mila volte in giro per il mondo. Tra i presenti alla cerimonia eucaristica celebrata tre giorni fa dal cardinale José Saraiva Martins e ripresa da numerose televisioni c´era anche  Nichi Vendola, governatore della Puglia. “Io sono il presidente di questa regione – ha detto emozionato  – e in un giorno come questo non posso che essere con il mio popolo, non posso che essere a San Giovanni Rotondo per un evento che ha uno straordinario fascino e un richiamo mondiale” (guarda il video).

Presumibilmente, in quanto poeta, oltre che politico, Nichi Vendola è sensibile al sacro ( per esempio, rivolgendosi ai suoi compagni arcobaleno allo sbando, privi del loro vecchio simbolo , la falce e il martello, ed esauriti dal flusso elettorale, li invita spesso a "prendersi per la mano" e ad "attraversare il deserto" : metafora biblica, poeticamente potente, ma politicamente inefficace ).

D’altra parte, il "moralmente superiore" Michele Serra, crede di sapere, come ha scritto per "la Repubblica" di qualche giorno fa, "che in parecchi considerano suggestivo e vibrante questo sprofondare in massa nelle viscere arcaiche, pre-razionali e pre-moderne del nostro paese". E confessa che questo "sprofondare in massa", a lui mette invece  "più modestamente una tristezza sconfinata". Facendo quindi l’occhiolino ai credenti "razionali", in nome del Progresso ci confida il suo parere e il suo pensiero:

" Mi pare il segno di una irrimediabile arretratezza culturale e di conseguenza sociale, tra l’altro assai malsopportata anche da molti credenti. Penso alla fragilità intellettuale, alla ricattabilità umana e politica di tante persone credule e sottomesse. Penso, infine, che esista anche uno ‘snobismo popolare’: un arroccarsi ostinato, contro ogni evidenza, ogni conoscenza razionale, ogni progresso scientifico, nella propria identità, senza mai chiedersi se essa sia migliore o peggiore di quanto sarebbe possibile".

Alla fine dell’articolo, non potendone più di questo "sprofondare nel pre-moderno" del popolo intellettualmente fragile e bue, refrattario al Progresso e ovviamente sfruttato e ricattato da chissà quale oscuro potere, sbotta: " Per dirla brutalmente: potrà mai cambiare un paese che venera un cadavere?"

Perché è importante venerare le reliquie di un santo?

E’ fin dall’inizio che la comunità cristiana fa oggetto di devoto ossequio il corpo dei santi, ma la Chiesa non obbliga nessuno a venerarne le reliquie.

La vista di un cadavere – osservava Georges Bataille – è insostenibile come la vista del sole: non lo si può guardare a lungo. Tuttavia questo resto “ingombrante” esiste, è quel che resta del corpo umano avviato alla putrefazione, a un avvenire non proprio brillante di scheletro e polvere… A chi – sulla base di un’etica astratta, condizionata da proibizioni e divieti – giudica piuttosto macabra questa venerazione, o addirittura “antievangelica” , occorre ricordare che questa venerazione non è un ritorno al Medioevo o all’ “idolatria feticista”, come ha detto qualcuno (Claudio Magris sul Corriere della Sera );  e non è neanche un culto spurio,  o il frutto di deviazioni: era ben presente fin dall’inizio nella primitiva comunità cristiana, che venerava le reliquie degli apostoli e dei martiri.

Più in generale, la fede cattolica ha acquisito dai Greci una cultura visiva, apollinea, con complementari tratti dionisiaci presenti specialmente della Chiesa-popolo del Sud.  Come sosteneva non a caso nel suo La luce e il mezzo Marshall McLuhan, lo studioso dei mass media convertito al cattolicesimo – la fede cattolica ha caratteristiche di concretezza e di “carnalità”, intese come rispetto del tenero corpo umano, amore per la vita e il piacere sensuale, al punto che il gioco e la filosofia, la poesia e la musica, l’allegria e l’amicizia, l’arte sacra e lo stesso rito eucaristico della messa possono apparire affini alla radio , alla televisione e, più in generale, alla modernità tecnologica. In altre parole, nella società ormai mondiale delle immagini e delle evanescenze, oltre allo "spettacolo", anche la fede passa attraverso Internet e la  Tv .

Potrà sembrare una stranezza, ma è solo una specie di rovesciamento della prospettiva sociologica tradizionale (quella sostenuta da Max Weber). “ Il profeta della modernità tecnologica – spiega Dario Fertilio ( Il villaggio celeste oltre la tv: l’ultima ipotesi di McLuhan‘ , “Corriere della Sera”, 11 febbraio 2003 ) – ripudiava l’etica capitalista protestante, astratta, basata sulle idee e sui concetti più che sulle emozioni sensuali, condizionata dalle proibizioni e dai divieti. E invece esaltava la modernità del cattolicesimo, in cui gli sembrava di ritrovare il paradigma perfetto della sua scoperta più importante: ‘il mezzo è il messaggio’. E la spiegava così: gli uomini non possono cogliere il ‘messaggio’ se lo separano dalle sue manifestazioni concrete, a cominciare dai dogmi, dai riti, dalla capacità tutta cattolica di amare le cose concrete e le immagini. ‘La fede è un tipo di percezione, un senso come la vista, l’udito o il tatto ed è tanto reale e concreta quanto i sensi’ “. Il corpo ( medium) resta  il mediatore indispensabile dello spirito (messaggio).

A parte il lascito di Marshall McLuhan e il senso di quel "messaggio" che a un quarto di secolo dalla scomparsa oggi può forse finalmente essere compreso sino in fondo, per il cristianesimo, anche il cadavere – “l’umile resto di terra”, come lo chiamava Freud – ha una dignità, una terribilità e una bellezza che vanno oltre la morte, nella speranza della Resurrezione dei corpi mortali e dell’intera creazione in Cristo Gesù, il Crocifisso-Risorto.

Attraverso il suo amore ( e cos’è l’amore se non una follìa divina? ), non siamo liberi  solo per la morte ( com’è ovvio e come voleva Heidegger), ma siamo stati resi liberi per un reale più largo e per l’aldilà della morte. Naturalmente  nel punto intenso e feroce in cui la vita va al di là, c’è molta angoscia, e anche l’uomo più intelligente è come uno scemo davanti alla morte. In ogni caso,  se il Figlio di Dio  è risorto con un corpo, significa che – nonostante tutto – non si sta poi così male in una pelle umana. A patto di non ridursi a un mucchietto di spazzatura piagnucolante ( come appariamo tutti, o quasi tutti, alla fine) e di non perdere mai la speranza, tenace, come le erbacce dei campi di sterminio e dei numerosi cimiteri – letteralmente quegli interminati "dormitori" che cattolicamente chiamiamo camposanti, campo dei santi.

Attraverso l’ostensione in diretta mondiale, del corpo mortale del frate di Pietralcina,  il cattolicesimo ricorda, ancora una volta, visivamente, che anima e corpo costituiscono uno stesso mistero, e che “carne” e “spirito” non sono in opposizione radicale – come accade invece nel manicheo disprezzo del corpo umano, che conduce o all’ipocrisia puritana tipica dell’astratta etica capitalistica oppure al libertinismo post-moderno, ideologico e gnostico, se non New age, riduttivo, privo di concretezza e incapace di venerazione, di meraviglia e di speranza di fronte alla bellezza, al mistero e alla terribilità della vita. 

 “I santi – come peraltro precisa cardinale José Saraiva Martins , prefetto della Congregazione delle cause dei santi – sono stati uomini come noi, che hanno seguito Gesù nella via della perfezione quotidiana. Sono stati, come ognuno di noi è chiamato ad essere, templi dello spirito santo, docili all’azione della grazia di Dio. Il cristianesimo, fondato sull’avvenimento dell’incarnazione, morte e resurrezione del Figlio di Dio su questa terra, accaduto in un preciso momento della storia dell’umanità, ha sempre avuto molta attenzione e rispetto per i corpi. Anche le membra mortali dei santi sono state pervase dalla grazia. Per questo noi veneriamo le reliquie dei santi”.


 Un momento dell’esumazione di san Pio, nel monastero di santa Maria delle Grazie a san Giovanni Rotondo

 

LETTURE CONSIGLIATE:

Morte e trasformazione dei corpi. Interventi di tanatometamòrfosi, a cura di Francesco Remotti, Bruno Mondadori, 2006;
– Sergio Luzzatto, Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del Novecento, Einaudi, 2007;
– Saverio Gaeta e Andrea Tornielli , Padre Pio, L’ultimo sospetto, La verità sul frate delle stimmate, Editore Piemme, 2008.

 

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4 risposte a Il corpo del santo

  1. anonimo scrive:

    Bellissimo pezzo, Gianni.

    L’essenza del cattolicesimo è davvero nella scoperta, attraverso Gesù Cristo, del carattere simbolico della condizione carnale. La carne non Altro dallo Spirito, ma Epifania dello Spirito.

  2. ggraceffa scrive:

    Grazie per il tuo ottimo contributo sul mio blog

  3. topenz scrive:

    Sentendo questi signori, con i loro commenti sapienti e la loro tristezza per il popolo-bue, mi vengono in mente le parole del Magnificat: “Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili”…

  4. anonimo scrive:

    Mi spiace ma non mi basta la ramanzina. Non c'è niente di cristiano nell'imbalsamare Padre Pio o il Papa. Persone dall'immenso spessore per tutti noi ma tali proprio perchè in tutto e per tutto a noi simili. Anche e soprattutto dopo la morte.
    Lasciamoli in pace quindi i Santi ed evitiamo che la chiesa faccia marketing oltre quello che già fa in tanti altri modi. I veri cristiani non hanno bisogno di certo materialismo.
    Difendere adogni costo la Chiesa, in tutte le sue rappresentazioni, fa proprio pensare ad un popolo bue. Del resto, viviamo in un paese dove la bestemmia va contestualizzata per essere giudicata. complimenti!!!
    Sono sicuro che voi che mi avete preceduto non capirete ma i Santi…. di certo si!
    Arrivederci Carlo

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