DAL WEB NUOVE MINACCE


Ferragosto. Arrivano, puntualmente, i guastafeste. Eccoli che arrivano: non marciando alla luce del sole, del grande sole mentitore dell’Europa, ma all’ombra di una fresca luna. E c’è paura, intorno, malgrado le rassicurazioni del ministro degli Interni e gli accomodamenti di superficie. In fondo, molto in fondo, resta un gemito strisciante, martellante…Si susseguono sul web le lunatiche minacce contro l’Italia da parte di presunti gruppi affiliati alla rete terroristica di Al-Qaeda. Il messaggio apparso sul portale Islamic Minbar prende di mira il nostro presidente del Consiglio, inserito al terzo posto degli obiettivi che l’organizzazione intende colpire. Il messaggio è fimato dalle Brigate Abu Bakr Al-Siddiq – sezione informativa di Al-Qaeda in Europa.

”Abbiamo stilato una lista con i nomi dei capi di stato dei paesi arabo-islamici traditori e dei leader europei alla cui testa abbiamo posto il nemico di Allah, Berlusconi”, si legge nel documento che porta la data del 10 agosto. ”Berlusconi, sei nelle nostre mani e ti sgozzeremo come sgozziamo gli agnelli. Il tuo destino sara’ simile a quello di Paul Johnson e degli altri agnelli. La nostra vendetta giungera’ attraverso le nostre brigate. La punizione sara’ dura e non saremo indifferenti nei confronti di chi tenta di colpire l’Islam ed i musulmani”.

Oltre ad attaccare il premier italiano Silvio Berlusconi, i terroristi hanno anche annunciato di aver posto una taglia sulla testa dei capi di stato arabi. ”Noi delle brigate Abu Bakr Al-Siddiq annunciamo di aver posto una taglia di un milione di dinari sulla testa dei leader arabi traditori che collaborano con ebrei e cristiani – si legge nel comunicato – una ricompensa di 100 mila dinari ci sara’ anche per i mujahidin che uccideranno i ministri arabi e gli ebrei ed i cristiani che si trovano nei paesi musulmani”.

L’ultimo messaggio degli sciacalli, in ordine di tempo, è quello di oggi, 15 agosto. Un nuovo comunicato lunatico, firmato dalle sedicenti Brigate Abu Hafs al Masri, è stato pubblicato su un sito Internet, dove si dice ai supposti militanti dell’organizzazione terroristica di colpire “tutti gli obiettivi” in Italia dopo che il governo ha ignorato la precedente richiesta di ritirare le truppe dall’Iraq entro Ferragosto.

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Aggiornamento 16.08.04 Nuove minacce all’Italia
“Aspettatevi l’inferno”

FONTE: http://www.repubblica.it/

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“Da una parte ci sono la serenità, la fiducia, la fede, la bellezza delle cose terrene, l’umana attitudine all’entusiasmo; dall’altra il buio, la sfiducia, l’incredulità, l’atrocità delle cose terrene, l’umana attitudine al male. Quando scrivo, è vera la prima parte; quando non scrivo, la seconda. Devo dunque scrivere per salvarmi dallo sfacelo. Non molto filosofico come asserto, ma comprovato dall’esperienza”.

Czeslaw Milosz ( 1911-2004)

PER UNO SPAZIO DI NON-MORTE


Lourdes. Durante l’omelia, Giovanni Paolo II, sempre più stanco e sofferente, ha affermato, contro ogni evidenza, che nonostante tutto il “male e la morte” non vinceranno, “non avranno l’ultima parola”; e che per questo bisogna seguire il messaggio della Vergine di Lourdes: “Siate donne e uomini liberi”.

Lo ha detto a bassa voce, quasi senza voce e nel timore che tutto possa perire, la speranza che tutto possa rifiorire. Ovviamente quasi nessuno lo ascolta. Ma nell’inaudito rappresentato dalla sua “sconfitta”, e dalla nostra, si fa strada, scandalosamente, la grandezza dell’uomo che ha osato innalzarsi sulla croce, ineliminabile da ogni vita che si dice umana.

Così, chinandoci liberamente sull’orlo della fossa, e già comunque piegati da lontano ai gomiti e ai ginocchi, noi vecchi europei sempre in partenza forse non siamo che un punto di domanda : ?

Forse è il Tempo a piegarci come un punto di domanda. Un punto di domanda su come essere, in un continuo tentativo di strutturazione metaforica…

Tempo e spazio sono forse una risposta? Invece di riempire subito i buchi e seppellire in fretta , come fa la morte, forse bisognerebbe imparare ad attendere , ma senza aspettare…

Eccoci  ancora gravemente cristiani – dico a me stesso –  nudi come anime e aperti come ostriche… Chissà che quella tomba non si riapra , soffiandoci tanti petali di rose fresche sulla faccia… Può darsi che il nostro Signore e Salvatore non sia nient’altro che l’ala dell’imbecillità che passa ( Baudelaire) … In ogni caso, passa e soffia sull’orlo della parola “tomba” come se fosse un vento… di resurrezione, di speranza.

Lo chiameranno spirito, in gergo canagliesco… O anche fede, speranza e carità… E invece è il vento: simile a quell’aria non cercata che è la vita… ad ogni istante nuova, sorgente…

Il filosofo e mistico musulmano Ibn Arabi ne parlava come del soffio della misericordia di un dio che potrebbe rivelarsi amico.

Il soffio dell’Eterno in questo tempo sarebbe un vento non sentimentale, che non ci farebbe ammalare o diventare integralisti. Più che spezzare aghi d’acciaio, il vento della Sua misericordia sarebbe un venticello gentile, tra le maglie della rete vuota… vuota sia di sconfitta che di vittoria.

“Siate donne e uomini liberi”, ha detto il papa. Ed è come ascoltare il vento, augurarsi che soffi quel vento che di certo non libera dal male o dal caos della nostra declinante esistenza, ma potrebbe guarirci perlomeno dalla disperazione: aprendo le menti e i cuori ai modi dell’aiuto reciproco e a uno spazio di non-morte.

Link

Lourdes, il Papa è stanco
Il suo lamento: “Aiutatemi”

FONTE: http://www.repubblica.it/

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ODE PER IL PAPA

di Czeslaw Milosz

Irresistibilmente, noi uomini dalla fede incerta,
siamo attratti da te. E così,
grazie all’esempio delle nostre vite,
liberi dall’ansia del futuro,
ci sentiamo davvero più forti.

Alle nostre spalle
il secolo è rigato
dalle orme di tiranni mostruosi
con il crollo di stati avvoltoi.
Sapevi, oh se sapevi, che sarebbe accaduto.

Hai irradiato speranza con Cristo,
signore e padrone della storia.
Nessuno poteva intuire la forza celata
nel novizio di Warowice. Ti attendevano
le accorate parole dei poeti che rinunciano
agli ori del mondo. Sapevano,
oh se sapevano:
non quei potenti avvolti nel manto regale
ma tu, soltanto tu
avresti finalmente detto,
urbi et orbi, la novella
dell’ordine celato
dentro l’infinita disarmonia del mondo.

Sei il Pastore nato
dopo il crollo degli dei.
La città ovattata
di nebbia trasuda i dorati riflessi
del Vitello. La folla indifesa
corre al sacrificio dei propri figli
sugli scudi insanguinati di Moloch.

Paura, intorno, e un gemito strisciante.
Chi vuole la fede, non sempre la ottiene.

Poi, nella trasparenza
del mattino,
il suono d’una campana,
e s’irradia
il tuo dissenso. La gente
non sa,
non comprende. I giovani
di paesi senza fede si pigiano in piazza,
attendono l’antica Novella,

si gettano ai piedi del Vicario
che copre con infinito amore
l’intero gregge degli uomini.

Sei con noi e sempre lo sarai.
Ci accompagni quando si alza forte
la voce del caos sulla nostra esistenza,
quando la verità si rinchiude in chiesa
e soltanto chi ha dubbi resta fedele.

Quel tuo viso che s’alza
sulle nostre case ricorda
che un uomo può tutto,
quando vuole.
Ricorda l’aspetto radioso
della santità.

Czeslaw Milosz

Fonte: http://www.fmboschetto.it/


(…) Papa Wojtyla ha rappresentato profeticamente la battaglia contro le ideologie del Moderno. Egli ha sempre affermato, cioè, che il trionfo su di esse assume il vero significato nella prospettiva di una riconciliazione tra i cristiani e di una pace ecumenica. In ciò consiste il suo legame indissolubile con le promesse conciliari. E proprio qui il suo pontificato si conclude con una “catastrofe”. Impossibile rimontare la corrente che separa la prima Roma dalle altre due, Bisanzio e Mosca? Forse, ma qui la cruna di un ago sembra essersi aperta.

E con le confessioni protestanti una molto politica coesistenza appare sempre praticabile. La voragine si è aperta invece, nel cuore delle religioni abramitiche; la catastrofe attiene all’essenza dell’ecumenismo. Le parole del Papa sulla guerra del Golfo, sulle guerre balcaniche, sulla tragedia palestinese rivelano in questo contesto il loro valore religioso-simbolico. Ora, dopo l’11 settembre, tutto è chiaro. Qualunque cosa politicamente accada, un abisso incolmabile s’è aperto tra Occidente cristiano e Islam. Ma questo comporta l’idea di un Occidente incapace di prospettiva universale, al di fuori di quella tecnico-economico-finanziaria. E la Chiesa rimane, lo voglia o meno, radicata in Occidente.

Ma questo Wojtyla voleva: “sradicarla”, lanciarla come parola vivificante-dialogante capace di oltrepassare diffidenze, odi, conflitti secolari. Non è immaginabile sconfitta più tremenda.

Ma lasciate che un non credente “gridi” di condividere, con tutto il suo essere, la “sconfitta” di Wojtyla, di non aver mai sentito come ora vicina la figura del grande Papa polacco”.

Massimo Cacciari

Fonte: http://www.fmboschetto.it/religione/Cacciari_e_il%20Papa.htm

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