Le contraddizioni di Eros

 Le contraddizioni di Eros 


Argentina. Video scandalo, si dimette vescovo argentino

Il video, divulgato in forma anonima, mostra Juan Carlos Maccarone, arcivescovo di Santiago, in atteggiamenti intimi con un giovane di 23 anni. In Argentina si ricorda che il vescovo godeva di alcune antipatie politiche e all’interno del clero. La relazione con il giovane sarebbe in corso da circa due anni, secondo quanto riferisce Il Clarin. Ma i difensori di Maccarone sostengono che il giovane sarebbe stato «comprato» per incastrare l’arcivescovo. Il Papa ( che a Colonia ha appena detto che «Libertà non è godersi la vita») , ha già accettato le dimissioni. (Fonte: Corriere.it).

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EROS ANTICO E EROS MODERNO

"Eros Smemorato", Paul Klee, 1939

Il Cristianesimo dette da bere ad Éros del veleno. Costui in verità non ne morì, ma degenerò in vizio”. Con queste folgoranti parole, Nietzsche in Al di là del bene e del male traccia, con la sua abituale potenza immaginativa, i rapporti tra Éros antico ed Éros moderno. Neanche Nietzsche, fiero avversario di Platone e della sua filosofia, può negare che nell’erotica pagana, compresa ancora l’erotica platonica, si colga quell’aspirazione al tutto, che solo il Cristianesimo e la filosofia moderna manterranno poi completamente perduta, operando una netta scissione tra anima e corpo, intelletto e sensibilità, mondo sensibile e mondo soprasensibile. Nel mito platonico del Simposio infatti Éros non è qualcosa, ma qualcuno, un demone, figlio di Penìa, la povertà, e di Pòros, l’espediente. Siccome Éros non è un dio, ma un povero demone, aspira al bello, e non lo possiede. Ma siccome è un terribile demone e non un dio, pur se non possiede il bello, cerca di mettere in atto ogni espediente e stratagemma per goderne. L’espediente è cercarlo nelle cose terrene. La bellezza delle cose terrene, a cominciare da quella dei bei corpi, delle persone belle, è un veicolo per l’ascesi verso il bello in sé, che è al di là di tutte le cose, ma che, in diversa misura, partecipa di ognuna. Questo è Éros ancora nella filosofia platonica: un formidabile procacciatore di bei corpi e insieme di belle anime. Nel Cristianesimo invece la figura di Éros si può incarnare perfettamente in quella di Don Giovanni, il vizioso, che, come ci fa vedere Kierkegaard, può conquistare tutto senza andare al di là di nulla. Don Giovanni gode dei corpi e perciò stesso condanna l’anima, la propria e quella delle sue conquiste. Quale potrebbe essere allora il nome di quel veleno, per dirla ancora con Nietzsche, che il Cristianesimo avrebbe dato da bere ad Éros? “Regno dei Cieli” forse? ( da “La filosofia e il corpo” di Remo Bodei). Fonte: http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=662#links

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… La bellezza è una cosa terribile e paurosa. Paurosa perché è indefinibile, e definirla non si può, perché Dio non ci ha dato che enigmi. Qui le due rive si uniscono, qui tutte le contraddizioni coesistono. Io, fralello, sono molto ignorante, ma ho pensato molto a queste cose.

Quanti misteri! Troppi enigmi sulla terra opprimono l’uomo. Scioglili, se puoi, e torna salvo alla riva!

La bellezza! Io non posso sopportare che un uomo, magari di cuore nobilissimo e di mente elevata, cominci con l’deale della Madonna e finisca con l’ideale di Sodoma. Ancora più terribile è quando uno ha già nel suo cuore l’ideale di Sodoma e tuttavia non rinnega nemmeno l’ideale della Madonna, anzi, il suo cuore brucia per questo ideale, e brucia davvero, sinceramente, come negli anni innocenti della giovinezza.

No, l’animo umano è immenso, fin troppo, io lo rimpicciolirei. Chi lo sa con precisione che cos’è ? Lo sa il diavolo, ecco! Quello che alla mente sembra un’infamia, per il cuore, invece, è tutta bellezza. Ma c’è forse bellezza nell’deale di Sodoma? Credimi, proprio nell’deale di Sodoma la trova l’enorme maggioranza degli uomini! Lo conosci questo segreto, o no?

La cosa paurosa è che la bellezza non solo è terribile, ma è anche un mistero. E’ qui che Satana lotta con Dio, e il loro campo di battaglia è il cuore degli uomini.

Già, la lingua batte dove il dente duole… E ora veniamo al fatto. Ascolta.”

            DOSTOEVSKIJ, I fratelli Karamazov ( trad. di Pina Mariani, Sansoni, 1966).

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