Al Qaeda attacca l'India

 JIHAD

AL QAEDA ATTACCA L’INDIA

 Una vittima (Reuters)

L’esplosione di sette bombe in stazioni e treni pieni di pendolari nell’ora di punta — oggi a Mumbai ex Bombay, capitale finanziaria dell’India – ha provocato la morte di almeno 135 persone e il ferimento di oltre 250. Le esplosioni si sono verificate in rapida successione a Mira Road, Matunga, Jogeshwarii, Borivili, Bhayander e nella metropolitana di Santacruz. Gli attentati si sono verificati all’ora di punta, intorno alle 18.30 ora locale, secondo le autorità della città indiana proprio per causare il maggior numero di vittime. Le immagini della televisione indiana mostrano carrozze del treno completamente sventrate, mentre proseguono le operazioni di soccorso sotto la pioggia.

Time out of joint ( W. Shakespeare)

Il terrore colpisce l’India il giorno 11. Una coincidenza, quella dei numeri, che rimanda immediatamente ad Al Qaeda. Era l’11 settembre 2001 quando ebbe luogo la madre di tutti gli attentati scatenati dal terrorismo islamico : quello alle Torri Gemelle di New York. Esattamente 911 giorni dopo, l’11 marzo 2004, il terrorismo colpì la Spagna, con una serie di attentati ai treni a Madrid che provocarono la morte di quasi 200 persone.

L’11 settembre 2001 – per rendere simbolica tale data – è il giorno in cui la figura del mondo è cambiata. E il Tempo – sequestrato insieme all’islam dai terroristi e dagli Stati che sponsorizzano il terrorismo maligno – è uscito fuori dai cardini…

Se è senz’altro ingiusto dire che tutto l’islam, nel cui nome si compiono gli attacchi, è barbarie, si ha tuttavia un fondato motivo per constatare che oggi una delle tre grandi religioni monoteiste, che basa la sua esistenza sul fatto di essere costruita sull’idea di una Legge trascendente, non è più una barriera contro la barbarie.

E’ indubbiamente una cattiva notizia quella portata dal dilagare di quello che non è più terrorismo politico, calcolato , organizzato e negoziabile, ma mera pulsione di morte nutrita da un vero e proprio odio genocidario che mira ad annettere l’altro oppure a ridurlo a un mucchietto di spazzatura – come a Bali, a Tel Aviv, a Beslan, a Madrid, ad Amsterdam, a Londra, a Casablanca, a Sharm, a Istanbul, a Mogadiscio, a Bombay – Del resto è proprio questo ciò a cui tende il terrorismo: a “bruciare il cuore”, oltre che a creare confusione e divisione – come si legge nei proclami jahidisti.

Da allora – dal giorno 11 settembre 2001 – siamo entrati nella morsa e l’epoca dello squilibrio del terrore destinato a durare lunghi anni, all’ombra di una possibile sciagura generale e di una strana guerra che non è una guerra internazionale fra stati, non è una guerra civile, non è una guerra partigiana, ma sembra una specie di vera e propria “disperazione di massa” nei confronti della vita, della civiltà cosiddetta umana e del futuro.

Con le parole di René Girard: "Se le scienze umane non avessero trattato la religione e l´aspetto religioso della vita umana come un´arcaica favola primitiva, escogitata giusto per spiegare l´origine del mondo, forse ciò che è avvenuto l´11 settembre 2001 a New York e le rovine di Ground Zero avrebbero suscitato meno stupore, in un pianeta che vive ancora nella convinzione della propria eternità. È una convinzione sbagliata di origine aristotelica e che non mette in conto la possibilità che il nostro universo un domani possa essere distrutto…".

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