LA CATALOGNA VIETA LA CORRIDA
La comunità autonoma della Catalogna, di cui Barcellona è capoluogo, ha deciso di vietare la corrida dal 2012. Il parlamento catalano ha infatti approvato l'abolizione della tauromachia nella regione con 68 voti a favore, 55 contrari e 9 astensioni. La decisione arriva al termine di una lunga stagione di polemiche.
Questa mattina davanti al Parlamento catalano c'erano decine di manifestanti che protestavano per ragioni contrapposte: da una parte c'era chi reclama ''la libertà''' per gli amanti di questo spettacolo di antica tradizione popolare, apprezzata già dagli antichi Greci, Etruschi e Romani e diffusa poi nei Paesi di cultura ispanica e in alcune zone della Francia e dall'altra chi – identificandosi con gli animali sofferenti e ''umanizzati'' – invoca la fine della ''tortura'' dei tori.
Affresco del palazzo di Cnosso – particolare di un corridoio
La scena del gioco del toro e dei ginnasti , 1700-1450 a.C.
Museo archeologico, Iraklio
Un’enorme perdita per l’arte, la tradizione e la cultura dell’uomo cosiddetto civilizzato.
"Vietare le corride, oltre a un oltraggio alla libertà, è anche giocare a fare finta, rifiutarsi di vedere a viso aperto quella verità che è inseparabile dalla condizione umana: che la morte ronza intorno alla vita e finisce sempre per sconfiggerla; che, nella nostra condizione, entrambe sono sempre intente in una lotta permanente e che la crudeltà – ciò che i credenti chiamano il peccato, o il male- fa parte di essa, ma anche così la vita può essere bella, creativa, intensa e trascendente.
Proibire i tori non attenuerà in nessun modo questa verità e, oltre a distruggere una delle manifestazioni più audaci e appariscenti della creatività umana riorienterà la violenza ristagnata nella nostra condizione verso forme più crude e volgari, e magari verso il nostro prossimo. In effetti, perché inferocirsi contro i tori se è molto più eccitante farlo con i bipedi in carne e ossa che, per di più, strillano quando soffrono e in genere non hanno corna? " - Vargas Llosa, Per la libertà della corrida: le ragioni di una festa crudele, Corriere 17 maggio 2010.
TRA L'OMBRA E IL TORO