NASSIRIYA , UN ANNO DOPO

A Nassiriya, sud dell’Iraq, sono le 10:45 del 12 novembre 2003. Un camion forza il posto di blocco all’entrata di una base dei carabinieri e prosegue la sua corsa fino a una palazzina che ospita il dipartimento logistico italiano. C’è una sparatoria. Dietro al camion irrompe un autobomba di shaid ( martiri-killer) che finisce la sua corsa esplodendo e causando una strage. Vittime della perfidia dei terroristi 19 italiani tra carabinieri, militari e civili

Roma 18.11.2003 i funerali di Stato delle vittime del terrorismo suicida

Le foto dei caduti

Fonte: www.logifranchi.it/…/ 6_nassiriya.htm

I messaggi inviati al Ministero della Difesa

–  I morti di Nassiriya. Perché

Documento

DAL TESTO DELL’OMELIA DI RUINI

…Cari fratelli e sorelle, Gesù nel Vangelo ci ha avvertiti che il criterio in base al quale saremo giudicati è quello dell’amore operoso, che sa riconoscere la sua misteriosa presenza nel più piccolo e più bisognoso dei nostri fratelli in umanità. Abbiamo perciò ascoltato con intima commozione le parole della sposa di uno dei caduti che, dopo aver letto un altro, molto simile brano del Vangelo, quello nel quale Gesù ci invita ad amare anche i nostri nemici, ci ha detto con semplicità che di quella parola di Gesù lei e suo marito avevano fatto la regola della propria vita.

E’ questo il grande tesoro che non dobbiamo lasciar strappare dalle nostre coscienze e dai nostri cuori, nemmeno da parte di terroristi assassini. Non fuggiremo davanti a loro, anzi, li fronteggeremo con tutto il coraggio, l’energia e la determinazione di cui siamo capaci. Ma non li odieremo, anzi, non ci stancheremo di sforzarci di far loro capire che tutto l’impegno dell’Italia, compreso il suo coinvolgimento militare, è orientato a salvaguardare e a promuovere una convivenza umana in cui ci siano spazio e dignità per ogni popolo, cultura e religione.

Questi primi anni del nuovo secolo e del nuovo millennio appaiono particolarmente duri, crudeli e tormentati. Troppe popolazioni inermi sono colpite, da ultimo gli ebrei delle sinagoghe di Istanbul. Ma proprio in questa circostanza chiediamo a Dio, con umile fiducia, di rinsaldare nei nostri animi la convinzione e la certezza che il bene è più forte del male e che anche nel nostro mondo, segnato dal peccato, è possibile, con il suo aiuto, costruire condizioni di libertà, di giustizia e di pace.

Mentre affidiamo alla misericordia di Dio le anime dei nostri fratelli caduti a Nassiriya, confermiamo e rinnoviamo il sincero proposito di essere degni della grande eredità che essi ci hanno lasciato.

Vorrei aggiungere un’ultima, sommessa preghiera: la tragedia di Nassiriya ha sollevato in tutta Italia una grande onda di commozione e ci ha fatti sentire tutti più vicini, ma ha anche istillato in noi una sensazione di freddo e di paura, di fronte all’incertezza della vita e alla ferocia che può annidarsi nell’animo umano.

Voglia il Signore riscaldare i nostri cuori, donare speranza e serenità soprattutto a coloro che in questa tragedia hanno perduto i loro cari e devono ora disporsi ad affrontare un futuro non previsto, più triste e più duro. E voglia dare al nostro Paese e alle sue istituzioni efficace e duratura determinazione di non dimenticarli e di non lasciarli soli. Il Signore benedica e protegga il nostro popolo e i nostri soldati”.

(18 novembre 2003)

Il testo integrale dell’omelia di Ruini

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