Addio a Ettore Sottsass

ADDIO  A  ETTORE SOTTSASS

” Senza Sottsass la nostra vita sarebbe incolore”.
(Hans Hollein, Vienna 16 gennaio 2005)

Il noto architetto e designer italiano si è spento ieri nella sua casa di via San Tomaso a Milano a causa di uno scompenso cardiaco sopraggiunto a un’influenza. Nato a Innsbruck nel 1917, aveva compiuto 90 anni il 14 settembre scorso. Sarà cremato mercoledì prossimo.

 Ettore Sottsass è tra i padri del “radical design”, movimento che rivoluzionò la maniera di progettare e pensare gli oggetti, visti non solo in relazione alla loro funzione pratica ma anche come mezzi per veicolare bellezza, emozioni e idee.Le strutture tremano, Studio Alchimia 1979

 «Per me il design è un modo di discutere la vita. È un modo di discutere la società, la politica, l`erotismo, il cibo e persino il design. Infine, è un modo di costruire, una possibile utopia figurativa o di costruire una metafora della vita ».

«Ho raccolto informazioni o da quelle zone in cui la vita stava germogliando appena, oppure dalla nostalgia per la vita, ma mai dalle istituzioni, mai dalla solidità, mai dalla realtà, mai dalle cristallizzazioni, mai dalle ibernazioni ».

«Se qualcosa ci salverà, sarà la bellezza».

«Senza che io sappia cosa sono, le forme di pietra hanno il senso del sacro, sacro per sempre. Vorrei sapere perché» .

Trieste celebra Ettore Sottsass con una retrospettiva dal titolo di un suo scritto, Vorrei sapere perché       (dal 6 dicembre al 2 marzo 2008 al Salone degli incanti dell’ex Pescheria).

 “Pianeta fresco”

 

 

mandala copertina e logo sottsass“Mandala.Quaderni d’oriente e d’occidente” n. 1 ( 1980)

logo Edizioni Mandala

 Il logo di “Mandala.Quaderni d’Oriente e d’Occidente” è disegnato da Ettore Sottsass. Nel 1980 aveva fondato, insieme con Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini e Marco Marabelli lo studio Ettore Sottsass Associati in via Pontaccio a Milano, così lo andai a trovare, su suggerimento di Fernanda Pivano, gli parlai della rivista e molto gentilmente Ettorino si offrì di disegnare il logo di Mandala Edizioni, che ci regalò. Suggerì anche di dare alla rivista un formato libretto, tipo Topolino.

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